IL 2024 È STATO L’ANNO PIÙ CALDO MAI DOCUMENTATO. 351 EVENTI METEOROLOGICI ESTREMI HANNO COLPITO LA PENISOLA. DA NORD A SUD ESONDAZIONI E SICCITÀ. MALE IL GOVERNO MELONI. IL RAPPORTO DELL’OSSERVATORIO CITTÀ CLIMA DI LEGAMBIENTE
L’Italia appare sempre più vulnerabile alla crisi climatica, con il 2024 che si distingue come l’anno dei record negativi. Il programma europeo Copernicus ha registrato un ulteriore primato globale delle temperature, designando l’anno appena trascorso come quello più caldo mai documentato. Per la prima volta, si è superata la soglia critica di 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali.
Novembre 2024 è stato il secondo mese di novembre più caldo a livello globale, con una temperatura media superficiale di 14,1°C, cioè 0,7°C sopra la media del periodo 1991-2020. Novembre ha segnato un incremento di 1,6°C rispetto all’epoca pre-industriale, rappresentando il sedicesimo mese su diciassette consecutivi con temperature superiori alla soglia di 1,5°C.
Nel mese in questione, anche le temperature del mare, in superficie hanno raggiunto livelli record, con una media di 20,6°C, appena 0,13°C sotto il picco del novembre 2023.
2024 anno record di eventi meteorologici estremi
Il 2024 è stato segnato da 351 eventi meteorologici estremi che hanno colpito la Penisola; per il terzo anno consecutivo superata quota trecento. Questo rappresenta un aumento del 485% rispetto al 2015, quando se ne registrarono solo sessanta.
Tra i fenomeni più devastanti spiccano i danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), le esondazioni fluviali (+24%) e gli allagamenti causati da piogge intense (+12%). L’Italia si è trovata divisa tra scarsità e abbondanza d’acqua, evidenziando una fragilità strutturale nel fronteggiare gli effetti della crisi climatica, sottolinea l’Osservatorio Città Clima di Legambiente.
L’Emilia-Romagna si conferma come la regione più colpita, seguita da Lombardia, Sicilia, Veneto e Piemonte. Tra le province, Bologna guida la classifica con 17 eventi estremi, seguita da Ravenna e Roma con 13 eventi ciascuna. Tra le grandi città, Roma è quella maggiormente colpita, seguita da Genova e Milano.
Il rapporto dell’associazione ambientalista traccia un quadro allarmante della crisi climatica in Italia nel 2024. Il fascicolo sottolinea come il Paese continui a trovarsi impreparato, anche negli ultimi giorni dell’anno segnati da piogge torrenziali, mareggiate e venti forti.
Nel dettaglio, il 2024 ha visto:
- 134 casi di allagamenti dovuti a piogge intense;
- 62 danni causati dal vento;
- 46 esondazioni fluviali;
- 34 eventi di siccità prolungata;
- 30 danni da grandinate;
- 19 frane provocate da piogge intense;
- 9 danni alle infrastrutture;
- 8 mareggiate;
- 2 danni al patrimonio storico;
- 1 caso di temperature record.
Il nord Italia è stato il più colpito con 198 eventi estremi, seguito dal sud con 92 e dal centro con 61. L’Emilia-Romagna ha registrato 52 eventi, la Lombardia 49, la Sicilia 43, il Veneto 41 e il Piemonte 22. Sul fronte degli allagamenti, la Lombardia ha registrato 25 eventi, seguita da Emilia-Romagna con 22 e Sicilia con 15. Per le esondazioni fluviali, l’Emilia-Romagna guida con 14 eventi, seguita da Lombardia con 8 e Veneto con 5.
L’impatto del riscaldamento globale si fa sentire anche in alta quota, con il Piemonte che nel 2024 ha visto lo zero termico raggiungere i 5.206 metri, avvicinandosi al record di 5.296 metri del 2015. I ghiacciai continuano a ritirarsi, con gravi ripercussioni su ecosistemi e biodiversità.
Sardegna: siccità, razionamento e cattiva gestione della risorsa idrica
La Sardegna, particolarmente colpita dalla siccità, ha subito danni significativi agli ecosistemi. L’isola è stata costretta a razionalizzare l’uso dell’acqua per minimizzare l’impatto sulle economie locali. Legambiente sottolinea la necessità di ridurre drasticamente le perdite idriche, migliorare la gestione della rete e riutilizzare le acque reflue a scopi irrigui.
Male il governo Meloni
Critiche pesanti ha rivolto Legambiente al Governo Meloni per l’inerzia dimostrata nell’affrontare la crisi climatica. Mancano strategie di prevenzione e risorse economiche per attuare il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), che resta una misura inefficace. Inoltre, non è stato ancora emanato il decreto per l’istituzione dell’Osservatorio Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici.