lunedì, Gennaio 13, 2025

Il ruolo dei territori di confine durante le guerre

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UDINE E GORIZIA, CITTÀ STRATEGICHE NEGLI ANNI DELLA GUERRA FREDDA, OSPITERANNO, DAL 9 ALL’11 MARZO PROSSIMO, UN FORUM INTERNAZIONALE SUI TERRITORI DI CONFINE E SUL LORO RUOLO DURANTE I CONFLITTI BELLICI. STALIN: UCRAINA CUSCINETTO CONTRO L’OCCIDENTE

È un preciso strumento di lettura dei tempi, la storia e rileggerla aiuta a comprendere gli scenari della nostra epoca. Con questo spirito, è stato promosso un Forum internazionale dal titolo “Terre di confine: dalla Guerra fredda ai conflitti del nostro tempo”.

Saranno Udine e Gorizia a ospitarlo dal 9 all’11 marzo 2023. Le due città hanno rivestito un ruolo strategico negli anni della Guerra fredda, considerata l’antefatto dei conflitti di oggi in Europa e nel mondo.

Il Forum, uno sguardo retrospettivo per proiettare la storia sui drammatici accadimenti di questi ultimi mesi, riesaminerà il ruolo chiave dei territori di confine. Inaugurerà anche una partnership fra Friuli Storia, Università di Udine e Università di Harvard all’indomani del primo anno di guerra in Ucraina.

Terre di confine: dalla Guerra fredda ai conflitti del nostro tempo

La Guerra fredda è un periodo storico da indagare e rileggere. Deve essere capita pienamente, partendo dalla sua genesi. Solo così si potranno comprendere i contesti drammatici e conflittuali in cui l’Europa e il mondo si trovano immersi oggi.

Infatti, l’impatto della Guerra fredda sulle zone di confine è durato ben oltre il crollo del muro di Berlino. Questo è il filo rosso del Forum internazionale organizzato dall’Associazione Friuli Storia che potrà contare sul contributo di una quarantina di analisti e studiosi internazionali.

I partecipanti saranno impegnati in otto percorsi tematici per esaminare capillarmente gli accadimenti prodotti nel corso della Guerra fredda e la loro onda lunga su quanto stiamo vivendo.

Parleranno degli incidenti lungo il confine fra Austria, Ungheria e Cecoslovacchia o fra Austria e Jugoslavia e delle minoranze russe in Corea. Soprattutto divulgheranno quello che succedeva attraverso i confini varcati da contrabbandieri, spie, prostitute e rifugiati politici.

La tre giorni sui territori di confine

Sarà lo storico Mark Kramer, Direttore del Centro Studi sulla Guerra Fredda di Harvard, a inaugurare il Forum a Udine il 9 marzo. La sua lectio sarà introdotta dal direttore scientifico del Forum Tommaso Piffer.

A chiudere i lavori, sabato 11 marzo, sarà invece l’intervento dell’accademico Charles S. Maier, professore di Storia europea ad Harvard.

«La tre giorni di marzo – ha detto Tommaso Piffer apre uno sguardo retrospettivo sulle Terre di confine nell’Europa centro-orientale, ma anche nella vasta area eurasiatica e va alle radici dei conflitti che stiamo attraversando. Fu all’alba della Guerra fredda che Stalin decise di espandere i confini dell’Ucraina perché fungesse da cuscinetto contro l’Occidente, favorendo una forte emigrazione russa nelle zone orientali del Paese per presidiare il controllo sovietico di quelle zone di confine».

Il ruolo delle grandi potenze sarà indagato con riferimento al conflitto russo-giapponese, alla disputa sino-sovietico sui confini e alla polveriera dei Balcani.

Il progetto Frontiera Est

Ai nastri di partenza un’ulteriore iniziativa: il progetto Frontiera Est avviato dall’Università di Udine in sinergia con l’Associazione Friuli Storia. Un format che per la prima volta metterà a sistema le strutture difensive realizzate sul confine orientale nel corso del XX secolo.

È un patrimonio storico e culturale di tutti e una prerogativa geostrategica del Friuli Venezia Giulia. Una vera e propria “regione sotto la regione”, composta da oltre 1300 bunker e strutture difensive (nella foto di copertina Passo Monte Croce – Friuli Venezia Giulia) completamente abbandonata con la fine della Guerra fredda.

Ora sono in procinto di essere mappate per una valorizzazione, dal turismo alla didattica, in chiave di ricerca, recupero, divulgazione e formazione.

Primo passo sarà l’inaugurazione del portale frontieraest.it, con video e foto documentazione sulle strutture difensive oggi aperte al pubblico. Il sito sarà online entro fine mese. «Il Friuli Venezia Giulia – conclude Piffer – vanta un patrimonio storico-culturale unico in Europa e una tradizione di ricerca umanistica ai massimi livelli».

Numero verde ONA

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