LA SALUTE MENTALE È UNO DEI TEMI PIÙ DELICATI E URGENTI DELLA NOSTRA EPOCA E LA FONDAZIONE THE BRIDGE HA SCELTO DI AFFRONTARLO DIRETTAMENTE CON I GIOVANI ATTRAVERSO UN PROGETTO INNOVATIVO INTITOLATO “MA SEI FUORI?”. L’INIZIATIVA HA COINVOLTO OLTRE TRECENTO STUDENTI DELLE SCUOLE SECONDARIE DI MILANO, CON LA PARTECIPAZIONE DI MOLTI ALTRI STUDENTI COLLEGATI IN STREAMING DA TUTTA ITALIA
“Ma sei fuori?”. La scuola, per il benessere mentale dei giovani
Negli ultimi anni, il benessere mentale dei giovani è emerso come un argomento di grande rilevanza. Ansia, depressione e altre forme di disagio psicologico stanno infatti colpendo in misura crescente adolescenti e giovani adulti, una tendenza confermata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Secondo Paola Frassinetti, sottosegretaria al ministero dell’Istruzione e del Merito, in Europa sono circa nove milioni i giovani affetti da patologie mentali e la scuola, luogo di formazione e crescita, diventa spesso anche un ambiente in cui si manifestano le prime difficoltà psicologiche.
Un progetto per rompere il tabù della salute mentale
Con il progetto “Ma sei fuori?”, la Fondazione The Bridge mira a sensibilizzare i giovani e a combattere lo stigma legato ai disturbi mentali. L’idea è quella di parlare del tema in modo aperto, accessibile e interattivo, coinvolgendo psichiatri, psicologi e altre figure di riferimento che possano condividere esperienze e fornire strumenti per riconoscere e gestire le proprie emozioni.
La presidente della fondazione, Rosaria Iardino, ha spiegato come sia fondamentale «promuovere una cultura in cui il benessere mentale sia considerato una parte essenziale della salute generale», offrendo ai giovani «uno spazio di ascolto e confronto, senza il timore di essere giudicati».
Iardino ha inoltre sottolineato che questo progetto rappresenta una possibilità per i ragazzi di riconoscere le proprie vulnerabilità e di affrontarle insieme ai coetanei e a professionisti preparati. Ma approfondiamo la questione.
Tra educazione e creatività
Il progetto “Ma sei fuori?” è nato nel 2022. Fin dal suo esordio, l’iniziativa ha stimolato la partecipazione attiva degli studenti attraverso un contest artistico, invitandoli a usare la propria creatività per combattere la “vergogna sociale” legata ai disturbi psicologici.
Gli studenti hanno rappresentato le loro esperienze e percezioni sulle difficoltà e incomprensioni legate alla fragilità psicologica, realizzando racconti brevi, fumetti, illustrazioni e fotografie, con un focus particolare sulla schizofrenia e sull’importanza del benessere mentale come parte integrante della salute.
La Fondazione ha quindi raccolto questi lavori in una biblioteca digitale sul portale HarmoniaMentis.it, arricchendola con contenuti creati grazie al contributo di esperti.
Le istituzioni sostengono il dialogo sulla salute mentale
Oltre al supporto di medici ed esperti, il progetto “Ma sei fuori?” Gode del sostegno delle istituzioni. Marco Alparone, vicepresidente della Regione Lombardia, ha dichiarato l’importanza di «costruire una cultura che accoglie le fragilità senza stigmatizzarle», ribandendo come il sostegno a questo tipo di iniziative sia un impegno concreto verso il futuro delle nuove generazioni. «La Regione – ha spiegato Alparone, è impegnata a fornire strumenti di supporto agli studenti e ai docenti, contribuendo a promuovere un dialogo aperto sulla salute mentale e a costruire una rete di aiuto nelle scuole».
La voce degli esperti: educare e prevenire
Tra gli esperti intervenuti nel corso dell’incontro, Bernardo Dell’Osso, direttore del Dipartimento di Salute Mentale del Fatebenefratelli – Sacco di Milano, ha parlato dei rischi associati all’abuso di sostanze come la cannabis, avvertendo che il consumo può avere effetti significativi sulla salute mentale dei giovani, soprattutto quando protratto nel tempo.
Dell’Osso ha spiegato che l’uso di queste sostanze, in un periodo delicato come l’adolescenza, può amplificare condizioni patologiche preesistenti, rendendo fondamentale un’educazione alla consapevolezza sui rischi.
Matteo Porcellana, dirigente del Servizio Psichiatria di Comunità dell’Ospedale Niguarda ha, invece, evidenziato l’importanza della prevenzione precoce. «Nel 75% dei casi i disturbi mentali insorgono prima dei 25 anni», ha ribadito Porcellana; un dato che suggerisce quanto sia essenziale intervenire tempestivamente, identificando i primi segnali di disagio. Ha inoltre precisato come le risorse destinate alla salute mentale siano ancora limitate, un aspetto che influisce sulla capacità di supportare adeguatamente la popolazione giovanile.
Infine, Valeria Locati, psicologa dell’ASST Rhodense, ha aggiunto che le scuole potrebbero svolgere un ruolo chiave attivando sportelli di ascolto psicologico, un’iniziativa che favorirebbe il contatto diretto con i ragazzi e la loro inclusione in programmi di prevenzione gestiti da professionisti della salute mentale.
Educare al linguaggio. “Ma sei fuori?”: le parole contano
L’incontro si è arricchito anche di un momento di riflessione sul linguaggio e sul peso delle parole, condotto dal critico musicale e scrittore Michele Monina e dal cantante Michele Bravi. I due artisti hanno discusso con i ragazzi dell’importanza di evitare un linguaggio discriminatorio e di usare le parole con consapevolezza, sia nelle interazioni quotidiane sia sui social media.
Il confronto ha evidenziato come le parole possano ferire o, al contrario, costruire un ponte di comprensione e solidarietà, soprattutto quando si affrontano tematiche legate alla salute mentale.
Diffondere consapevolezza e facilitare l’accesso alle cure
Partner principale del progetto, Angelini Pharma ha sostenuto la missione di The Bridge nel diffondere consapevolezza e facilitare l’accesso alle cure per la salute mentale. «Vogliamo promuovere una maggiore consapevolezza e favorire l’accesso alle cure», ha dichiarato Domenico Lucatelli, responsabile Market.
La scuola come ambiente di ascolto e supporto
In chiusura dell’evento “Ma sei fuori?”, i consiglieri regionali Carlo Borghetti ed Emanuele Monti hanno discusso dell’importanza di creare ambienti scolastici dove i giovani possano trovare ascolto e supporto. Hanno ribadito che la Regione Lombardia intende sviluppare servizi specifici per le scuole, in collaborazione con educatori e insegnanti, per rendere accessibili risorse psicologiche a studenti e docenti. Secondo Borghetti, la scuola deve essere «uno spazio dove i giovani possano sentirsi accolti, senza il timore di essere giudicati», un luogo in cui costruire un rapporto di fiducia e di apertura verso i temi della salute mentale.