IL RAPPORTO UNICEF REPORT CARD 19 CONFRONTA LE CONDIZIONI DELL’INFANZIA NEI PAESI AD ALTO REDDITO PRIMA E DOPO LA PANDEMIA DA COVID 19. ECCO I RISULTATI
Una crisi silenziosa: peggiorano scuola, salute e benessere mentale
Il nuovo rapporto UNICEF Innocenti Report Card 19 – Il benessere di bambine, bambini e adolescenti in un mondo imprevedibile, diffuso il 14 maggio 2025, lancia un allarme su come la pandemia da COVID-19 abbia influito negativamente sulla vita dei bambini e degli adolescenti nei Paesi ad alto reddito.
L’indagine analizza i dati di quarantatré Paesi membri dell’OCSE e dell’Unione Europea, confrontando le condizioni dell’infanzia prima della pandemia (2018) e dopo (2022).
I risultati mostrano un quadro preoccupante: molti bambini hanno subito un calo significativo del rendimento scolastico, della salute mentale e della salute fisica. In media, il ritardo scolastico accumulato a causa delle chiusure scolastiche è stimato tra i sette mesi e un anno.
Circa 8milioni di quindicenni – oossia metà del totale – non riescono a comprendere un testo scritto di base, segno di un’alfabetizzazione funzionale gravemente compromessa.
Nonostante l’impatto negativo generalizzato, alcuni Paesi sono riusciti a contenere meglio le conseguenze della pandemia. I Paesi Bassi e la Danimarca restano in cima alla classifica per benessere complessivo dell’infanzia, seguiti dalla Francia. Tuttavia, la situazione non è uniforme: in Paesi come Bulgaria, Colombia, Costa Rica, Cipro e Messico più di due terzi dei quindicenni risultano privi di competenze scolastiche fondamentali.
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La salute mentale dei bambini sotto pressione
Il deterioramento del benessere mentale è un altro elemento chiave evidenziato dal rapporto. In quattordici dei trentadue Paesi con dati disponibili, la soddisfazione della vita dei bambini è diminuita sensibilmente rispetto al periodo pre-pandemico.
Il Giappone è l’unico Paese in cui si è registrato un miglioramento. Il documento segnala che molti bambini, già prima della pandemia, affrontavano sfide legate alla salute mentale, senza un adeguato supporto.

Sovrappeso in aumento, ma ci sono eccezioni
Anche la salute fisica è stata colpita: in quattordici dei quarantatré Paesi analizzati, i livelli di sovrappeso tra i bambini sono aumentati, confermando una tendenza di lungo periodo. Tuttavia, non tutto è negativo: Italia e Portogallo sono gli unici due Paesi in cui il sovrappeso infantile è diminuito rispetto ai dati pre-COVID.

La situazione italiana nel dettaglio: luci e ombre
L’Italia si posiziona al 9° posto su trentasei Paesi per benessere generale dell’infanzia. Ecco una sintesi dei principali indicatori italiani:
Indicatore | Posizione Italia | Dato Specifico |
---|---|---|
Benessere complessivo | 9° su 36 | |
Salute mentale | 8° | Soddisfazione di vita in calo: dal 76% al 73% |
Salute fisica | 16° su 41 | Sovrappeso in calo: dal 29,6% al 27,3% |
Competenze scolastiche | 23° su 41 | Il 43% dei 15enni non ha competenze di base |
Lettura a 10 anni | — | Peggioramento: da 548 a 537 punti |
Tasso di suicidi adolescenziali | 6° su 42 (tra i più bassi) | |
Mortalità infantile | 9° su 43 (tra i più bassi) |
Nonostante il buon posizionamento nella salute mentale e nella riduzione del sovrappeso, l’Italia mostra gravi lacune nelle competenze scolastiche, con un’ampia percentuale di adolescenti privi delle conoscenze base in lettura e matematica.

Le raccomandazioni dell’UNICEF
Il rapporto conclude con una serie di raccomandazioni rivolte ai governi dei Paesi ricchi, invitandoli ad agire con decisione per invertire il trend negativo. Le priorità indicate includono:
- sostenere lo sviluppo delle competenze scolastiche, soprattutto per i bambini in difficoltà o provenienti da famiglie svantaggiate;
- promuovere la salute mentale, con servizi specializzati e strategie di prevenzione del disagio;
- migliorare la salute fisica, garantendo una dieta sana e limitando la pubblicità di alimenti non salutari;
- coinvolgere attivamente i bambini, ascoltando le loro esperienze e proposte per costruire politiche più vicine ai loro bisogni reali.
“Prima della pandemia, i bambini stavano già lottando su più fronti e non avevano accesso a un sostegno adeguato, anche nei Paesi ricchi – ha dichiarato Bo Viktor Nylund, direttore di UNiCEF Innocenti – Ora, di fronte alla crescente incertezza economica, è fondamentale che i governi mettano al centro delle politiche l’infanzia, per garantire un futuro migliore non solo ai bambini, ma alle nostre società nel loro complesso”.