CONSIDERATO ESTINTO IN NATURA DAGLI ANNI ’60, IL CAVALLO DI PRZEWALSKI È STATO PROTAGONISTA DI UN PROGRAMMA DI CONSERVAZIONE CHE NE HA PERMESSO LA REINTRODUZIONE NEI SUOI HABITAT STORICI. OGGI, CON OLTRE 1.300 ESEMPLARI IN LIBERTÀ TRA CINA, MONGOLIA E KAZAKISTAN, IL CAVALLO DI PRZEWALSKI PUO’ TRANQUILLAMENTE CONSIDERARSI UNO DEI SUCCESSI PIÙ GRANDI NEL CAMPO DELLA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ. A FARE IL PUNTO SUI PROGRESSI DI QUESTO PROGETTO È IL PARCO NATURA VIVA DI BUSSOLENGO, IL SOLO PARCO ZOOLOGICO ITALIANO CHE OSPITA DUE ESEMPLARI DI QUESTI CAVALLI
Cavallo di Przewalski: una rarità ritrovata
L’ultimo avvistamento del cavallo di Przewalski in natura risale al 1969 nelle steppe dell’Asia centrale. Dichiarato estinto allo stato selvatico, il percorso di ritorno è iniziato nel 1992 grazie agli allevamenti nei parchi zoologici europei. Con gli ultimi sette esemplari reintrodotti quest’anno, il 2024 celebra i trentadue anni di progetto e un definitivo “back from extinction” con poco più di 1.300 esemplari ora liberi tra Cina, Mongolia e Kazakistan.
Il successo della reintroduzione grazie ai parchi zoologici
Il progetto di reintroduzione è il risultato di una collaborazione tra istituzioni europee. Come lo Zoo di Praga, la Zoological Society di Francoforte, lo Zoo di Berlino e lo Zoo di Norimberga, con il supporto del Parco Nazionale Hortobágyi in Ungheria.
Grazie a questo, è stata creata una riserva genetica di 328 esemplari. Garantendo, così, la sopravvivenza della specie e permettendone la riclassificazione da “estinta in natura” a “in pericolo” nella Lista Rossa della IUCN.
Il ritorno del cavallo estinto tra sfide e traguardi
Una recente spedizione di monitoraggio in Mongolia, condotta dal team del Parco Natura Viva, ha evidenziato i progressi ma anche le sfide ancora aperte per la conservazione di questi cavalli. «Per la prima volta quest’anno – spiega Caterina Spiezio, direttrice scientifica di Fondazione ARCA -, il Kazakistan è stato incluso tra i siti di reintroduzione, in modo da creare continuità tra le popolazioni di Cina e Mongolia».
Aggiungendo che solo quando la popolazione sarà aumentata a circa 500 takhi (il nome mongolo tradizionale di questa specie) si potrà parlare di concreta fiducia nel futuro di questi cavalli, in quanto tutti gli sforzi per preservare in modo sostenibile le popolazioni non porteranno a nulla, se anche il loro habitat non godrà dell’adeguata protezione. Al centro delle attenzioni dei ricercatori c’è infatti la necessità di ridurre il rischio di ibridazione con i cavalli domestici e limitare la competizione con l’allevamento intensivo del bestiame.
L’ultimo cavallo di Przewalski a Fieracavalli
In occasione di Fieracavalli, Fondazione ARCA – Parco Natura Viva ha allestito uno spazio dedicato al cavallo di Przewalski, con casse da trasporto usate per le reintroduzioni, riproduzioni degli animali e laboratori per bambini. I cavalli Jason e Kristian, ospitati nel parco zoologico, saranno i protagonisti di quattro giorni di sensibilizzazione. Attraverso questa iniziativa, il Parco Natura Viva intende mostrare al pubblico le minacce che ancora incombono su questa specie, che ha un posto speciale nella storia della biodiversità.