venerdì, Giugno 13, 2025

Brian Eno e l’arte come gesto d’amore per un pianeta ferito

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BRIAN ENO, PIONIERE DELLA MUSICA AMBIENT E ATTIVISTA CULTURALE, CON “WHAT ART DOES: AN UNFINISHED THEORY” RILANCIA L’ARTE COME FORZA TRASFORMATIVA. UN GESTO D’AMORE VERSO IL PIANETA, CHE UNISCE IMMAGINAZIONE, IMPEGNO AMBIENTALE E AZIONE COLLETTIVA PER AFFRONTARE LA CRISI CLIMATICA E CULTURALE

 “What Art Does: An Unfinished Theory” e l’arte come gesto d’amore per il pianeta

“What Art Does: An Unfinished Theory”, pubblicato nel gennaio 2025 per Faber & Faber, rappresenta il primo nuovo libro di Brian Eno, dopo ventinove anni da “A Year with Swollen Appendices”. Questo primo volume combinava il diario personale di Eno del 1995 con una raccolta di saggi, racconti brevi e corrispondenze.

Con “What Art Does: An Unfinished Theory”, scritto in collaborazione con la writer/visual artist olandese Bette Adriaanse. L’eclettico musicista – una quindicina di anni fa ha realizzato anche applicazioni che producevano musica generativa anticipando l’AI – esplora il ruolo dell’arte nella società contemporanea e la sua capacità di trasformare la nostra percezione del mondo

 L’arte non salva il mondo, ma cambia chi lo abita

Brian Eno, uno degli artisti più geniali degli ultimi decenni, non vede l’arte come una risposta ma come una domanda viva. Non fornisce soluzioni, ma cambia chi le cerca. In What Art Does, il suo nuovo libro illustrato, scritto con Bette Adriaanse, Eno esplora il ruolo dell’arte come motore di trasformazione. L’arte non agisce sul mondo direttamente, ma cambia lo sguardo. E, cambiando lo sguardo, modifica la realtà che abitiamo.

 Un atto di amore contro l’indifferenza

L’artista, per Eno, è un amante. Ama ciò che sta svanendo, ciò che resiste, ciò che cresce fragile. L’arte diventa un gesto d’amore verso il pianeta, verso il futuro, verso l’umanità stessa. In questo senso, What Art Does si oppone alla logica della produttività e dell’indifferenza. L’arte non serve, ma cura. Non risolve, ma ascolta.

 EarthPercent: quando la musica diventa infrastruttura climatica

Il legame tra arte e crisi climatica non resta una dichiarazione simbolica. Con EarthPercent, organizzazione fondata dall’inventore, negli anni ’70, della Ambient Music,   con l’obiettivo di mobilitare l’industria musicale nella lotta contro la crisi climatica, Eno traduce in azione il pensiero contenuto nel libro.

La musica diventa infrastruttura ecologica. I proventi di brani inediti e vinili ecologici vengono destinati a organizzazioni ambientaliste. L’arte, così, non solo racconta il cambiamento: lo finanzia, lo rende possibile.

 “Hard Art”: creare insieme una nuova ecologia della mente

“Hard Art”, il collettivo interdisciplinare fondato da Brian, che riunisce circa centocinquanta membri tra artisti, scienziati, filosofi e attivisti, incarna l’idea di “scenius”, ossia il genio condiviso che nasce dalla collaborazione.

Artisti, filosofi e scienziati si confrontano periodicamente sul clima, sulla democrazia, sulla crisi dell’immaginazione. Le loro riflessioni confluiscono in fanzine, festival e azioni concrete. L’arte non è più un gesto individuale. È una pratica condivisa che crea comunità pensanti.

 La crisi ambientale come crisi culturale

Per Eno, la crisi climatica è prima di tutto una crisi culturale. Non abbiamo solo bisogno di pannelli solari. Abbiamo bisogno di storie nuove. Di immaginazione radicale. Di emozioni collettive capaci di motivare il cambiamento. L’arte, in questo, svolge una funzione insostituibile. È la tecnologia emozionale che può anticipare ciò che ancora non esiste.

 “What Art Does: An Unfinished Theory”: un manifesto illustrato per tempi fragili

“What Art Does: An Unfinished Theory” non è un saggio teorico. È un manifesto visivo. Un laboratorio di immagini e intuizioni. Una serie di mappe emotive per attraversare l’incertezza. Le parole di Eno, accompagnate dai disegni di Adriaanse, si muovono leggere ma precise. Offrono strumenti per pensare, sentire, immaginare.

 Un invito a vivere come artisti

In fondo, il libro è un invito a vivere da artisti. Non importa se si dipinge, si suona o si cucina. Vivere come artisti significa prestare attenzione, coltivare l’ambiguità, proteggere la bellezza. In tempi di crisi, l’artista non è un decoratore. È un amante che si prende cura del mondo. Con pazienza, con fiducia, con visione.

Fonti

Queste fonti confermano l’approccio di Brian Eno nel considerare l’arte non solo come espressione estetica, ma come strumento attivo per affrontare le crisi ambientali e culturali del nostro tempo:

Faber & Faber (anche per le foto)

Artnet News

The Guardian

Metalabel

Wired

(la foto di copertna è dell’autore dell’articolo)

Numero verde ONA

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