giovedì, Dicembre 12, 2024

Tumore alla prostata. L’importanza della prevenzione

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IL TUMORE ALLA PROSTATA È TRA LE PATOLOGIE ONCOLOGICHE PIÙ COMUNI NEGLI UOMINI, SPECIALMENTE OLTRE I 55 ANNI, CON CIRCA 1,3 MILIONI DI NUOVI CASI NEL MONDO OGNI ANNO, DI CUI OLTRE 43MILA IN ITALIA. FONDAMENTALE PROMUOVERE LA PREVENZIONE E I CONTROLLI REGOLARI PER MIGLIORARE LA DIAGNOSI PRECOCE E LA QUALITÀ DELLA VITA DEI PAZIENTI. A NOVEMBRE CAMPAGNA INFORMATIVA DI LONGEVITAS

Sintomi e diagnosi del tumore alla prostata

La prostata è una piccola ghiandola, simile a una castagna, situata sotto la vescica e deputata alla produzione di parte del liquido seminale. Quando colpita da una neoplasia, i sintomi iniziali possono essere lievi o addirittura assenti. Cosa che ostacola una diagnosi tempestiva. In stadio avanzato, però, la patologia può manifestarsi con problemi urinari, come difficoltà nella minzione, necessità di urinare frequentemente, dolore durante l’atto e, in alcuni casi, dolore osseo e disfunzioni erettili.

La diagnosi viene effettuata tramite esami specifici, tra cui il test dell’antigene prostatico specifico (PSA), l’esplorazione rettale e, quando necessario, una biopsia. Il dosaggio del PSA, tuttavia, non sempre offre una risposta chiara, poiché valori elevati possono essere dovuti anche a condizioni benigne.

I trattamenti attuali e l’importanza della prevenzione

Per contrastare il tumore alla prostata, la prevenzione riveste un ruolo fondamentale

Le opzioni terapeutiche per il carcinoma della prostata dipendono dallo stadio della malattia e dalle condizioni complessive di salute del paziente. I principali trattamenti includono l’intervento chirurgico, che può prevedere la rimozione totale della prostata (prostatectomia), la radioterapia e la terapia ormonale per ridurre i livelli di testosterone, ormone che può favorire la crescita del tumore. 

Negli ultimi anni, l’avvento della chirurgia robotica e delle tecniche avanzate di radioterapia ha migliorato la precisione degli interventi, riducendo gli effetti collaterali. Tuttavia, le terapie possono ancora causare impatti significativi sulla vita dei pazienti, come incontinenza e disfunzioni sessuali.

Per contrastare questa patologia, la prevenzione riveste un ruolo fondamentale: sottoporsi a controlli periodici consente una diagnosi precoce, aumenta le possibilità di trattare efficacemente la malattia e riduce le complicanze.

La campagna di Fondazione Longevitas

Con l’obiettivo di sensibilizzare gli uomini sulla prevenzione del tumore alla prostata, la Fondazione Longevitas ha lanciato una campagna informativa per il mese di novembre 2024.

Il progetto, come ha spiegato la presidente della fondazione Eleonora Selvi, è incentrato sulla diffusione di informazioni e consigli per incoraggiare gli uomini a sottoporsi a controlli periodici. «È il tumore più diffuso tra quelli che colpiscono la popolazione maschile – ha ricordato -. Ma oggi si convive sempre più con questa patologia se la si diagnostica per tempo».

La campagna si rivolge principalmente agli uomini over 65 e prevede un ciclo di cinque conferenze a Palermo, Bari, Roma, Milano e Torino, dove urologi ed esperti del settore forniranno consigli e raccomandazioni su come affrontare questa patologia.

Le informazioni saranno accessibili anche attraverso social media, sito web e newsletter, offrendo una piattaforma digitale che include interviste con specialisti e contenuti formativi.

«Vogliamo che le persone siano informate», ha concluso Selvi, sottolineando l’importanza di un’informazione capillare per combattere il tabù maschile che spesso ostacola la prevenzione.

Europa Uomo e il progetto pilota in Lombardia

Accanto all’iniziativa della Fondazione Longevitas, l’associazione Europa Uomo ha avviato un progetto pilota in collaborazione con la Regione Lombardia per introdurre uno screening periodico per gli uomini tra i 50 e i 69 anni, una popolazione stimata di circa 1,4 milioni di persone solo in questa area.

«Si è sempre parlato di un tumore dellanziano, ma di fatto non è sempre così», ha dichiarato il presidente Claudio Talmelli. «Attualmente, in Italia ci sono 574mila malati che stanno seguendo le varie cure, con 43mila nuovi casi e ottomila decessi ogni anno».

“Numeri che affermano un alto tasso di incidenza ma un altrettanto buon tasso di sopravvivenza: “questo vuol dire che con questa malattia si può guarire, si vive a lungo, tant’è vero che il grado di sopravvivenza di affetti a tumore alla prostata è del 93% sui 5 anni e supera di gran lunga l’80% sui 10 anni”, precisa la nota.

La mancanza di un programma di screening strutturato, come quelli esistenti per il tumore al seno o al colon-retto, rende difficile individuare il tumore alla prostata in fase precoce. Lo screening mirato previsto dal progetto in Lombardia si concentra su gruppi a rischio elevato, consentendo un monitoraggio più accurato e interventi tempestivi. Ma perché gli uomini sottovalutano questa condizione?

Il problema è culturale. Necessario rompere il tabù maschile

Oltre agli ostacoli medici, c’è anche una componente culturale che influisce sulla prevenzione. Molti uomini sono restii a sottoporsi a controlli per timore di dover affrontare problemi di virilità o autostima legati alla salute sessuale.

«Le problematiche più gravi per i pazienti in terapia sono la disfunzione erettile e lincontinenza urinaria», ha osservato Talmelli, sottolineando come questi sintomi possano pesare sulla qualità della vita e portare molti uomini a trascurare la propria salute.

A differenza del tumore al seno, dove testimonial famosi e campagne di sensibilizzazione hanno contribuito a promuovere la prevenzione, nel caso del tumore alla prostata manca una figura pubblica che rappresenti e incoraggi gli uomini ad affrontare questo percorso.

«È normale – negli Stati Uniti – sentire che Robert De Niro ha il tumore alla prostata, che altri attori o personaggi famosi hanno il tumore alla prostata, perché succede normalmente agli uomini. Qui non c’è nessun testimonial e questa è anche una delle nostre difficoltà, quella di trovare qualcuno che ci rappresenti e che possa spingere l’uomo di tutti i giorni, l’uomo della strada, a fare la prevenzione», ha spiegato Talmelli.

L’importanza della tempestività

In un contesto dove la prevenzione può fare la differenza tra una vita serena e una diagnosi tardiva, è fondamentale superare i tabù che circondano il tumore alla prostata. Parlare apertamente della propria salute, informarsi e sottoporsi ai controlli periodici sono passi necessari per permettere agli uomini di affrontare la malattia con consapevolezza e dignità.

«Ricevere una diagnosi non deve significare la fine della qualità di vita: seguire un percorso di monitoraggio e cure tempestive consente di vivere pienamente, rompendo lisolamento e la paura che troppo spesso accompagnano questo tipo di patologia».

Calendario delle iniziative in aggiornamento:

Primo incontro: Palermo – 13 novembre, ore 16:30 – presso il Circolo Auser Leonardo Sciascia, in via Nissa 1.

Secondo incontro: Bari – 02 dicembre, ore 16.30 – presso il Centro Anziani Gea Cooperativa sociale in Via Dante 104.

Seguiranno le tappe di Milano (4 dicembre), Torino e Roma.

Numero verde ONA

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