mercoledì, Marzo 19, 2025

Goletta Verde in Puglia, le tartarughe marine e i tartadog

Ultime News

GIUNTA ALLA 38ESIMA EDIZIONE, GOLETTA VERDE, UNA CAMPAGNA DI LEGAMBIENTE, È APPRODATA IN PUGLIA. TAPPA DEDICATA AL MONDO DELLE TARTARUGHE MARINE E AGLI ALLEATI, AMICI DELLA BIODIVERSITÀ, I TARTADOGS. LEGAMBIENTE PRESENTA I DATI SULLE NIDIFICAZIONI DELLE TARTARUGHE MARINE IN ITALIA.  IL DOSSIER È STATO REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON L’ISTITUZIONE SCIENTIFICA ED ENTE DI RICERCA STAZIONE ZOOLOGICA ANTON DOHRN DI NAPOLI. LIBERATA LA CARETTA CARETTA TINA

È tornata in libertà tra le onde del golfo di Manfredonia la tartaruga marina Sipontina detta Tina curata al Centro Recupero Tartarughe Marine (CRTM) della cittadina pugliese.

Ad “accompagnarla” l’equipaggio di Goletta Verde e il tartadog Paco, uno dei cani delle unità cinofile specializzate nello scovare con il fiuto i nidi di tartaruga per metterli in sicurezza.

Sipontina, detta Tina, nome scelto dai bambini e dalle bambine che hanno preso parte alle attività dedicate alla biodiversità di Goletta Verde, è un esemplare di 16 anni, pescato accidentalmente alcune settimane fa da una rete a strascico a largo di Zapponeta. La segnalazione, effettuata dai pescatori, ha reso possibile il recupero della tartaruga da parte di personale specializzato, che l’ha poi portata al CRTM di Legambiente.

Le attività del Centro di Recupero di Tartarughe Marine di Legambiente a Manfredonia sono sostenute anche dalla campagna di raccolta fondi Tartalove di Legambiente. A questa iniziativa possono aderire anche singoli cittadini che vogliono contribuire alla causa delle tartarughe marine, adottandole simbolicamente. Il Centro dal 2007 ad oggi ha salvato 2.128 esemplari.

Boom di nidi nel Mediterraneo Occidentale

In Italia l’estate 2024 è all’insegna delle tartarughe marine che tornano a nidificare sempre di più sulla costa della Penisola. La stagione 2024, si apre con un boom di nidi nel Mediterraneo Occidentale.

Sono 404 quelli censiti a livello nazionale da maggio a luglio. Un numero destinato ad aumentare nelle prossime settimane e che già ha superato del doppio la cifra rilevata lo scorso anno nello stesso periodo (248 nidi). Complici i cambiamenti climatici e il surriscaldamento delle acque. Undici le regioni interessate da nidificazioni.

Le regioni con più nidi di tartarughe

A guidare la classifica delle regioni con più nidi di tartarughe marine sono quelle del sud Italia. In testa la Sicilia con 129 nidi, seguita da Calabria (107), da Campania (71), Puglia

(61), Molise (1), Basilicata (5) e Sardegna (2). Bene anche le regioni del centro-nord, con la Toscana che registra 15 unità, mentre sono 9 i nidi nel Lazio, 3 in Liguria e 1 nelle Marche.

Legambiente ha riassunto i dati puntuali sulle nidificazioni forniti da Tartapedia, in occasione della tappa di Goletta Verde in Puglia, a Manfredonia.

Al nuovo dossier “Il mondo delle tartarughe marine, tra un mare che cambia e interventi di conservazione” ha collaborato la Stazione Zoologica Anton Dohrn, di Napoli.

Il documento è stato redatto nell’ambito del progetto europeo Life Turtlenest, finalizzato alla tutela dei nidi di Caretta caretta in Italia, Spagna e Francia. La scelta di presentare il report in occasione della tappa di Goletta Verde a Manfredonia non è casuale.

Si tratta,infatti, di una tappa che si colloca esattamente a metà del periodo di nidificazione delle femmine di Caretta caretta. Inoltre, Manfredonia negli anni è diventata anche un fiore all’occhiello nella tutela delle tartarughe marine, grazie al prezioso lavoro portato avanti dal Centro di Recupero Tartarughe Marine e da altre strutture che vedono in prima fila diverse associazioni, comunità locali ed enti lavorare insieme in sinergia.

Importanti le azioni di conservazione della specie

«Se da una parte l’espansione dell’areale di nidificazione e l’incremento della presenza di Caretta caretta sono dovuti a fattori climatici – dichiara Stefano Raimondi, Responsabile Biodiversità di Legambiente – dall’altra hanno contribuito anche le azioni di conservazione della specie portate avanti da diversi progetti, tra cui i Life. Circa vent’anni fa, infatti, si sottolineava la mancanza sul nostro territorio di strutture e personale adeguato al recupero delle tartarughe, fattore che stava incidendo fortemente sulla mortalità post-cattura degli individui».

Grazie a Life Tartanet, partito nel 2004, sono stati istituiti cinque nuovi centri. Grazie al progetto Tartalife, invece, avviato nel 2013, sono stati istituiti nuovi centri di recupero e potenziati quelli esistenti, fino ad arrivare ad oggi, dove possiamo contare ben trentotto  strutture tra centri di recupero e centri di primo soccorso per le tartarughe marine sparsi in tutto il Paese.

L’aumento dei nidi di Caretta caretta in Italia è un fenomeno dovuto, stando a studi scientifici, anche al surriscaldamento delle acque. In particolare, nell’area mediterranea la temperatura delle acque superficiali è aumentata negli ultimi 25 anni di circa 1-2 gradi (raggiungendo in estate anche i 30 °C), mentre quella delle acque profonde è aumentata di 0,2 gradi.

È un fenomeno relativamente recente. Se fino a un decennio fa il sito riproduttivo di elezione di questa specie è sempre stato il Mediterraneo Orientale (Libia, della Grecia, della Turchia e di Cipro), negli ultimi due decenni, questa tendenza è cambiata e il numero dei nidi lungo le coste italiane, francesi e spagnole è cresciuto rapidamente, testimoniando un reale aumento delle femmine nidificanti.

Indispensabile lo sforzo di volontarie e volontari

Ma l’aumento delle nidificazioni lungo le nostre coste è da imputare anche all’aumento degli sforzi di monitoraggio cui si è assistito negli ultimi anni. Per questo motivo un riconoscimento va anche alle centinaia di volontari e volontarie, appartenenti a diverse associazioni, università, enti di ricerca e aree protette, che si impegnano quotidianamente nelle attività di monitoraggio, nella messa in sicurezza e nella sorveglianza dei nidi. Tra questi, anche il personale di Life Turtlenest, che continua a segnalare di giorno in giorno tracce di risalita di mamma tartaruga sugli arenili italiani.

«Cresce il numero dei nidi censiti sulle coste Italiane – dichiara Sandra Hochscheid, ricercatrice al Turtle Point della Stazione Zoologica Anton Dohrn -. Sicuramente un risultato dovuto anche alla più intensa attività di monitoraggio e al lavoro di sensibilizzazione rivolto ai cittadini e agli operatori balneari, che segnalano le tracce o femmine in risalita sulle spiagge agli esperti. Un altro anno record che sembra superare i numeri dell’anno scorso, anche se la distribuzione per Paesi e regioni è diversa. Infatti, la Spagna al momento ha registrato 5 nidi e la Francia 3. Dati probabilmente dovuti a temperature del mare più fredde che si sono registrate dall’inizio della stagione. In Italia invece, dove l’inverno è stato molto mite, soprattutto nel sud, le prime nidificazioni sono avvenute in anticipo, e si stanno già schiudendo le prime uova».

Minacce e azioni di tutela con gli “Amici delle tartarughe”

Tra le principali minacce per le tartarughe marine ci sono anche le attività antropiche dato che le aree di nidificazione spesso coincidono con zone di turismo balneare che, se non opportunamente gestito, rischia di compromettere la schiusa delle uova.

Per questo, Legambiente, nell’ambito del progetto Life Turtenest, sta promuovendo una serie di protocolli con i Comuni, le Aree protette e gli stabilimenti balneari. Si tratta degli accordi bilaterali “Amici delle tartarughe”, che forniscono linee guida specifiche finalizzate a ridurre le minacce e creare un ambiente più sicuro per la specie.

Al momento sono 85 Comuni firmatari, 31 Aree protette e 115 lidi; un numero, quello degli stabilimenti firmatari, destinato a crescere grazie ai protocolli di intesa stipulati a livello nazionale, regionale e provinciale con FIBA, CNA e SIB.

Numero verde ONA

spot_img
spot_img
spot_img

Consulenza gratuita

    Articoli simili