PORTARE LA NATURA VIVENTE E IN PARTICOLARE GLI ALBERI E LE FORESTE ALL’INTERNO DELLE NOSTRE CITTÀ È IL FRUTTO DI UNA RICERCA DELLO STUDIO STEFANO BOERI ARCHITETTI. REALIZZARE LA FORESTAZIONE URBANA IN ITALIA, PERÒ, È BEN ALTRA COSA
Ispirare la forestazione urbana, come fa, attraverso ricerche personali lo Studio Boeri di Milano, è un sano esercizio mentale e un indirizzo progettuale utile, sostenuto da condivisioni, premi, pubblicazioni nazionali e internazionali.
Realizzare la forestazione urbana in Italia, è ben altra cosa, ed è un’impresa titanica.
I Comuni italiani, nella maggior parte dei casi, salvo situazioni particolari, versano in una difficile condizione di bilancio economico generale, per cui è assai difficile per un sindaco decidere di attuare la forestazione della sua città, ossia piantare alberi in aree pubbliche. Potarli con continuità essenziale, innaffiarli quando è necessario e con la giusta quantità d’acqua è un compito difficile da portare a termine. Soprattutto perché, come sappiamo, in molti comuni italiani non c’è acqua sufficiente per gli abitanti, ancor meno per il verde urbano.
Inoltre, curare gli alberi in parchi e giardini, nel modo giusto, in molti comuni del nostro Paese non è cosa facile a farsi. Ancor più creare una giusta forestazione per corrispondere, innanzitutto, a un abbassamento della temperatura in città a seguito dell’ombreggiamento.
Abbassare la temperatura nelle città senza la forestazione urbana si può
Ma prima della forestazione urbana è opportuno porsi una domanda: “Come si può abbassare la temperatura nelle città senza la forestazione urbana ?”. La risposta è da cercarsi innanzitutto nelle vie, piazze, slarghi, i quali, abitualmente, sono asfaltati di colore nero che, di fatto, innalza di molti gradi la temperatura generale in città.
Portando l’attenzione alla tipologia di finitura delle strade urbane le quali sono sottoposte a una manutenzione continua, si può intervenire sull’abbattimento delle temperature nell’immediato, sostituendo il terribile asfalto nero con pavimentazioni di basole ad alto spessore di pietra chiara. Come, ad esempio, si realizzano in molti comuni della Puglia (Nella foto Piazza Vittorio Emanuele a Polignano a Mare).
Un’operazione che molte amministrazioni potrebbero attuare nell’immediato o inserire nella programmazione annuale. Questa semplice sostituzione porterebbe a un naturale abbassamento della temperatura nelle città, di molti gradi, senza ulteriori spese per l’eventuale forestazione.
La forestazione urbana oggi insostenibile per le economie pubbliche
Inoltre, se alla forestazione urbana, insostenibile oggi dalle economie pubbliche, si aggiunge la creazione di tetti giardino, balconi e giardini pensili dei privati, salta agli occhi il problema dell’acqua sia in termini di quantità sia in termini di costi. Perché per la vita e la sopravvivenza di forestazioni pubbliche e tetti verdi privati è necessaria una quantità e una spesa economica che, come sappiamo, già difficile allo stato attuale sia per il pubblico sia per il privato.
Infine, ma non ultima, si pone in generale la questione sull’architettura proposta, negli ultimi anni, dallo Studio Boeri di Milano, con prospetti urbani improbabili. Infatti, per compensare il forte soleggiamento naturale, attenuato con pergolati e parasole per non bruciare e azzerare in poche settimane i giardini sospesi e i tetti verdi delle terrazze assolate, hanno proposto improbabili campi di fiori verticali, multi cromatici o monocromatici.
I quali, di fatto, hanno la pretesa di entrare nel dibattito contemporaneo sull’architettura, sostituendosi alla ricerca millenaria delle forme e dei materiali mettendo in crisi, a mio avviso, un’intera generazione di giovani architetti, compreso me, che, dopo aver studiato nelle facoltà, millenni di architettura, realizzata con materiali naturali e forme ad esse collegate, si trovano oggi a immaginare, gestire e progettare balconi e aiuole continue sospese nel vuoto urbano che, come il bosco verticale di Milano o il futuro bosco orizzontale di Bari, hanno la pretesa di indicare la futura architettura urbana.
Rivedere l’idea di architettura urbana
In sintesi, condividiamo la libera idea della ricerca e delle ispirazioni nonché delle nuove intuizioni tecniche continue, che fanno bene all’intelligenza umana ma, contestualmente, è bene che lo Studio Boeri di Milano si ponga domande progettuali più pertinenti e proprie del mestiere dell’architetto. Cui, sino a oggi, ha saputo dare risposte architettoniche attraverso improbabili e costose torri di condomini urbani, continuamente curati da abili giardinieri acrobatici, costruiti in contesti urbani ricchi, di cui l’Italia è povera. Consigliando di sviluppare la propria ricerca progettuale, ad esempio, nell’edilizia residenziale pubblica in Italia, vero tema su cui l’architettura, nei prossimi anni, deve misurarsi.
Bibliografia Essenziale:
Leonardo Benevolo, L’Italia da costruire, Giuseppe Laterza & Figli, Roma-Bari 1996