IL PIÙ GRANDE ICEBERG DEL MONDO, A23A, STA AVANZANDO VERSO LE ISOLE SOUTH GEORGIA, NELL’OCEANO ATLANTICO MERIDIONALE, A EST DELLE ISOLE FALKLAND, METTENDO A RISCHIO LA STRAORDINARIA BIODIVERSITÀ DELLA REGIONE, INCLUSA LA SOPRAVVIVENZA DI MILIONI DI PINGUINI, FOCHE E SPECIE MARINE UNICHE AL MONDO
L’iceberg A23a, una minaccia galleggiante
A23a, con una superficie superiore al doppio di quella di Londra, rappresenta una delle strutture naturali più imponenti e affascinanti mai osservate. Questa enorme massa galleggiante si è staccata nel 1986 dalla piattaforma glaciale Filchner-Ronne, in Antartide, e ha trascorso più di tre decenni intrappolata nei fondali del Mare di Weddell, dove la sua posizione stabile ha rallentato il processo di scioglimento.
Solo nel 2020 ha iniziato il suo lungo viaggio verso l’Oceano Meridionale, ma è stata temporaneamente ostacolata da un fenomeno oceanico noto come colonna di Taylor, un vortice causato da montagne sottomarine che creano correnti circolari. Alla fine del 2023, tuttavia, l’iceberg ha ripreso il suo movimento verso le isole South Georgia, un arcipelago situato nell’Oceano Atlantico meridionale a circa 1.390 chilometri a est delle Isole Falkland.
South Georgia, un punto strategico per l’ecologia marina
Questo gruppo di terre si trova in una posizione strategica, tra le acque fredde del Circolo Polare Antartico e le correnti più temperate dell’Atlantico meridionale. La loro posizione geografica è di fondamentale importanza per l’ecologia marina globale, poiché le acque circostanti sono ricche di nutrienti che alimentano un ecosistema straordinariamente vario.
Spesso paragonate alle Galapagos per l’eccezionale varietà biologica, queste terre australi ospitano infatti una delle più grandi concentrazioni di biodiversità marina al mondo. Le colonie di pinguini reali, macaroni (pinguini crestati con ciuffi gialli) e gentoo (pinguini dal becco arancione e testa nera), sono tra le più numerose del pianeta.
Anche le foche e gli elefanti marini, trovano rifugio lungo le loro spiagge. Inoltre, le acque circostanti pullulano di krill antartico, una minuscola creatura fondamentale per l’intera catena alimentare della regione. Questo crostaceo è la principale fonte di cibo per balene, pinguini, foche e molte altre specie marine.
La ricchezza ecologica di questo arcipelago non si limita alla fauna marina. Gli albatros e altre specie di uccelli marini nidificano sulle ripide scogliere e sulle alture di queste isole. Grazie alla loro lontananza dai principali centri abitati, il territorio è rimasto in gran parte incontaminato dall’attività umana, anche se i cambiamenti climatici e gli eventi estremi come l’arrivo dell’iceberg A23a minacciano di alterare questo equilibrio.
Minaccia agli habitat marini
Con una massa stimata di oltre 1.700 chilometri quadrati, l’iceberg A23a rappresenta una seria minaccia per gli ecosistemi marini. La collisione con le acque basse e le piattaforme sottomarine potrebbe bloccare l’accesso alle principali aree di alimentazione di molte specie animali.
Pinguini e foche, che dipendono da percorsi brevi per procurarsi il krill, rischiano di essere costretti a percorrere distanze maggiori. Il che, potrebbe compromettere la loro sopravvivenza. Inoltre, il rilascio di grandi quantità di acqua dolce durante la fusione dell’iceberg potrebbe alterare la salinità delle acque circostanti, influenzando la disponibilità di nutrienti essenziali e le catene alimentari locali.
Questi cambiamenti potrebbero avere ripercussioni globali, data l’interconnessione tra i sistemi oceanici del pianeta. Un esempio passato dimostra la gravità di questi fenomeni: nel 2004, l’iceberg A38-B bloccò le rotte di alimentazione di pinguini e foche, provocando un drastico calo delle popolazioni animali. A23a, essendo significativamente più grande, potrebbe causare danni ancora più estesi.
Impatti sulla biodiversità marina
Lo scioglimento dell’iceberg rilascia enormi quantità di acqua dolce e nutrienti, come il ferro, nell’oceano circostante. Questo fenomeno può avere impatti sia positivi sia negativi sulla biodiversità marina. Da un lato, il rilascio di ferro potrebbe stimolare la crescita del fitoplancton, che è la base della catena alimentare marina. Una maggiore presenza di fitoplancton può favorire la produttività degli ecosistemi, attirando zooplancton, pesci, uccelli marini e persino mammiferi marini.
Tuttavia, un cambiamento così drastico nella composizione delle acque potrebbe favorire alcune specie a discapito di altre, alterando gli equilibri ecologici. Secondo la biologa del British Antarctic Survey (l’organizzazione britannica responsabile della ricerca scientifica e della divulgazione sull’Antartide) Laura Taylor, la fusione di iceberg di queste dimensioni può creare ecosistemi temporanei, ma gli effetti a lungo termine restano incerti e potrebbero destabilizzare l’intero habitat marino.
Riflessioni climatiche
Il viaggio di A23a rappresenta un simbolo dei cambiamenti climatici in atto. L’aumento delle temperature globali ha accelerato il distacco e la fusione di iceberg antartici, contribuendo all’innalzamento del livello del mare e all’alterazione dei cicli naturali degli oceani. Gli scienziati del British Antarctic Survey, a bordo della nave di ricerca Sir David Attenborough, stanno monitorando attentamente l’evoluzione dell’iceberg per comprendere come eventi simili possano influenzare il sequestro del carbonio e i cicli dei nutrienti globali. Questi dati sono fondamentali per sviluppare strategie di mitigazione più efficaci contro le conseguenze del cambiamento climatico.
Fonte
Science Alert