venerdì, Giugno 13, 2025

L’ambientalismo in Italia: i dati del report di SWG

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AMBIENTALISMO ITALIANO TRA PERCEZIONE, DISILLUSIONE E VOGLIA DI CAMBIAMENTO: COSA DICE L’INDAGINE SWG PRESENTATA IL 3 GIUGNO 2025 ALLA VENICE CLIMATE WEEK.

Dal 3 all’8 giugno 2025 Venezia è stata il cuore pulsante di un dialogo globale sulla crisi climatica. La prima edizione della Venice Climate Week, ideata da Riccardo Luna con il Future Food Institute, è un crocevia di scienza, politica, arte e cittadinanza attiva. In questo contesto SWG ha presentato il report completo della percezione dell’ambientalismo nel nostro paese.

Report SWG: un’Italia attenta ma incerta

La rilevazione, condotta su un campione rappresentativo tra il 20 e il 23 maggio 2025, rivela una popolazione che si dice ambientalista in quasi un caso su due, ma che si divide profondamente nei modi e nelle priorità. Solo il 9% degli italiani si definisce ambientalista militante, mentre il 33% simpatizza senza impegnarsi. Un ulteriore 33% mostra un’adesione tiepida, e il 16% esprime un giudizio negativo, considerandolo un fenomeno ideologico o poco concreto.

Insomma, l’ambientalismo in Italia esiste, ma è frammentato, spesso percepito più come uno stile di vita individuale che come una battaglia collettiva. Questo dato si riflette anche nella visione dei movimenti giovanili per il clima: nonostante il ruolo della scuola e dei giovani sia ritenuto essenziale, la fiducia è calata. A pesare sono la perdita di centralità mediatica, la frammentazione interna e l’assenza di risultati tangibili.

Papa Leone XIV: eredità incerta della Laudato Si’

Uno dei passaggi più interessanti dell’indagine riguarda la percezione del nuovo Pontefice, Papa Leone XIV, sui temi ambientali. Dopo l’eccezionale apertura al tema operata da Papa Francesco con l’enciclica Laudato Si’, molti si chiedono se e come sarà portata avanti questa eredità.

Le risposte rivelano una forte incertezza: solo il 35% ritiene che il nuovo Papa continuerà sulla strada tracciata, mentre il 30% pensa che se ne occuperà meno. L’11% spera in un approccio nuovo e ben il 24% dichiara di non avere un’opinione in merito. Segno che l’autorità morale della Chiesa in tema ambientale è ancora forte ma attende nuove conferme.

Il governo Meloni polarizza anche sull’ambiente

La maggior parte degli italiani (46%) ammette di non saper indicare quale governo abbia fatto meglio. Un dato che evidenzia quanto il tema dell’ambiente sia stato finora marginale o mal comunicato nella politica nazionale.

Il governo attuale guidato da Giorgia Meloni risulta il più polarizzante.

Infatti, alla domanda: “Quale governo si è occupato di più e meglio dell’ambiente”, il 10% indica il Governo Meloni (2022 – oggi) come il migliore; il 26% degli anti-ambientalisti lo indicano come il peggiore mentre quasi 1 italiano su 2 (46%) risponde “non saprei”.

Il sondaggio, condotto da SWG tra il 20 e il 23 maggio 2025 su un campione nazionale rappresentativo, rivela una società sempre più attenta ai temi ambientali ma ancora divisa su come affrontarli concretamente

Una transizione giusta, non solo veloce

Il nodo centrale che emerge dal sondaggio è la richiesta di una transizione giusta: non una corsa a tappe forzate, ma un processo graduale, inclusivo e sostenibile anche sul piano sociale. Il 48% degli italiani invoca gradualità per evitare squilibri socio-economici, il 29% chiede più accessibilità alle tecnologie e ai prodotti green, e il 28% sottolinea l’importanza di sussidi per le fasce più vulnerabili.

C’è dunque consapevolezza che il cambiamento climatico non è solo una questione tecnica, ma anche una sfida di equità e coesione sociale. Il 69% degli intervistati ritiene che sviluppo economico e sostenibilità possano coesistere, ma solo se ben regolati e governati con trasparenza.

In particolare secondo quanto rilevato dall’indagine di SWG, per una “transizione giusta”, gli italiani chiedono:

  • una transizione graduale per evitare squilibri socio-economici (48%)
  • Maggiore accessibilità alle tecnologie e ai servizi e prodotti green (29%)
  • Sostenere con dei sussidi i redditi delle famiglie piu vulnerabili (28%)

Invece tra i principali ostacoli alla transizione ecologica emergono:

  • resistenze delle lobby dei settori fossili ad alta intensità energetica (40%)
  • I costi economici percepiti da famiglie e imprese (31%)
  • La burocrazia e la complessità normativa dell’UE (27%)

Numero verde ONA

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