IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE, IL CORRIERE DEI CIECHI, RIVISTA STORICA DELL’UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI, HA PUBBLICATO UN ARTICOLO DA IL GIORNALE DELL’AMBIENTE. UNA COLLABORAZIONE CHE NASCE DA UN INTENTO COMUNE: PROMUOVERE LA CULTURA DELLA SOSTENIBILITÀ INCLUSIVA, MULTISENSORIALE E PROFONDAMENTE UMANA
Il Corriere dei Ciechi è un luogo di narrazione e pensiero critico, uno spazio di confronto sulle trasformazioni sociali percepite da chi abita il mondo dalle molteplicità sensoriali.
Condividiamo quindi con i nostri lettori il link accessibile dell’ultimo numero della rivista che ospita il nostro pezzo “Spazi sostenibili e ambienti accessibili”.
Nel testo si affronta una questione che dovrebbe essere affrontata più spesso dal discorso ecologista: il fatto che l’ambiente, per essere davvero sostenibile, deve essere accessibile a tutte le soggettività percettive.
Una riflessione sociologica
L’urbanistica moderna ha ereditato, e in gran parte cristallizzato, un modello di spazio pubblico concepito a misura di un individuo normodotato, neurotipico, visivo-centrico. In questo modello, tutto ciò che devia da quella norma (cieco, ipoudente, neurodivergente, fragile) viene relegato a una condizione di marginalità, invisibilità o difficoltà.
È l’effetto di una costruzione epistemica che ha tradotto la neutralità dello spazio in una forma di potere normativo sul corpo e sulla percezione
Come ci insegnano autori come Paul Watzlawick o Michel Foucault, la realtà non è neutra, ma co-costruita. Allo stesso modo, anche lo spazio urbano è il prodotto di una narrazione dominante, che può, e deve, essere decostruita e riscritta.
Parlare oggi di sostenibilità senza parlare di accessibilità significa perpetuare un’ecologia escludente, che salva il pianeta ma dimentica i suoi abitanti più vulnerabili.
La sostenibilità sensoriale è un imperativo etico
Attualmente le crisi ambientali, sanitarie e sociali si intrecciano. È urgente, quindi, costruire un pensiero transdisciplinare capace di connettere ecologia, disabilità, neurodiversità, giustizia sociale e diritti civili.
Questo vuol dire ripensare il modo in cui viviamo, progettiamo e sentiamo il mondo. Significa riconoscere che non esiste una sola modalità valida di abitare il pianeta, ma che ogni corpo ha diritto a trovare nello spazio pubblico un riflesso della propria sensibilità
Vi invitiamo quindi a leggere il file pdf del numero 6 di giugno del Corriere dei Ciechi e a riflettere insieme con noi su quale mondo vogliamo: un posto certamente vivibile ma anche abitabile da tutti.
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