venerdì, Maggio 23, 2025

Dal Coca Wine alla Coca Cola (parte terza)

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NEL XIX SECOLO LA COCAINA HA INAUGURATO UNA LUNGA STORIA DI SCOPERTE: DA ESPERIMENTI PER ALLEVIARE IL DOLORE, ALLE BEVANDE. FINO AL COCA WINE PIÙ FAMOSO DEL MONDO CHE BEVIAMO TUTT’ORA E CON VARIE MODIFICHE CHE, ALLA FINE, TOLSERO SIA LA COCA SIA IL WINE: LA COCA COLA!

La Coca Cola: bevanda magica con cocaina, caffeina e bollicine da simil-acqua minerale. Tutta salute

Abbiamo già parlato del mondo impazzito per la “coca” più “qualsiasi altra cosa” a cavallo fra il 1860 e il 1915. Mentine, dentifrici, calmanti, prodotti di bellezza e, soprattutto, bevande.

Come potevano gli USA rimanere immuni dal Coca Wine?

E, infatti, il Coca Wine più famoso del mondo e che beviamo tutt’ora (con varie modifiche che alla fine tolsero sia la coca sia il wine) fu inventato ad Atlanta, capitale dello stato americano della Georgia, da un farmacista sfortunato di nome John Smith Pemberton: la Coca Cola!

Originariamente il suo era un vero Coca Wine, non dissimile da quello di Angelo Mariani in Corsica, cui si era ispirato, con foglie di coca intrise nel vino.

Pemberton aveva studiato chimica e medicina all’università e aveva poi aperto quella che allora era considerata una farmacia. Arrivò la guerra civile americana, quella che si vede in “Via col Vento”. Lui era partito militare e aveva combattuto dalla parte dei confederati del Sud, cioè dalla stessa parte degli uomini di Rossella O’Hara e, quindi, dalla parte di coloro che la guerra la persero.

Una spada lo trafisse in battaglia nel 1865, a 34 anni. Iniziò a soffrire di dolori cronici. A quel tempo, venivano usati oppiacei per curare il dolore, perché erano appena stati scoperti (ne abbiamo parlato), e perché anche questi erano considerati miracolosi. Il principe di questi oppiacei era la morfina.

Come per la cocaina, non si sapeva che la morfina potesse portare ad assuefazione. Così Pemberton diventò, senza volerlo, quello che oggi chiameremmo un tossicodipendente. Essendo un farmacista pensò di sperimentare con altre sostanze che potessero allievare questo bisogno spasmodico di morfina ma che allo stesso tempo potessero alleviare il dolore.

Inventò vari intrugli, con piante rare, alcune tossiche e poi iniziò a mescolare alcohol e foglie di coca, ispirato appunto dal Vin Mariani di Francia. Pian piano aggiunse altri ingredienti fra cui cacao e altri estratti floreali. Quando pensò che il suo intruglio fosse completo lo mise in vendita come Pemberton’s French Wine Coca. Ci mise un French perché faceva chic.

A cosa serviva questo Pemberton’s French Wine Coca?

Come per il Vin Mariani, il French Wine Coca era un “meraviglioso invigorente degli organi sessuali”, un metodo per combattere la “neurastenia” fra le donne del Sud (immaginate Rossella O’Hara di “Via col Vento”) e per tutti quelli che avevano problemi di nervosismo, gastrici, costipazione, impotenza. In generale avrebbe aiutato scienziati, poeti, uomini di cultura, avvocati, medici e tutti quelli “stanchi di mente”. Veniva anche pubblicizzato come cura per la dipendenza dalla morfina, che Pemberton ben conosceva.

Oggi molte di queste “malattie” non esistono più, perché erano invenzioni dell’epoca. La neurastenia era di chi aveva “nervi deboli” cosa che oggi ovviamente ci fa ridere.

Ma è qui che la storia cambia rispetto al Vin Mariani. Mentre in Europa si continuava a berlo, ad Atlanta ci si era resi conto che c’era un forte problema di dipendenza dall’alcohol in generale, con o senza coca.

Che la cocaina o il cocaetilene potessero dare problemi non l’avevano ancora capito, ma l’alcohol si. E ad Atlanta si era diffuso il movimento della “temperanza”, un movimento internazionale che invitava a ridurre il consumo di alcohol.

I temperati non solo predicavano gli effetti negativi dell’alcohol ma cercavano attivamente di vietarne il consumo.

Sulla coca non avevano niente da dire  

Interessante che fino ad allora la maggior fonte di alcohol negli USA era il sidro di mele, non vino da uva. Le mele erano abbondanti, le vigne non troppo.

Il movimento della temperanza fu molto influente nel mondo anglosassone e di stampo protestante. I suoi maggiori sostenitori erano in Nord America e nei paesi scandinavi. La “temperanza” fu il precursore del proibizionismo che arrivò in Canada, Norvegia e Finlandia nel 1918, prima di arrivare negli USA nel 1920.

Nel 1886 Atlanta approvò le sue leggi di “temperanza”, precursori di quelle proibizioniste.

Che fare di fronte a questo guaio?

Pemberton decise di produrre una bevanda non-alcolica in alternativa al suo Coca Wine. Iniziò a fare esperimenti con altri ingredienti, fra cui sciroppi zuccherati e noci di kola (cola), dai cui semi arriva la caffeina.

Un giorno, per caso, nei vari intrugli che si inventava, ci mise per caso l’acqua carbonata, con le bollicine. Un’altra idea di quel tempo era che l’acqua frizzante, come quella delle terme, facesse bene. Negli USA erano diventate molto popolari le “soda fountains”, cioè scatolette che producevano acqua simil-termale.

Siccome non puoi portarti le terme a casa, si erano inventati queste macchinette che si potevano mettere dappertutto. E siccome l’acqua termale è frizzante di suo, cercarono di ricreare artificialmente le bollicine con la CO2. La chiamavano “soda water” o acqua di soda, anche se il bicarbonato di sodio (in inglese bicarbonate of soda) non c’era. Molte farmacie dell’epoca avevano queste “soda fountains”, dove appunto poter bere l’acqua finta-termale con le bollicine.

E quindi Pemberton mise assieme due o tre cose miracolose: l’acqua di soda, la caffeina e la cocaina.

Un trinomio imbattibile per la salute!

Fu il ragioniere di questo Pemberton, Frank Mason Robinson, a proporre il nome Coca-Cola perché le due C, delle foglie di coca e delle noci di cola, erano belle da vedersi e perché il suono era gradevole.

Questa nuova bevanda avrebbe offerto le “virtù della coca senza i vizi dell’alcohol”, e sarebbe stata frizzante e temperata, ovviamente tonica, perfetta per la nuova America e si sarebbe bevuta dalle “soda fountains”, di cui sopra.

Sarebbe stata una bevanda intellettuale, che avrebbe aiutato a mettere i nervi in sesto dopo i festeggiamenti del 4 Luglio (Festa per l’Indipendenza degli Stati Uniti),  che avrebbe curato mal di testa e nervi, indigestione e impotenza maschile, che avrebbe dato vigore, e sollievo. Che avrebbe curato la malinconia e l’isteria. Come il French Coca Wine, ma senza l’alcohol, appunto.

Le prime vendite si svolsero alla “soda fountain” della storica Jacob’s Pharmacy di Atlanta, l’ 8 Maggio 1886.

Costo? 5 centesimi a bicchiere.

La prima pubblicità arrivò dopo qualche settimana, il 29 Maggio 1886 sull’Atlanta Journal. Una riproduzione è qui sotto, con le magiche proprietà di questa bevanda con foglie di coca, noci di cola e bollicine. Imbattibile davvero!

Robinson, il ragioniere, aveva pensato a tutto, incluso che la Coca-Cola dovesse avere uno stile visuale suo e cosi sperimentarono anche il modo di presentare il nome del prodotto. Nel 1887 arriva la scritta che è rimasta fino ad oggi, in uno stile di corsivo che allora si chiamava Spencerian script.

Dopo il lancio sul mercato della Coca-Cola, Pemberton si ammalò.

Squattrinato, e ancora dipendente dalla morfina, decise di vendere i diritti e la formula della Coca-Cola. Morì poco dopo, nel 1888.

Interessante che il French Wine Coca di Pemberton venne prodotto fino alla sua morte e non venne mai vietato. Nel 1887 ne furono vendute migliaia.

Il nuovo acquirente

L’acquirente finale della Coca-Cola fu tale Asa Griggs Candler, un businessman di prodotti farmaceutici, che divenne una specie di Angelo Mariani della pubblicità. Non fu facile perché c’era di mezzo il figlio di Pemberton (dipendente dall’oppio pure lui). Costo complessivo dell’operazione? Circa 2.300$.

E cosi arrivò il lancio a grande scala della Coca Cola. Il 1º Maggio 1889 invece che il quadratino in alto di Pemberton, Candler comprò una pagina intera dell’Atlanta Journal per fare pubblicità.

Un successone.

Candler liquidò il suo business farmaceutico per focalizzarsi esclusivamente sulla Coca-Cola e, assieme al ragioniere di Pemberton, Frank Robinson, creò The Coca-Cola Company con un investimento da 100mila $. Seguì tutta una serie di calendari, pubblicità con dive dell’epoca e integrazione con altri prodotti.

Nasce la Coca-Cola in bottiglia

Nel 1894 la fila per la Coca-Cola dalla “soda fountain” del negozio di un certo Joseph Biedenharn, commerciante di caramelle in Mississippi, era diventata cosi lunga che Biedenharn decise di imbottigliarla invece che di vendere la Coca-Cola al bicchiere.

Fu il primo a creare le bottigliette di vetro della Coca-Cola.
Nel 1895 la bevanda con coca, caffeina e bollicine era in tutta America.

A questo punto, e fino alla fine del secolo, la Coca-Cola sembrava essere destinata al volo commerciale senza problemi all’orizzonte, visto che alcohol non ce n’era.

E la cocaina?

Nel passare da un proprietario all’altro e con il passare degli anni, il contenuto in cocaina era cambiato ma non scomparso. Ovviamente la Coca-Cola di oggi non ha nessun interesse a pubblicizzare quanta cocaina ci fosse nel suo prodotto 130 anni fa. Pare, però, che la formula più potente, secondo alcune stime, regalasse ai consumatori ben 9 milligrammi di cocaina a bicchiere. Non lo sappiamo con certezza.

Ad ogni modo, già verso la fine del 1890 il pubblico, circondato da cocaina ovunque, aveva iniziato a notare strani effetti di questa sostanza, della violenza che portava con se, e della dipendenza di quelli che ne abusavano.

Nel 1903 il New York Tribune pubblicò un articolo dove si correlava la cocaina con il crimine, specie fra le persone di colore che ne bevevano troppa e chiesero apertamente al governo di intervenire contro la Coca-Cola.

Prima che arrivassero altri guai, la Coca-Cola decise di non usare più foglie fresche di coca ma solo foglie essiccate da cui la cocaina era stata già eliminata, anche se ne restavano lievi tracce.

Smisero anche di pubblicizzare gli effetti miracolosi e medici della Coca-Cola. A un certo punto passarono dalle foglie esiccate a un estratto totalmente cocaine-free.

Nel 1914 arriva l’Harrison Narcotic Act a rendere illegale la cocaina negli USA.

Nel 1920 arriva il proibizionismo a rendere illegale l’alcohol negli USA.

Ma la Coca-Cola Company aveva agito per tempo e queste leggi non ebbero molte conseguenze per loro, visto che il loro prodotto non conteneva più né alcohol né cocaina.

L’estratto cocaine-free viene usato ancora oggi.

1887, il primo coupon della storia della Coca-Cola, per un bicchiere gratis della bevanda genuina. Il logo è rimasto più o meno lo stesso finora

Curiosità:

L’estratto si prepara nel New Jersey ed è l’unico impianto degli USA autorizzato ad importare e a processare foglie di coca, che arrivano dal Peru e dalla Bolivia. La ditta che estrae la cocaina si chiama Stepan Company. L’estratto va alla Coca-Cola e la cocaina viene venduta alla Mallinckrodt, l’unica compagnia USA autorizzata a usare cocaina per motivi medici.

Ci furono altre battaglie sul contenuto di caffeina della Coca-Cola ma anche quello venne modificato nel corso degli anni.

Il museo della Coca-Cola di Atlanta non fa menzione della coca o della cocaina: per pudore?

Il governo americano cercò di imporre alla Coca-Cola Company di togliere la parola Coca dal nome ma dopo vari tira e molla legali il nome restò.

La formula della Coca-Cola, segreta, si trova oggi in una cassaforte e la conoscono in pochissimi.

In Spagna avevano già sperimentato una formula simile alla Coca-Cola di Pemberton. La bevanda si chiamava “Kola Coca”. La Coca-Cola Company ne comprò i diritti nel 1953.

Leggi:

La coca, prima del fentanyl (parte prima)

Dalla medicina al business: l’epoca d’oro della cocaina (parte seconda)

Numero verde ONA

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