venerdì, Giugno 13, 2025

Il Lupo declassato: passo indietro dell’Europa

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IL PARLAMENTO EUROPEO HA APPROVATO IL DECLASSAMENTO DEL LUPO DA SPECIE RIGOROSAMENTE PROTETTA A SEMPLICEMENTE PROTETTA. UNA DECISIONE CONTESTATA DA SCIENZIATI, ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE E CITTADINI, CHE DENUNCIANO GRAVI IRREGOLARITÀ PROCEDURALI E L’ASSENZA DI BASI SCIENTIFICHE. IL RISCHIO È VANIFICARE DECENNI DI TUTELA E PEGGIORARE IL CONFLITTO CON LA ZOOTECNIA

Un voto che ignora la scienza

L’8 maggio 2025, il Parlamento Europeo ha approvato lo spostamento del lupo (Canis lupus) dall’Allegato IV all’Allegato V della Direttiva Habitat, riducendone lo status da specie “rigorosamente protetta” a “protetta”.

Una scelta fortemente voluta dalla Commissione Europea e sostenuta dalla presidente Ursula Von der Leyen, influenzata anche da episodi personali, come la presunta uccisione del suo pony da parte di un lupo nel 2021.

L’8 maggio 2025, il Parlamento Europeo ha approvato lo spostamento del lupo (Canis lupus) dall’Allegato IV all’Allegato V della Direttiva Habitat, riducendone lo status da specie “rigorosamente protetta” a “protetta”.

Il lupo: simbolo di biodiversità e risorsa economica

Il declassamento compromette la tutela del Canis lupus italicus, una sottospecie unica al mondo, recuperata a fatica negli ultimi 50 anni. Introdotta nel 1980, la protezione legale ha permesso lo sviluppo di progetti ambientali, turistici e scientifici, contribuendo all’economia sostenibile nelle aree rurali.

Oggi si rischia di distruggere questo patrimonio, tornando a una visione anacronistica che negli anni ’70 portò la specie sull’orlo dell’estinzione in Italia, con appena 100-200 esemplari sopravvissuti.

L’allarme delle associazioni: “Scelta politica, non scientifica”

La decisione ha suscitato l’opposizione di The Left e dei Greens, unici gruppi parlamentari ad aver votato contro. La Commissione Ambiente del Parlamento UE ha evitato qualsiasi dibattito, adottando una procedura d’urgenza priva di reali giustificazioni e in contrasto con i principi di trasparenza e partecipazione democratica.

Le associazioni LNDC Animal Protection e Green Impact denunciano un grave arretramento nella tutela della biodiversità, guidato da pressioni mediatiche e dalla lobby zootecnica, anziché da evidenze scientifiche. La proposta si basa su un report tecnico realizzato da una società privata incaricata dalla Commissione stessa, mai validato da enti scientifici indipendenti.

A oggi, oltre 700 scienziati, tra cui la IUCN e la Large Carnivore Initiative del biologo Luigi Boitani, hanno manifestato il proprio dissenso, evidenziando l’infondatezza scientifica della misura. Anche centinaia di organizzazioni ambientaliste hanno chiesto il ritiro della proposta, ma senza risultato.

Parola alle associazioni

«L’Europa e l’Italia hanno scelto la politica sulla scienza, hanno scelto la paura sulla ragione. Noi continuiamo a scegliere il lupo, la biodiversità e il futuro. Insieme ad altre associazioni abbiamo presentato un ricorso alla Corte di Giustizia Europea chiedendo l’annullamento del declassamento dello stato di protezione del lupo. Ricorso a cui si sono unite con atto di intervento altre 17 associazioni di tutta Europa e il cui esito si avrà tra qualche mese, con la auspicata possibilità che la decisione odierna del Parlamento Europeo venga ribaltata sulla base dei dati scientifici», dichiarano Green Impact e LNDC Animal Protection.

I problemi non si risolvono con il declassamento

Contrariamente alla narrazione dominante, la predazione del lupo rappresenta solo lo 0,07% delle cause di perdita nel settore ovicaprino. Inoltre, gli allevatori già ricevono fondi europei (PAC) per risarcimenti e prevenzione, spesso non applicata efficacemente.

L’Allegato IV, già oggi, consente interventi selettivi in casi eccezionali; lo spostamento all’Allegato V apre invece alla caccia legale, senza garanzie di controllo.

Daniele Ecotti, presidente di Io non ho paura del lupo, sottolinea come i controlli mirati non siano risolutivi in assenza di strategie integrate. Il declassamento crea false aspettative nelle comunità rurali, lasciando i territori senza strumenti adeguati di gestione.

«Il lupo, considerato ora una specie meno prioritaria a livello comunitario, potrà beneficiare di un minor supporto finanziario, sia per gli strumenti di protezione degli allevamenti sia per gli indennizzi relativi agli attacchi. Questo rappresenta un potenziale danno economico per le stesse aziende agricole che si intende tutelare», aggiunge Ecotti.

Numero verde ONA

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