venerdì, Maggio 23, 2025

Stati Generali del turismo storico della Guerra Fredda in Friuli Venezia Giulia. Un viaggio nel tempo

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L’11 OTTOBRE 2024, UDINE OSPITERÀ UN EVENTO DI FONDAMENTALE IMPORTANZA PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO DELLA GUERRA FREDDA NEL FRIULI VENEZIA GIULIA. GLI STATI GENERALI DEL TURISMO STORICO DELLA GUERRA FREDDA RAPPRESENTANO UN’OPPORTUNITÀ UNICA PER ESPLORARE LE “CICATRICI” DI UN’EPOCA CHE HA SEGNATO PROFONDAMENTE LA STORIA EUROPEA E PER PROGETTARE UN FUTURO IN CUI QUESTE TESTIMONIANZE POSSANO DIVENTARE ATTRAZIONI TURISTICHE E CULTURALI. IN UN CONTESTO IN CUI IL TURISMO SI STA EVOLVENDO VERSO ESPERIENZE PIÙ SIGNIFICATIVE E COINVOLGENTI, QUESTA INIZIATIVA MIRA A METTERE IN RETE LE RISORSE STORICHE, OLTRE CHE AMBIENTALI, DELLA REGIONE, TRASFORMANDO IL FRIULI VENEZIA GIULIA IN UNA VERA E PROPRIA MACCHINA DEL TEMPO, CAPACE DI RIPORTARE I VISITATORI ATTRAVERSO I GRANDI CONFLITTI DEL NOVECENTO

Il contesto storico della Guerra Fredda

La Guerra Fredda, un periodo di tensione geopolitica che ha caratterizzato gran parte del ventesimo secolo, ha lasciato un’impronta indelebile in molte parti d’Europa e il Friuli Venezia Giulia non fa eccezione. Situata al confine tra Occidente e Oriente, questa regione ha vissuto un’intensa militarizzazione e un proliferare di strutture difensive, molte delle quali sono ancora visibili oggi. Con oltre 1300 edifici eretti durante la Guerra Fredda, la regione offre un patrimonio storico unico, che va dalla realizzazione di bunker e fortificazioni fino alla creazione di musei dedicati.

Queste strutture non solo raccontano la storia di un conflitto mai combattuto sul suolo italiano, ma rappresentano anche un simbolo della divisione europea, della paura e della resilienza degli anni che seguirono la Seconda Guerra Mondiale. L’arte della guerra, l’architettura militare e i racconti umani di questo periodo si intrecciano in un mosaico complesso che merita di essere esplorato e raccontato.

L’incontro di Udine: gli Stati generali del turismo storico

La giornata dell’11 ottobre sarà dedicata a un attento censimento delle iniziative già in atto e delle strategie future per la valorizzazione di questo patrimonio storico. Con la direzione scientifica di Tommaso Piffer dell’Università di Udine, l’evento “Stati generali del turismo storico della Guerra Fredda in Friuli Venezia Giulia” vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni e esperti del settore. L’obiettivo è quello di creare un network che possa unire le varie risorse storiche, in grado di migliorare l’offerta turistica della regione e promuovere una maggiore consapevolezza storica tra i visitatori.

La mattinata inizierà alle 9.30 nella sede della Fondazione Friuli. La prima sessione sarà dedicata al patrimonio della Guerra Fredda, con interventi di esperti come Adele Camassa e Valentina di Bella dell’Agenzia del Demanio, che discuteranno la disponibilità del patrimonio immobiliare di quell’epoca. Nicola Revelant di PromoTurismoFVG presenterà le prospettive per la valorizzazione turistica di questi luoghi, ponendo l’accento sull’importanza di integrare la storia con l’esperienza turistica.

I progetti in corso e le iniziative future

La seconda sessione della conferenza “stati generali” si focalizzerà su progetti di valorizzazione culturale e storica in corso, grazie a due iniziative significative. Tra i relatori, Giulia Caccamo dell’Università di Trieste presenterà il Progetto Soglia di Gorizia, mentre Andrea Monopoli dell’Università di Udine discuterà del Sistema Difensivo del Friuli Venezia Giulia e del progetto Frontiera Est. Approfondiamo la questione.

Progetto Soglia di Gorizia

Il Progetto Soglia di Gorizia ha quale obiettivo valorizzare il patrimonio storico e culturale della città, che ha vissuto significative trasformazioni nel corso del Novecento. L’iniziativa, non si limita a preservare la memoria storica, ma si propone anche di rilanciare l’immagine della località come un punto di incontro tra culture diverse. Attraverso interventi di restauro e valorizzazione di edifici storici, spazi pubblici e percorsi culturali, il progetto mira a creare un ambiente favorevole per il turismo e l’interazione sociale. Giulia Caccamo illustrerà le strategie adottate per coinvolgere la comunità locale, sottolineando l’importanza di un approccio partecipativo per garantire il successo di tali iniziative.

Sistema difensivo del Friuli Venezia Giulia e Progetto Frontiera Est

Il progetto Frontiera Est, presentato da Andrea Monopoli, si propone di esplorare e valorizzare le strutture militari storiche del Friuli Venezia Giulia, con particolare attenzione al Vallo Alpino del Littorio e alle fortificazioni adattate dalla NATO negli anni Cinquanta. Questo sistema difensivo, originariamente concepito per rispondere a esigenze strategiche, rappresenta un patrimonio architettonico di grande rilevanza storica e culturale.

Uno degli esempi più emblematici che sarà discusso è il Bunker San Michele a Savogna d’Isonzo: un’interessante testimonianza della storia militare italiana.

Purtroppo molte di queste strutture sono attualmente in stato di abbandono. Rappresentano un rischio per la sicurezza pubblica, possiedono, invece, un immenso potenziale turistico e didattico. In questo contesto, sia il progetto Frontiera Est sia la Soglia di Gorizia si concentrano sulla videoproduzione di narrazione storica dal titolo “Viaggiatori nel tempo: il Friuli Venezia Giulia compendio del Ventesimo secolo”, che sarà presentata da Emma dal Mas dell’Istituto Universitario Europeo. Questo progetto, realizzato in collaborazione con l’Università di Udine e Friuli Storia, mira a diffondere la conoscenza della storia del Friuli attraverso un approccio innovativo e coinvolgente.

Per musei e strutture militari

Nel pomeriggio, l’attenzione si sposterà sulle strutture militari e i musei presenti sul territorio. Paolo Blasoni, rappresentante dell’Associazione Landscapes, parlerà dell’Opera 4 di Malborghetto Valbruna, mentre Stefano Cogni dell’Associazione Nazionale Fanti d’Arresto si concentrerà sul Bunker dell’opera di Monte San Michele. Ulteriori interventi di Enrico Amadori (ASSFNE) e Antonio de Toni (Pro Loco Nediške Doline – Valli del Natisone) arricchiranno il dibattito, trattando rispettivamente dello Sbarramento di Monte Croce Carnico e dei bunker di Purgessimo e della Subida.

Un rappresentante della Comunità di Montagna del Gemonese fornirà dettagli sui progetti di conservazione e valorizzazione delle fortificazioni nella zona. Inoltre, Andrea D’Aronco dell’Associazione Friuli Storia e Territorio presenterà il Museo della Guerra Fredda di Chiusaforte, un luogo che raccoglie memorie e testimonianze di quell’epoca. Si parlerà anche del Museo Lasciapassare/Prepustinca al valico del Rafut, illustrato da Alessandro Cattunar, il quale racconterà come queste strutture siano diventate importanti per la memoria storica locale.

Prospettive internazionali

La giornata si concluderà con una panoramica sul turismo della Guerra Fredda in Europa. Piero Zin dell’Università di Udine presenterà le esperienze all’estero, mentre Rok Bavčar del Goriški Muzej offrirà approfondimenti sul Museo del Confine di Nova Gorica. Non mancherà uno sguardo sul Bunker Museum di Dobbiaco, con un intervento via Zoom di Curti Covi.

Questi Stati Generali non rappresentano solo un incontro, ma un passo significativo verso la creazione di un network che possa promuovere e valorizzare il patrimonio storico del Friuli Venezia Giulia. Con il supporto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Friuli e del progetto PRIN PNRR “Cultural heritage of war on the borderland”, l’evento segna l’inizio di un percorso che potrebbe trasformare la regione in una meta turistica di eccellenza, capace di attrarre visitatori interessati non solo alla bellezza dei suoi paesaggi, ma anche alla profondità della sua storia.

Oltre la storia c’è di più

Oltre alla ricca e complessa storia che caratterizza il Friuli Venezia Giulia, la regione si distingue anche per le sue straordinarie bellezze naturali. Questo territorio, che si estende dalle maestose Alpi Giulie fino alle dolci colline del Collio e alle coste adriatiche, offre una varietà di paesaggi che incantano e affascinano i visitatori. I monti, le valli, i fiumi e i laghi non solo raccontano la storia della geologia della zona, ma ospitano anche una biodiversità ricca e variegata.

Esplorando i paesaggi naturali

Iniziamo il nostro viaggio dai parchi naturali, che sono veri e propri scrigni di biodiversità. Il Parco Nazionale del Friuli Venezia Giulia, con i suoi oltre 26mila ettari di territorio, è un esempio di come la regione preservi e valorizzi la sua ricchezza naturale. Qui, è possibile avvistare cervi, caprioli, e diverse specie di rapaci che popolano i boschi e le valli. Le Alpi Giulie, con i loro picchi imponenti, sono una location ideale per le escursioni. Scalare cime come il Monte Canin o il Monte Lussari regala scorci spettacolari sulla vallata e sul vasto cielo azzurro.

Non lontano dalle Alpi, il Carso si presenta con il suo paesaggio unico, caratterizzato da doline, grotte e una flora endemica affascinante. Questa zona è un paradiso per gli amanti del trekking e della speleologia, con grotte come la Grotta Gigante, una delle più grandi del mondo, che invitano a esplorazioni avventurose. Quanto alla vegetazione, ospita boschi di faggio, abete rosso e larice, mentre i pendii più soleggiati sono caratterizzati dalla presenza di vigneti e frutteti, piante rare e fiori selvatici.

Fiumi e laghi: gemme della natura

Il fiume Isonzo, celebre per le sue acque cristalline e il vibrante colore turchese, rappresenta una gemma naturale del Friuli Venezia Giulia. Oltre a offrire un rifugio per numerose specie ittiche, tra cui la trota marmorata e il salmerino, l’Isonzo è anche una meta privilegiata per chi ama le attività all’aperto come il kayak, il rafting e la pesca sportiva. Le sue sponde sono costellate di sentieri che permettono di immergersi in un ambiente naturale incontaminato, ideale per escursioni a piedi o in bicicletta, offrendo panorami mozzafiato e una pace rigenerante.

Isonzo teatro della Prima Guerra Mondiale

Ma l’Isonzo non è soltanto un luogo di bellezza naturale; esso ha anche una profonda rilevanza storica. Durante la Prima Guerra Mondiale, le sue rive furono teatro di alcuni dei combattimenti più intensi e tragici del conflitto tra l’Italia e l’Impero austro-ungarico, noti come le Battaglie dell’Isonzo. Tra il 1915 e il 1917, lungo il suo corso si svolsero ben dodici battaglie sanguinose, in cui entrambe le parti subirono pesanti perdite. Questi scontri furono caratterizzati da dure condizioni ambientali e da una guerra di trincea implacabile, spesso resa ancora più difficile dalla natura impervia del terreno montano circostante.

La più famosa di queste battaglie fu senza dubbio la Battaglia di Caporetto (ottobre 1917), che segnò una delle sconfitte più devastanti per l’esercito italiano. Conosciuta anche come Dodicesima Battaglia dell’Isonzo, Caporetto è diventata un simbolo della disfatta militare, ma anche di resistenza e riorganizzazione. Dopo questa rovinosa sconfitta, gli italiani riuscirono a riorganizzarsi lungo il fiume Piave, un punto di svolta che permise all’Italia di invertire il corso della guerra fino alla vittoria finale. Oggi, lungo il percorso dell’Isonzo, si possono visitare vari siti storici, come musei, memoriali e cimiteri di guerra, che testimoniano il dramma e l’eroismo di quegli anni.

Oltre alla sua storia, il corso d’acqua è celebre per la straordinaria bellezza paesaggistica che lo circonda. Le sue rive verdeggianti e i fondali limpidi ospitano una ricca biodiversità, con specie ittiche autoctone come la trota marmorata. Gli amanti della natura possono godere di numerose attività all’aperto lungo le sue sponde, tra cui kayak, rafting e escursioni attraverso sentieri che attraversano boschi e aree fluviali incontaminate.

Altre bellezze naturali

Un altro corso d’acqua altrettanto significativo è il fiume Tagliamento, spesso definito uno degli ultimi fiumi selvaggi d’Europa. Le sue pianure alluvionali, con le loro dinamiche di erosione e deposizione, creano habitat perfetti per una grande varietà di fauna. In particolare, il Tagliamento è un punto cruciale per il passaggio degli uccelli migratori, rendendolo una destinazione privilegiata per il birdwatching.

Infine, i laghi della regione, come il Lago di Cavazzo e il Lago di Fusine, arricchiscono ulteriormente il patrimonio naturale del Friuli Venezia Giulia. Il Lago di Cavazzo, il più grande della regione, offre una perfetta combinazione di tranquillità e attività all’aperto, come il canottaggio e i pic-nic lungo le rive. Il Lago di Fusine, circondato dalle maestose Alpi Giulie, affascina per la bellezza del suo paesaggio montano, che si specchia nelle sue acque, creando un’atmosfera incantata, ideale per passeggiate rigeneranti e momenti di contemplazione.

Una fauna unica

La varietà di habitat consente la proliferazione di numerose specie animali come il lupo, l’orso bruno e il gipeto. Il lupo, simbolo di libertà e ferocia, è tornato a popolare le Alpi e le zone montane della regione, dopo un periodo di estinzione locale. Questo predatore sociale, che vive in branchi ben strutturati, svolge un ruolo fondamentale nel mantenere l’equilibrio dell’ecosistema, contribuendo al controllo delle popolazioni di ungulati e alla salute generale del bosco. La sua presenza è un indicativo della qualità degli habitat, poiché il lupo predilige aree ricche di prede e con bassa antropizzazione.

L’orso bruno, un’altra specie presente in questa zona, si muove tra le fitte foreste montane e le valli del Friuli. Le mamme orso e i loro cuccioli possono spesso essere avvistati durante le passeggiate estive nei boschi, mentre cercano bacche, frutta e radici. La presenza dell’orso bruno rappresenta non solo un patrimonio naturale da preservare, ma anche un indicatore della salute degli ecosistemi forestali.

Il Gipeto e la conservazione

Particolarmente degno di nota è il gipeto, un avvoltoio di grandi dimensioni che ha subito un significativo programma di reintroduzione nella Riserva Naturale del Lago di Cornino. Questo magnifico rapace, con il suo volo maestoso e la grande apertura alare, è noto per la sua dieta composta principalmente da carcasse di animali. La sua reintroduzione contribuisce, non solo al mantenimento dell’equilibrio ecologico, ma rappresenta anche un simbolo della resilienza della natura e degli sforzi di conservazione attuati in regione. 

Fauna acquatica 

Non solo i grandi mammiferi, ma anche la fauna acquatica e gli uccelli migratori arricchiscono il panorama faunistico del Friuli Venezia Giulia. I fiumi e i laghi ospitano una varietà di specie di pesci, tra cui trote, carpe e barbi, mentre le zone umide sono un rifugio per molte specie di uccelli, tra cui aironi, anatre e cormorani. Durante i periodi di migrazione, è possibile avvistare numerose specie di uccelli che si fermano per riposare e nutrirsi lungo le rotte migratorie che attraversano la regione.

Informazioni sull’evento: Stati generali del turismo storico

Per maggiori informazioni sull’evento, è possibile contattare la segreteria dell’Associazione Friuli Storia all’indirizzo email segreteria@friulistoria.it o scrivere all’ufficio stampa di Vuessec a ufficiostampa@volpesain.com. Questo evento promette di essere un’occasione imperdibile per scoprire e riscoprire il ricco patrimonio culturale e ambientale del Friuli Venezia Giulia, rendendo omaggio a una storia che, sebbene segnata da conflitti e divisioni, offre oggi nuove opportunità di unione e crescita.

Numero verde ONA

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