martedì, Febbraio 11, 2025

“Il Paese della Biodiversità”, una mostra per salvare “Il patrimonio naturale italiano”

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DAL 20 GENNAIO AL 30 APRILE 2025, LA SEDE DEL CNR DI ROMA OSPITA LA MOSTRA “IL PAESE DELLA BIODIVERSITÀ. IL PATRIMONIO NATURALE ITALIANO”. ORGANIZZATA DA NATIONAL GEOGRAPHIC ITALIA E DAL NATIONAL BIODIVERSITY FUTURE CENTER, QUESTA ESPOSIZIONE CELEBRA LA RICCHEZZA UNICA DELLA BIODIVERSITÀ ITALIANA E SENSIBILIZZA SULL’URGENZA DI PROTEGGERLA

Italia, culla di biodiversità

Secondo il rapporto della Convenzione sulla Diversità Biologica delle Nazioni Unite, l’Italia si distingue per la sua straordinaria ricchezza faunistica e floristica. Ospita infatti oltre 58mila specie di animali, di cui una parte significativa è costituita da specie endemiche, cioè organismi che non esistono in nessun’altra parte del pianeta. Per l’esattezza, circa il 30% delle specie animali e oltre il 50% delle piante presenti sul territorio italiano sono uniche al mondo.

Questa incredibile biodiversità è strettamente legata alla varietà di regioni biogeografiche che caratterizzano il Paese. Le Alpi, con i loro ecosistemi montani estremi, ospitano specie straordinariamente adattate ai climi rigidi, come lo stambecco e l’aquila reale.

In contrasto, la regione continentale, caratterizzata da pianure fertili e colline, è dominata da una ricca vegetazione che comprende alberi come querce, faggi e castagni, che forniscono habitat ideali per una fauna diversificata. Qui trovano casa animali come il lupo e il cinghiale, che traggono vantaggio dall’abbondanza di cibo e dalle fitte foreste che offrono riparo.

La fascia mediterranea, con il suo clima temperato e gli ecosistemi peculiari, si distingue come uno dei fulcri globali di biodiversità. Qui prosperano specie come la lucertola campestre e piante iconiche quali il leccio e l’ulivo selvatico, che formano habitat complessi e ricchi di interazioni ecologiche.

Questo patrimonio naturale unico è il frutto di millenni di evoluzione, influenzati sia dai processi naturali sia dall’interazione con le attività umane. Le variazioni climatiche, la geografia complessa e la storia geologica del territorio hanno creato nicchie ecologiche ideali per lo sviluppo di una varietà incredibile di forme di vita.

Tuttavia, questa straordinaria ricchezza naturale è oggi minacciata da fenomeni come il cambiamento climatico, l’urbanizzazione incontrollata, l’inquinamento, l’introduzione di specie invasive e la perdita di habitat. Ragion per cui, il 68% degli ecosistemi italiani è in pericolo, e il 30% delle specie è minacciato di estinzione.

Le acque italiane, ad esempio, ospitano specie uniche come il gabbiano corso, che nidifica su isole disabitate. Tuttavia, l’aumento delle temperature marine e il sovrasfruttamento delle risorse ittiche stanno mettendo a rischio questi fragili equilibri. Analogamente, il gambero di fiume autoctono, un simbolo della biodiversità fluviale, è sempre più minacciato da specie aliene, perdita di habitat e bracconaggio.

Una mostra per sensibilizzare e ispirare

In questo contesto di urgenza ambientale, la mostra “Il Paese della Biodiversità. Il Patrimonio Naturale Italiano” si propone come un potente strumento educativo e di sensibilizzazione. Curata da National Geographic Italia in collaborazione con il National Biodiversity Future Center – NBFC (istituito nel 2023), l’esposizione è ospitata nella prestigiosa sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) a Roma.

Il percorso espositivo si articola in cinque sale tematiche, con oltre cinquanta scatti realizzati da fotografi di fama internazionale come Marco Colombo, Bruno D’Amicis e Ugo Mellone. Le immagini raccontano la ricchezza degli ecosistemi italiani, dalle vette alpine ai fondali marini, passando per le foreste appenniniche e le praterie mediterranee.

Ogni fotografia è altresì accompagnata da un approfondimento scientifico che illustra le peculiarità delle specie ritratte e le minacce che affrontano. Tra gli scatti più iconici, si distingue quello di una volpe rossa, immortalata mentre scende con eleganza lungo un pendio innevato. Questo animale, simbolo di adattabilità, incarna la resilienza della natura italiana, ma anche la fragilità di fronte alle sfide moderne.

Il ruolo della ricerca e della citizen science

La mostra, non si limita a celebrare la straordinaria ricchezza naturale italiana ma rappresenta un appello alla conservazione, alla ricerca scientifica e al coinvolgimento attivo della società. Il progetto riunisce oltre cinquanta partner, tra università, centri di ricerca e imprese, con l’obiettivo di preservare, ripristinare e valorizzare il patrimonio naturale italiano.

Un pilastro fondamentale del lavoro del NBFC è l’educazione ambientale. La mostra offre visite guidate per le scuole, arricchite da laboratori didattici progettati per stimolare bambini e ragazzi di tutte le età. Queste attività educative mirano a sensibilizzare le nuove generazioni, ispirandole a diventare custodi attivi della biodiversità.

Oltre ai programmi didattici, l’esposizione promuove la citizen science, un innovativo approccio partecipativo che invita i cittadini a contribuire al monitoraggio delle specie a rischio. Attraverso queste iniziative, i partecipanti non solo acquisiscono consapevolezza, ma diventano parte integrante degli sforzi per proteggere gli ecosistemi. Questa collaborazione tra scienza e società dimostra che un cambiamento significativo può nascere dall’unione delle competenze scientifiche con l’impegno collettivo.

L’esposizione evidenzia che la biodiversità non è solo un patrimonio estetico da ammirare, ma una risorsa indispensabile per la nostra sopravvivenza.

La protezione della biodiversità è essenziale per garantire la salute degli ecosistemi, dai quali dipendiamo per risorse fondamentali come cibo, acqua e regolazione del clima. Ogni specie estinta rappresenta una perdita irreparabile per il pianeta, mentre la degradazione degli ecosistemi compromette irrimediabilmente il nostro futuro.

Fonti:

National Geographic Italia

National Biodiversity Future Center

Convenzione sulla Diversità Biologica, United Nations Environment Programme

Numero verde ONA

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