martedì, Aprile 29, 2025

Tutela dei lavoratori: sicurezza sul lavoro e benessere psicologico al centro del convegno ONA in Campidoglio

Ultime News

IL 25 FEBBRAIO 2025, NELLA SALA LAUDATO SÌ DEL CAMPIDOGLIO A ROMA, SI È TENUTO IL CONVEGNO “SICUREZZA SUL LAVORO E BENESSERE PSICOLOGICO”. ORGANIZZATO DALL’ONA E PATROCINATO DALL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI ROMA, L’EVENTO HA APPROFONDITO LE STRATEGIE PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI LAVORATIVE E GARANTIRE LA TUTELA DELLA SALUTE DEI LAVORATORI

Tutelare il benessere e garantire la produttività dei lavoratori

«I progetti di legge in atto da più parti politiche possono essere sintetizzati in un’unica proposta. La tutela della salute e della sicurezza sul lavoro non è né di destra né di sinistra». Così, l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, (ONA), al convegno “Sicurezza sul lavoro e benessere psicologico”. «Il benessere non è inteso soltanto come assenza di malattia organica, ma anche come equilibrio psicofisico, come serenità, possibilità di pensare al futuro».

La sicurezza sul lavoro assume un ruolo sempre più centrale nel dibattito pubblico, poiché rappresenta un elemento fondamentale per tutelare il benessere e garantire la produttività dei lavoratori. La prevenzione di infortuni e malattie professionali non costituisce un semplice onere aziendale, ma una responsabilità sociale imprescindibile.  

Per il presidente ONA, è necessario lavorare concretamente per garantire ai lavoratori un ambiente sicuro e una qualità della vita che vada oltre la semplice assenza di malattia. Parallelamente, il benessere psicologico emerge come un fattore determinante: stress, burnout e precarietà lavorativa compromettono la qualità della vita e le performance professionali.

Un diritto, quello del benessere psicologico che, ha precisato il presidente ONA, non riguarda solo i lavoratori civili, ma si estende anche alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, che spesso operano in condizioni difficili e con mezzi inadeguati. «Il cittadino lavoratore, ma anche il cittadino lavoratore militare, deve essere tutelato. Questo tema non è estraneo alle Forze Armate, che hanno diritto alla sicurezza sul lavoro come qualsiasi altro cittadino».

Bonanni ha quindi ricordato che anche il Consiglio di Stato ha recepito gli orientamenti della Cassazione in merito all’applicabilità delle tutele dell’articolo 2087 del Codice Civile ai militari.

Rendere le imprese sostenibili

In questo scenario, il convegno ha voluto offrire una prospettiva multidisciplinare sulle strategie per rendere le imprese sostenibili, promuovendo ambienti di lavoro sicuri e rispettosi della salute mentale dei dipendenti.

I militari non dovrebbero essere esposti a rischi non strettamente legati al loro ruolo, così come le Forze dell’Ordine non possono essere sottoposte a pericoli che superino i confini della loro funzione di tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.

Bonanni ha evidenziato le difficoltà operative delle Forze dell’Ordine, spesso costrette a lavorare con mezzi inadeguati rispetto alle sfide quotidiane: «Dobbiamo cominciare a pensare che i nostri carabinieri e la nostra polizia sono spesso dotati di veicoli non adeguati, come Fiat Panda o Fiat Uno, con cui devono inseguire pericolosi delinquenti armati di tutto punto e dotati di mezzi molto più potenti e attrezzati».

Ha inoltre sottolineato l’importanza della digitalizzazione all’interno delle forze dell’ordine, affinché possano operare con strumenti tecnologici avanzati e affrontare il crimine moderno con maggiore efficacia. «Non si tratta solo di un problema di sicurezza fisica – ha aggiunto -, ma anche di dignità. Negare ai nostri uomini in divisa strumenti adeguati significa negare la loro stessa dignità professionale».

Ha infine rivolto un appello alla politica affinché si agisca senza ulteriori indugi: «Credo che possiamo subito iniziare con azioni concrete, perché non possiamo più permetterci di ignorare queste problematiche».

Prevenzione e ostacoli giuridici

Il convegno ha riunito diversi esperti, tra cui l’avvocato penalista Riccardo Brigazzi e la criminologa Melissa Trombetta. Brigazzi ha affrontato gli ostacoli giuridici nel riconoscimento delle responsabilità nei casi di esposizione all’amianto, mentre Trombetta ha posto l’accento sulla prevenzione e sulla necessità di creare un ambiente di lavoro sano, introducendo nuove prospettive di supporto psicologico per le vittime.

Il penalista ha condiviso la sua esperienza nei processi in cui l’Osservatorio Nazionale Amianto si è costituito parte civile, evidenziando come la questione ruoti attorno alla dimostrazione del nesso causale tra esposizione all’amianto e malattia. Da tempo l’ONA cerca di statuire una giurisprudenza che decreti punti fermi per ottenere giustizia e risarcimenti adeguati alle vittime. Una giurisprudenza solida con sentenze uniformi per garantire giustizia a chi ne ha diritto.

Nonostante la correlazione tra amianto e malattia sia ampiamente riconosciuta, le strategie difensive si concentrano sulle concause, complicando il compito dei giudici. Brigazzi ha raccontato casi di operai esposti per decenni senza protezioni e di famiglie inconsapevolmente contaminate dalle polveri.

Sicurezza sul lavoro in un’ottica preventiva e criminologica

La dottoressa Melissa Trombetta ha invece affrontato il tema della sicurezza sul lavoro in un’ottica preventiva e criminologica, spiegando che un’impresa sana si costruisce con regole, prevenzione e tutela del benessere psicologico dei lavoratori.

«Una gestione delle risorse, la legalità e la prevenzione dei rischi sono elementi essenziali per un ambiente di lavoro sicuro. Bisogna mettere in pratica meccanismi che riguardino tutto a 360 gradi», ha detto la criminologa.

Un aspetto innovativo del suo intervento ha riguardato l’introduzione di percorsi di recupero psicologico per le vittime del lavoro attraverso interventi assistiti con i cavalli.

«Vogliamo incentivare gli interventi assistiti con i cavalli, una novità che sta dando risposte concrete. Il contatto con questi animali permette alle persone di riemergere dalla paura e dalla malattia in modo naturale».

L’obiettivo, secondo l’esperta, è affiancare alle misure di sicurezza sul lavoro strategie di supporto psicologico per coloro che hanno subito esposizioni dannose. Un’impresa sana, ha concluso, non deve solo garantire protezione dai rischi, ma anche prendersi cura del benessere psicologico ed emotivo dei lavoratori e delle vittime.

L’importanza dell’umiltà nel contesto lavorativo

La dottoressa Paola Vegliantei, presidente dell’Accademia della Legalità, ha aperto il suo intervento sottolineando l’importanza dell’umiltà nel contesto lavorativo. «Mantenere l’umiltà è la cosa più bella, perché oggi anche questo fa parte del benessere psicologico nell’ambiente lavorativo».

Ha poi evidenziato come la consapevolezza del proprio ruolo e della disciplina siano fondamentali per un lavoro svolto con eccellenza. «Se sei preparato, il tuo ruolo lo ricopri all’eccellenza».

Tuttavia, ha denunciato la mancanza di tutela in molti settori, spiegando che il problema non è nato con la pandemia, ma era già presente e la crisi sanitaria lo ha solo amplificato. «Non è stata la pandemia a tirare fuori le criticità. C’erano già prima».

Ha quindi posto l’accento sulla responsabilità dei datori di lavoro nel garantire condizioni adeguate, mettendo in evidenza la mancanza di cultura della sicurezza. «Purtroppo non c’è la cultura del volersi bene».

Nello specifico, la dottoressa Vegliantei ha ribadito che la sicurezza e il benessere psicologico dipendono sia dai lavoratori sia dai datori di lavoro. «La responsabilità è 50-50, nessuno è escluso».

Un altro punto chiave del suo discorso è stato il riferimento alla condizione di donne e giovani nel mondo del lavoro. «Se il datore di lavoro non mi consente di poter lavorare, come faccio a rendere?». Ha poi aggiunto che il benessere psicologico parte dalla leadership aziendale. «Se il datore di lavoro mi dà dei semplici ma importanti strumenti per crescere, io fiorirò e fiorirà anche l’azienda».

Infine, ha chiuso il suo intervento con un appello alla chiarezza e alla trasparenza nelle dinamiche lavorative, denunciando le problematiche legate ai contratti illeciti e alla precarietà lavorativa. «Laddove c’è chiarezza, trasparenza e buona volontà, non ci possono essere altre situazioni».

Accesso pensionistico anticipato

L’On. Giovanni Maiorano, membro della Commissione Antimafia, ha illustrato la sua proposta di legge per l’accesso pensionistico anticipato a chi ha lavorato per almeno dieci anni in ambienti contaminati da amianto. “Non mi interessa che questa legge porti il mio nome. Quello che conta è che venga approvata.” Ha ribadito che il riconoscimento di questo diritto non potrà mai ripagare le sofferenze subite, ma potrà restituire dignità ai lavoratori esposti.

“L’amianto non ha colori. La priorità non ha colori”

Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente, ha denunciato la presenza di oltre 32 milioni di tonnellate di amianto ancora disseminate sul territorio italiano, cifra che l’ONA stima possa arrivare fino a 40 milioni. “L’amianto non ha colori. La priorità non ha colori”. Ha sollecitato finanziamenti immediati per le bonifiche e chiesto alla maggioranza parlamentare di approvare una legge organica sull’amianto entro il 31 dicembre 2025, in conformità con le direttive europee.

L’importanza delle segnalazioni dei cittadini

Fabrizio Santori, consigliere dell’Assemblea Capitolina, ha elogiato il ruolo dell’ONA e delle istituzioni nel contrasto al rischio amianto, sottolineando l’importanza delle segnalazioni dei cittadini per sollecitare azioni tempestive. Ha richiamato le istituzioni a un monitoraggio più capillare e a un maggiore impegno nella prevenzione degli infortuni e delle morti sul lavoro.

Conseguenze psicologiche

Nicola De Marinis, consigliere della Corte di Cassazione, ha evidenziato come la sicurezza nei luoghi di lavoro non riguardi più solo i rischi fisici, ma anche le conseguenze psicologiche derivanti dai cambiamenti organizzativi e tecnologici, come lo smart working e l’uso di algoritmi decisionali.

Garantire bonifiche efficaci

Il consigliere Trabucco ha ribadito la necessità di una sinergia istituzionale per garantire bonifiche efficaci e il rispetto delle norme di sicurezza nei cantieri, soprattutto in vista del Giubileo 2025. “Queste battaglie non hanno colore politico”. Ha inoltre segnalato il completamento della rimozione di 3.500 metri quadrati di amianto dall’Istituto Ambroselli di Centocelle, un intervento reso possibile grazie alla collaborazione tra Roma Capitale, Regione Lazio e PNRR.

La lungaggine delle battaglie legali

Luigi Abbate, giornalista e presidente del Consiglio Comunale di Taranto, ha denunciato le difficoltà nel riconoscimento delle malattie asbesto-correlate, raccontando la lunga battaglia legale per ottenere giustizia per suo padre. “Troppo spesso si nega la letteratura scientifica consolidata. È inaccettabile”.

L’amianto, un rischio anche per le generazioni future

Il professor Matteo Villanova, docente all’Università Roma Tre, ha evidenziato come la diffusione delle sostanze tossiche, incluso l’amianto, non rappresenti solo un rischio per i lavoratori, ma anche per le generazioni future. Ha denunciato la frammentazione tra mondo medico, giuridico ed educativo come un ostacolo alla tutela della salute pubblica.

Si investe più nel negare il nesso causale

Pasquale Bacco, medico legale, ha attaccato l’ingiustizia sistematica che circonda le vittime dell’amianto, denunciando come si investa più nel negare il nesso causale che nella prevenzione. “L’amianto è uno scandalo italiano. Se solo si fosse voluto, tutto questo sarebbe stato evitabile”. Bacco ha evidenziato, inoltre, che “Ci sono bambini che studiano in scuole con l’amianto e altri che non sanno nemmeno cosa sia. Noi non possiamo più continuare così”.

Inefficaci le normative sulla sicurezza sul lavoro

Il Generale Cardillo ha criticato l’inefficacia delle normative sulla sicurezza sul lavoro, sottolineando che le leggi, se non supportate da un adeguato apparato di controllo, rimangono inefficaci. “Se promulghi una legge senza avere i mezzi per applicarla, non serve a nulla”.

Decisive le sentenze ottenute dall’ONA

L’avvocato Guerrino Petillo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di UNIT, ha definito le sentenze ottenute dall’ONA decisive per portare alla ribalta un problema troppo a lungo ignorato. “Le morti sul lavoro impressionano per la loro drammaticità, ma quelle di cui ci occupiamo noi sono le morti silenziose”.

Numero verde ONA

spot_img
spot_img
spot_img

Consulenza gratuita

    Articoli simili