lunedì, Ottobre 7, 2024

Dogman, l’amore per i cani alla Biennale di Venezia

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“DOGMAN” È IL TITOLO DELL’ULTIMO LAVORO DEL REGISTA FRANCESE LUC BESSON, PRESENTATO NEI GIORNI SCORSI ALLA BIENNALE DI VENEZIA E IN USCITA IL 5 OTTOBRE IN ITALIA. IL FILM COMMUOVE PER LA STORIA DI UN BAMBINO E DEI SUOI CANI

“Ovunque ci sia un infelice, Dio invia un cane”. È con questa citazione di Alphonse de Lamartine che si apre il commento del regista e sceneggiatore del film “Dogman”, Luc Besson, per la presentazione del suo ultimo lavoro alla Biennale di Venezia.

Il lungometraggio, 114 minuti con gli interpreti Caleb Landry Jones, Jojo T. Gibbs, Christopher Denham, Clemens Schick e Grace Palma, racconta la storia di un bambino segnato dalla vita, che però troverà la salvezza attraverso l’amore dei suoi cani.

L’uscita del film distribuito dalla Lucky Red nelle sale italiane, è prevista dal 5 ottobre 2023.

La locandina della Biennale di Venezia

“Dogman”, ispirato a un episodio reale

Luc Besson ha spiegato che sebbene il film non sia tratto da una storia vera, si è ispirato a un episodio di cronaca.

“L’ispirazione per questo film è scaturita, in parte, da un articolo che ho letto su una famiglia francese che ha rinchiuso il proprio figlio in una gabbia quando aveva cinque anni. Questa storia mi ha fatto interrogare sull’impatto che un’esperienza del genere può avere su una persona a livello psicologico. Come riesce una persona a sopravvivere e a gestire la propria sofferenza? Con Dogman ho voluto esplorare questa tematica” – ha dichiarato il regista.

“La sofferenza è uno stato che accomuna tutti noi e il solo antidoto per contrastarla è l’amore. La società non ti aiuterà, ma l’amore può aiutare a guarire. È l’amore della comunità di cani che Dogman ha fondato a fungere da guaritore e da catalizzatore”.

Una scena del film Dogman (foto: Lucky Red, ripresa da Panorama)

Empatia del pubblico verso il protagonista

“Le persone guardano i film per cogliere una sorta di verità dalla storia, anche se sanno che si tratta di finzione. Volevo essere il più onesto possibile nella realizzazione del film. Voglio che proviate dei sentimenti nei confronti del protagonista, di ciò che fa, delle azioni che compie come reazione alla sofferenza che ha patito. Vorrete fare il tifo per lui”, continua Besson.
“Spero che il pubblico possa elaborare nella propria mente ciò che Dogman ha subito, il dolore che è davvero difficile da ingoiare. Ha sofferto più di quanto la maggior parte delle persone potrà mai soffrire, eppure possiede ancora una dignità”.

Numero verde ONA

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