IL TRIBUNALE DI LATINA HA CONDANNATO L’INAIL A RICONOSCERE LA MALATTIA PROFESSIONALE DI ENRICO ARMENI. L’UOMO, 78 ANNI, DI LATINA, È STATO ESPOSTO ALL’AMIANTO DURANTE IL SUO IMPIEGO AI CANTIERI POSILLIPO S.P.A., IN LOCALITÀ PORTO DEL BUFALO, A SABAUDIA (LT). L’ISTITUTO AVEVA NEGATO LA CERTIFICAZIONE AL LAVORATORE AFFETTO DA UNA PATOLOGIA ASBESTO-CORRELATA
«Questo caso dimostra che è possibile ottenere giustizia, ma anche quanto sia fondamentale continuare a lottare per il riconoscimento delle malattie professionali legate all’amianto». Così l’avv. Ezio Bonanni, che rappresenta e difende Enrico Armeni.
Bonanni ha messo in evidenza come questa sentenza rappresenti una vittoria non soltanto per Armeni, ma anche per tutti quei lavoratori che, come lui, sono stati esposti a sostanze pericolose durante la loro carriera e hanno subito la negazione dei propri diritti.
Enrico Armeni ha prestato servizio ai Cantieri Posillipo S.p.a., di Sabaudia (LT), località Porto del Bufalo, dal 1966 al 1983. L’uomo ha specificato di essere stato inizialmente impiegato come operaio manutentore diretto. In seguito, qualificato come impiegato tecnico e infine promosso a responsabile del servizio di manutenzione. Tuttavia, nonostante il cambio di qualifica e l’avanzamento di carriera, ha continuato a svolgere in prima persona tutte le attività di manutenzione.
I testimoni
I testimoni hanno confermato che Armeni ha eseguito attività di manutenzione sulle barche e sui macchinari del cantiere navale. Specificamente si occupava della coibentazione in amianto delle componenti meccaniche.
Anche quando è stato promosso a responsabile del servizio manutenzione, Armeni ha continuato a intervenire direttamente e a cooperare con gli operai, anziché limitarsi a impartire ordini o supervisionare le operazioni. I testi hanno inoltre confermato lo stato delle condizioni dell’ambiente lavorativo.
Secondo quanto emerso dalle analisi del consulente tecnico d’ufficio, il CTU ha stabilito che, a causa degli “accertati ispessimenti pleurici, è da riconoscersi la natura di malattia professionale tabellata e come tale indennizzabile in ambito INAIL come meglio specificato nel paragrafo “Considerazioni medico-legali” della presente elaborato peritale”.
Il Tribunale: l’INAIL deve rilasciare la certificazione
Il tribunale, dopo aver accertato la natura professionale della patologia denunciata, riconosciuta dal CTU come “iniziali ispessimenti pleurici”, ha dichiarato che l’INAIL deve rilasciare la certificazione prevista dall’art. 13, comma 7, della legge n. 257 del 1992, da presentare all’INPS per l’accredito contributivo.
Inoltre, il giudice Valentina Avarello ha stabilito che gli ispessimenti pleurici bilaterali, rilevati tramite la TC polmonare, vanno considerati una malattia professionale tabellata, sancendo così il diritto di Armeni a ricevere l’indennizzo da parte dell’INAIL.
L’ente aveva precedentemente rigettato la richiesta di Armeni, costringendo il lavoratore a ricorrere a un’azione legale dinanzi al Tribunale Pontino, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Riconoscimento malattia professionale passo fondamentale
«Non possiamo permettere che chi è stato esposto all’amianto, una fibra letale, sia abbandonato. Il riconoscimento della malattia professionale è un passo fondamentale per garantire giustizia ai lavoratori», ha chiosato Bonanni.