IL 20 GENNAIO 2025, IN CAMPIDOGLIO, A ROMA, SI È SVOLTO L’EVENTO “AMIANTO E URANIO: QUALE SICUREZZA SUL LAVORO PER I NOSTRI UOMINI IN DIVISA”. ESPERTI, VITTIME E ISTITUZIONI, HANNO DISCUSSO RISCHI, PREVENZIONE E TUTELA PER I LAVORATORI ESPOSTI AD AMIANTO E URANIO IMPOVERITO
L’obiettivo principale del convegno “Amianto e uranio: quale sicurezza sul lavoro per i nostri uomini in divisa”,organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto, ONA, è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità competenti sull’impatto devastante di queste sostanze tossiche, che continuano a mettere in pericolo la vita di molti, in particolare di chi presta servizio in divisa.
Dignità del lavoro e tutela della salute dei lavoratori
I lavori si sono concentrati sulla dignità del lavoro e sulla tutela della salute dei lavoratori, con particolare attenzione ai militari, considerati non solo uomini in divisa ma anche cittadini e lavoratori. L’importanza di estendere ai militari le tutele previste dalla giurisprudenza e dal Consiglio di Stato viene ribadita con forza. Questi uomini e donne, impegnati a servire il Paese, affrontano rischi significativi per la salute a causa dell’esposizione a sostanze pericolose, come l’uranio impoverito. Si sottolinea che, in presenza di una “incertezza scientifica”, è difficile stabilire un nesso di causalità immediato e consolidato, ma ciò non deve diventare una scusa per trascurare le responsabilità istituzionali.
L’uranio impoverito, usato nei proiettili durante i conflitti balcanici, ha portato a gravi conseguenze per la salute dei militari. Oltre agli effetti delle nanoparticelle, dei metalli pesanti e delle radiazioni, si evidenziano altri fattori di rischio, come la contaminazione degli alimenti e dei luoghi di vita dei soldati. L’assenza di una letteratura scientifica consolidata al momento dei fatti non elimina la necessità di agire per tutelare i militari e prevenire ulteriori danni. La causalità generale, che spiega scientificamente i danni, deve guidare le decisioni anche in assenza di prove assolute.
“La storia dell’amianto è una storia antica” Ezio Bonanni
Come membro della Commissione Amianto del Ministero dell’Ambiente, l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ONA, afferma che non serve attendere un processo penale per intervenire. L’avvocatura dovrebbe assumere un ruolo proattivo, garantendo il rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro e prevenendo esposizioni pericolose. Difendere i lavoratori solo dopo l’insorgenza di malattie o incidenti significa intervenire troppo tardi. La sicurezza sul lavoro non è una questione di conflitti tra lavoratori e datori di lavoro ma un problema culturale e sociale che richiede un cambio di paradigma.
Proprio l’amianto rappresenta un caso emblematico. Nonostante la consapevolezza della sua pericolosità risalga almeno al 1907, con sentenze che ne attestano la lesività per la salute umana, il suo utilizzo è cresciuto enormemente dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1941, un’azienda milanese venne condannata per un caso di asbestosi, ma solo dopo la morte del lavoratore coinvolto. Anche con la legge del 1992, che ha segnato un passo importante per il bando dell’amianto in Italia, resta il problema di una cultura istituzionale focalizzata più sull’indennizzo che sulla prevenzione.
“La cultura sulla sicurezza va tutelata. Come la cultura del rispetto della vita” Paola Vagliantei
La sicurezza sul lavoro è sancita dalla Costituzione italiana, che nel 2023 ha compiuto 75 anni e dal Decreto Legislativo 81 del 2008, che impone luoghi di lavoro salubri e sicuri. Tuttavia, sul piano culturale, il rispetto di queste norme è ancora carente. Non bastano corsi e formazione se non si diffonde una cultura della sicurezza. Per fortuna, iniziative come quella del deputato Valter Rizzetti stanno portando il tema della sicurezza sul lavoro nelle scuole. Questa educazione, che promuove il rispetto per la vita e la legalità, è fondamentale per costruire una società più consapevole.
“La continua posizione ondivaga della magistratura” Gaetano Veneto
Un altro punto cruciale del discorso riguarda le contraddizioni nel sistema giudiziario italiano. L’interpretazione delle leggi varia a seconda del magistrato coinvolto, creando disparità nella tutela dei diritti dei cittadini. Questo approccio incoerente mina la fiducia nella giustizia e ostacola la realizzazione di una democrazia autentica e della dignità umana. Serve un sistema giuridico che garantisca certezze e uniformità, permettendo ai lavoratori di sentirsi protetti indipendentemente dalle circostanze.
Prevenzione, educazione e informazione
In conclusione, la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute devono diventare priorità assolute. Non si tratta solo di rispettare le leggi ma di promuovere un cambiamento culturale profondo che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini. La prevenzione deve sostituire l’indennizzo come obiettivo primario, mentre l’educazione e l’informazione devono formare le basi di una società più giusta e consapevole.
Sono intervenuti:
Paola Vegliantei, presidente dell’Accademia della Legalità, L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’ONA, Gaetano Veneto, presidente del Centro Studi Diritto dei Lavori, Melissa Trombetta, criminologa e consulente dell’ONA, Sergio Cabigiosu, tenente della fanteria alpina, ha moderato la giornalista Mediaset Valentina Renzopaoli.
La registrazione del convegno