I LUOGHI DI HEMINGWAY IN LUCANIA, TERRA MERAVIGLIOSA E SCONOSCIUTA, NEI DISEGNI ELABORATI DAL VERO, IN VETRINA A TRANI, BIBLIOTECA “G.BOVIO” FINO AL 31 OTTOBRE
La mostra nasce nell’idea e in continuità dei disegni di Leonardo Da Vinci, elaborati nell’estate del 1473, all’età di 23 anni, che ritraggono il Valdarno.
Un momento storico per la pittura e il disegno in cui, nella tradizione artistica occidentale del periodo, il paesaggio era concepito solo come sfondo e non come “soggetto autonomo principale”.
La mia tecnica di disegno unisce il tratto dei disegni di Leonardo alla scultura di Michelangelo. Ho fuso il dettaglio e la precisione dei disegni di Leonardo con la capacità di Michelangelo di scolpire le forme fino al loro limite minimo descrittivo. Questo approccio ha dato vita alla tecnica che caratterizza i miei disegni esposti.
Partendo da questi punti di vista “concettuali e fisici”, i disegni elaborati in Lucania, nei luoghi vissuti da Ernest Hemingway, hanno l’ambizione di voler “conoscere” e “possedere” la bellezza del mondo e dell’ambiente naturale, che la pittura e il disegno permettono, attraverso “l’alta speculazione possibile”. Ossia attraverso l’alta ricerca possibile e la capacità di captare il reale per tramite del disegno, sommando l’immaginario e il visibile ed estendendo il campo della conoscenza.
La Lucania di Carlo Levi
L’esperienza umana e il viaggio in Lucania di Hemingway, nel sud dell’Italia, tra la Puglia e la Lucania, in una terra meravigliosa e sconosciuta, iniziò con l’incontro di Carlo Levi a Roma. Era l’estate del 1959, ed Ernest compiva sessant’anni.
Le opere pittoriche di Levi lo introdussero alla Lucania e al viaggio verso l’architettura e i paesaggi tra la Basilicata e la Puglia.
Un incontro che avviò Hemingway verso un viaggio fisico e metafisico lungo il Basento, tra le colline e le intatte Dolomiti Lucane, in un paradiso incontaminato.
La Lucania gli sembrò un luogo fermo agli inizi del tempo, in cui è necessario tornare, ogni volta che si vogliono rintracciare i valori fondamentali ambientali e umani.
Una forza viva e vitale pronta a diventare forma
Un luogo che esprime l’umanità libera, nella pienezza della vita, non inaridita dall’astratta ragione, che esprime un’immagine vera, profondamente radicata; espressione di molteplici significati di una realtà più vasta.
In esso convivono e coesistono la contemporaneità, il tempo e l’unità del tutto nell’ambiente naturale, architettonico e paesaggistico che contribuisce alla formazione della sua identità ambientale.
La Basilicata vista da Ernest Hemingway
Hemingway si appassionò ai paesaggi intorno ad Aliano, Castelmezzano, Pietrapertosa (nella foto di copertina), Tursi, Accettura e ai borghi tra le montagne.
Lo scrittore americano si appassionò alle leggende dei contadini e dei mammut, che si crede fossero presenti anticamente in Lucania e in Puglia. Si narra che nel lago di Atella ne siano stati scoperti alcuni resti, confermando i racconti popolari di Castelmezzano e Pietrapertosa. In questi luoghi, una montagna calva viene indicata come un antico mammut pietrificato.
L’aria, l’acqua, l’erba, gli alberi e le case di quella terra trasudavano memorie e, con esse, storie. Hemingway fu particolarmente affascinato dalla gente e dal legame profondo tra uomini, animali, ambiente, forme, materiali, spazi e paesaggi.
Osservava con stupore le spontanee composizioni dei borghi, l’ingegneria artistica, la calce sui muri, gli asini, la foresta e le crepe sui monti. I calanchi, le cime, le carraie, gli alberi, i fiori e le pietre coperte di muschio lo incantavano.
Per lui, l’architettura e l’ambiente di questa parte dell’Italia meridionale erano una scoperta assoluta, un mondo unico. Appariva come un “Paradiso Terrestre” dimenticato, dove qualcuno aveva piantato semi da cui nascevano racconti, come quelli dei mammut e degli elefanti bianchi avvistati tra la Puglia e la Lucania.
I disegni dal vero della Lucania di Hemingway
Ho deciso di rifare il viaggio in Italia di Hemingway in occasione di Matera Capitale della Cultura 2019, visitando i luoghi che Ernest Hemingway aveva visto e vissuto. Mi sono fermato in ciascuno di essi, non per scriverne o descriverli, ma per disegnare dal vero i paesaggi che lui aveva attraversato.
Accettura, Aliano, Castelmezzano, Pietrapertosa, Tursi. Questi paesaggi sono ricchi di architettura, segni, memorie e storie. Vengono sì dal passato, ma sono pensati per dare profondità e significato al presente.
Allegato ai “Disegni dal vero” il testo sintetico “Fernanda e gli elefanti bianchi di Hemingway”, di Raffaele Nigro – Rizzoli, Milano, 2010