UN EVENTO FELICE CHE ACCENDE I RIFLETTORI SULLA SPECIE IN DECLINO A CAUSA DELLA DEFORESTAZIONE IN AMAZZONIA. UN PICCOLO BRADIPO DIDATTILO È NATO TRE SETTIMANE FA AL PARCO NATURA VIVA DI BUSSOLENGO, REGALANDO UN MOMENTO DI GIOIA E SPERANZA AGLI AMANTI DELLA BIODIVERSITÀ
La madre è Wendy, la bradipa più anziana d’Italia, già nota per la sua lunga storia di resilienza: ha oltre 20 anni ed è oggi al suo settimo cucciolo, un record assoluto per la specie in cattività.
Un parto monitorato con attenzione
Fin dal momento della nascita, il cucciolo è stato sottoposto a un attento monitoraggio da parte dello staff zoologico del parco. Il piccolo pesa circa 400 grammi, un valore perfettamente nella norma, ha spiegato Camillo Sandri, direttore zoologico del Parco Natura Viva di Bussolengo, in provincia di Verona non lontano dal lago di Garda.
L’allattamento, fondamentale nei primi giorni di vita, è attualmente esclusivo e sta procedendo senza complicazioni. A breve, il cucciolo inizierà ad assaggiare piccoli pezzi di frutta e verdura direttamente dalle zampe e dalla bocca della madre Wendy.
Wendy, un simbolo di cura e longevità
Wendy è arrivata al Parco Natura Viva nel 2010, affidata dai Carabinieri Forestali quando era ancora giovane. Oggi è uno dei sette bradipi più anziani in Europa, e continua a stupire per la sua capacità di allevare con successo i propri piccoli. Accanto a lei c’è El Griso, il compagno e padre del neonato, noto per il suo temperamento pacato.
Il dramma dei bradipi in natura: una corsa lenta contro la distruzione
Il lieto evento si inserisce in un contesto ambientale preoccupante. Il bradipo didattilo (Choloepus didactylus) è una delle sei specie di bradipo esistenti e, sebbene oggi sia classificato come “rischio minimo” secondo la IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), sta vivendo un declino rapido e silenzioso. La causa principale è la deforestazione incessante delle foreste pluviali del Sudamerica.
Un patrimonio verde che scompare
In soli vent’anni, l’Amazzonia ha perso oltre 3,7 milioni di ettari di foresta primaria. Un dato drammatico se si considera che i bradipi sono animali strettamente arborei: mangiano, dormono, si accoppiano e partoriscono sugli alberi.
La perdita del loro habitat, sommata alla frammentazione forestale causata da strade, agricoltura intensiva e urbanizzazione, li rende sempre più vulnerabili.
Cosa possiamo fare per proteggere i bradipi?
La conservazione di specie come il bradipo non può limitarsi agli ambienti protetti. È essenziale agire anche a livello globale, sostenendo pratiche agricole sostenibili, progetti di riforestazione e politiche di conservazione internazionale. Inoltre, eventi come questo ricordano quanto sia importante il ruolo dei parchi faunistici nel preservare la biodiversità e sensibilizzare il pubblico.
La nascita del piccolo bradipo è una buona notizia per la specie ma anche un’occasione per riflettere su quanto ancora resta da fare per proteggere la foresta amazzonica e i suoi fragili abitanti.



