sabato, Gennaio 18, 2025

Un piano d’azione del WWF per la salvaguardia della biodiversità. Al centro del progetto squali e razze dell’Adriatico

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DURANTE LA BLUE PANDA WEEK DI TRIESTE, IL WWF INSIEME CON RAPPRESENTANTI DEL PROGETTO LIFE EUROPEAN SHARKS HANNO RIUNITO ESPERTI E ISTITUZIONI PER DISCUTERE LA CONSERVAZIONE DI SQUALI E RAZZE NELL’ADRIATICO. CON L’IMPERATIVO “TUTTI INSIEME PER PROTEGGERE I TESORI DELL’ALTO ADRIATICO”, L’INCONTRO, HA SEGNATO UN PASSO IMPORTANTE VERSO L’ELABORAZIONE DI UN PIANO D’AZIONE TRANSNAZIONALE PER LA GESTIONE E LA PROTEZIONE DI QUESTE SPECIE FONDAMENTALI PER L’ECOSISTEMA MARINO

L’inizio di una collaborazione transnazionale per proteggere squali e razze: il piano d’azione

Nei giorni scorsi, al Molo Audace di Trieste, si è tenuto un evento fondamentale nel contesto del Blue Panda Week, organizzato dal WWF in collaborazione con il progetto Life European Sharks. L’incontro ha riunito esperti e rappresentanti di istituzioni italiane e croate per affrontare la conservazione e la gestione sostenibile di squali e razze nell’Adriatico.

Durante l’evento, rappresentanti dei ministeri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Pesca di Italia e Croazia, insieme a organizzazioni ambientaliste internazionali come FAO-CGPM e Rac-SPA (Regional Activity Centre for Specially Protected Areas), Regione Friuli Venezia Giulia, Capitaneria di Porto di Trieste, ISPRA, hanno discusso delle principali minacce a queste specie, sottolineando la necessità di un’azione coordinata a livello transnazionale.

L’Adriatico, crocevia di biodiversità mediterranea, è infatti un ecosistema fragile dove squali e razze, specie che esistono da oltre 400 milioni di anni (sono sopravvissuti ai dinosauri) svolgono un ruolo cruciale. Questi predatori si trovano ai vertici della catena alimentare marina e contribuiscono a mantenere l’equilibrio dell’ecosistema. 

Il ruolo chiave di squali e razze

Gli squali, essendo predatori apicali, occupano la posizione più alta nella catena alimentare marina. Questo significa che regolano l’equilibrio delle popolazioni delle altre specie marine, predando organismi più piccoli come pesci e molluschi. In pratica, senza la loro presenza, alcune specie potrebbero crescere in modo incontrollato.

Le razze e le mobule, invece, giocano un ruolo fondamentale nel trasporto di nutrienti tra diverse aree dell’oceano. Si nutrono nelle profondità marine e poi nuotano verso la superficie, rilasciando escrementi ricchi di nutrienti. Questo processo trasferisce sostanze vitali dalle acque profonde a quelle più superficiali, contribuendo alla fertilità dell’ecosistema marino e supportando una maggiore biodiversità, poiché questi nutrienti diventano disponibili per una vasta gamma di organismi.

La loro scomparsa potrebbe destabilizzare l’intero ecosistema, con ripercussioni non solo per la fauna marina, ma anche per le comunità che dipendono dalla pesca e dal turismo marino.

Purtroppo, più della metà delle specie presenti è minacciata dall’estinzione, con un crollo drammatico delle popolazioni negli ultimi decenni. 

A metterle in pericolo, il bycatch, cioè la cattura accidentale e i cambiamenti climatici, che alterano il loro habitat e il ciclo riproduttivo. Proteggerle è essenziale per la salute dell’intero Adriatico!

L’incontro ha dunque segnato un passo decisivo verso la creazione di un piano d’azione comune tra Italia e Croazia.

Il piano e le aree chiave per la conservazione

Durante il meeting, gli esperti hanno identificato cinque aree critiche per la conservazione delle cinquanta specie di squali e razze nell’Adriatico, fondamentali per garantire la sopravvivenza di specie come lo squalo spinarolo, il palombo e la verdesca.

Queste aree includono zone di riproduzione, alimentazione, nursery, oltre a corridoi migratori e aree di svernamento. Ognuna di queste zone gioca un ruolo chiave per il ciclo di vita degli squali e per la salute generale dell’ecosistema marino.

Nello specifico, le zone di riproduzione, sono aree dove gli squali si accoppiano e depongono le uova. La loro protezione è essenziale per mantenere il ciclo di riproduzione sano e vitale.

Le zone di alimentazione sono fondamentali per il sostentamento delle popolazioni adulte, che trovano in queste acque una ricca varietà di prede. Gli squali infatti mantengono l’equilibrio delle popolazioni di altre specie marine in queste aree, controllando potenziali squilibri nell’ecosistema.

E ancora…

Le nursery sono aree specifiche dove i piccoli squali crescono in un ambiente sicuro e protetto. Si tratta di acque poco profonde, con abbondanza di cibo e minori minacce da parte di predatori, condizioni ideali per lo sviluppo dei giovani squali fino a quando non sono pronti a migrare verso acque più profonde.

I corridoi migratori sono le vie attraverso cui gli squali e le razze si spostano tra diverse aree del Mar Adriatico. Questi percorsi migratori sono essenziali per la loro sopravvivenza, poiché molte specie si spostano stagionalmente tra acque più calde o più fredde per alimentarsi, riprodursi o svernare.

Infine, le aree di svernamento sono zone dove gli squali trascorrono i mesi più freddi, spesso spostandosi in acque più profonde e più calde durante l’inverno.

La combinazione di queste cinque aree critiche rappresenta l’intero ciclo vitale delle specie, e la loro tutela è indispensabile per prevenire il declino delle popolazioni, come evidenziato dai dati storici dell’Institute of Oceanography and Fisheries croato, che mostrano una riduzione significativa della biomassa di squali nell’Adriatico tra il 1950 e il 2000.

Dato che squali e razze attraversano l’intero bacino, la gestione di queste aree non può fermarsi ai confini nazionali, richiedendo una cooperazione tra Italia e Croazia per un approccio condiviso e sostenibile.

Verso un piano d’azione condiviso

Le autorità italiane e croate presenti all’incontro hanno espresso un forte sostegno verso la creazione di un piano d’azione condiviso per la gestione delle specie in pericolo. Tale programma d’intervento prevede il coinvolgimento di tutti gli stakeholder, cioè i soggetti che hanno un interesse diretto o indiretto nell’attuazione del progetto, inclusi pescatori e ricercatori.

In questo modo, sarà possibile garantire una protezione efficace delle specie marine, in linea con il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla strategia europea sulla biodiversità. Utile precisare che questa, mira a preservare e ripristinare la biodiversità nel continente europeo, con un’attenzione particolare agli ecosistemi marini. 

Uno dei punti chiave è la protezione del 30% delle aree marine entro il 2030, in linea con gli impegni assunti attraverso il Protocollo della Convenzione di Barcellona, che tutela il Mar Mediterraneo dalle minacce ambientali.

Proteggere il 30% dei mari significa salvaguardare non solo le specie a rischio, come squali e razze, ma anche gli habitat essenziali per la loro sopravvivenza, garantendo che gli ecosistemi marini possano rigenerarsi e mantenere l’equilibrio ecologico.

Questo obiettivo rientra in una visione più ampia che vuole invertire la tendenza alla perdita di biodiversità entro la fine del decennio, promuovendo la gestione sostenibile delle risorse marine, la riduzione della pesca eccessiva e la mitigazione degli impatti del cambiamento climatico sugli oceani.

Focus sul Blue Panda Week: un ponte tra ricerca e sensibilizzazione

Durante l’evento, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare il veliero Blue Panda, un’imbarcazione di 30 metri che rappresenta l’impegno del WWF per la protezione del Mediterraneo. L’imbarcazione, considerata “ambasciatrice” del WWF, ha attraccato al Molo dei Bersaglieri di Trieste, l’unica tappa italiana del suo viaggio.

La spedizione del Blue Panda ha coperto una serie di Paesi mediterranei, tra cui Francia, Tunisia, Grecia, Turchia e Croazia. I visitatori hanno potuto esplorare il veliero, assistere a presentazioni e attività educative sul tema della conservazione del mare e delle specie marine, e scoprire le varie iniziative del WWF per salvaguardare l’ecosistema del Mediterraneo.

Verso un futuro migliore per squali e razze

L’incontro di Trieste rappresenta un punto di partenza per una strategia a lungo termine che miri a garantire un futuro sostenibile per squali e razze nell’Adriatico. Queste specie, custodi della salute degli ecosistemi marini, non possono essere lasciate alla deriva. Grazie all’impegno congiunto di istituzioni, scienziati e pescatori, è possibile invertire la rotta e assicurare che queste creature marine, simbolo di una biodiversità antica e fragile, possano continuare a nuotare nelle acque del Mediterraneo per molti anni a venire.

Numero verde ONA

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