Perché la sostenibilità è benessere che crea valore sociale, anche promuovendo lavori verdi. Quattro punti per ricominciare.
Europa in crisi: Lettera del Green New Deal a Giuseppe Conte
È un momento cruciale per l’Europa e per i nostri Paesi. A causa del coronavirus l’economia sta avendo un crollo così drastico da far navigare nel buio i governi, nell’incertezza e nella paura le persone colpite.
La crisi sanitaria che ha provocato moltissime vittime in tutto il mondo, si è già trasformata in una crisi economica che sta mettendo in ginocchio i governi. Con importanti conseguenze sia sull’occupazione sia sul benessere delle persone.
Infatti, la crisi pandemica ha messo in evidenza i limiti del modello di produzione e di consumo che hanno caratterizzato la nostra economia e la nostra società fino a oggi. Quelli adottati finora hanno amplificato le disuguaglianze sociali e messo a repentaglio la nostra salute ma non solo. Hanno condotto il clima e la nostra biodiversità sull’orlo del baratro.
I cosiddetti Recovery Plan sono piani che rendono disponibili fondi consistenti per combattere l’emergenza sanitaria, contrastare la disoccupazione e sostenere le piccole imprese europee. Questa è solo una prima fase: certamente in futuro saranno necessarie altre risorse.
Oltre alla profonda trasformazione che c’è stata nelle nostre vite, è assolutamente necessario che ci sia un cambiamento radicale e rapido nell’economia. Non sarebbe solo un risveglio delle coscienze ma provocherebbe una totale mutazione del sistema economico. Nel rispetto dell’ambiente, un’economia più verde, più equa e più capace di resilienza rispetto alle crisi future.
Mentre si sta dando priorità agli interventi per fronteggiare l’emergenza nel sistema sanitario pubblico, sono introdotti strumenti pubblici per il rilancio dell’economia. Per evitare l’emorragia di milioni di posti di lavoro e dare sostegno alle persone, specialmente le più vulnerabili.
Il modo in cui risponderemo a questa crisi determinerà non solo il successo o il fallimento della lotta contro i cambiamenti climatici. Ma anche quello contro la diffusione dell’inquinamento e della disoccupazione. Per permettere a tutti di vivere una vita salubre. Che preveda quel rispetto negato all’ambiente che potrebbe causare altri disastri ambientali o crisi sanitarie. Forse irrecuperabili.
Ma dipende dalla nostra coscienza e da quanto i governi siano disposti a spingere per salvare l’economia di oggi e quella futura.
La UE e i governi degli Stati membri devono dimostrare, quindi, capacità di leadership e lungimiranza. Facendo in modo che tutti gli investimenti pubblici siano finalizzati ad accelerare la transizione verso un’economia giusta, resiliente e sostenibile. Rafforzando l’European Green Deal per rendere disponibili maggiori risorse.
Sustainable Recovey Plans: per contrastare la crisi oggi e in futuro
Per questi motivi il WWF si appella ai leader europei, perché definiscano su scala europea e nazionale dei Sustainable Recovey Plans.
Il che, in particolare vuol dire:
Mettere il benessere delle persone al centro della risposta alla crisi, fornire benefici sociali e proteggere i diritti dei lavoratori attraverso una “Giusta Transizione” per tutte e tutti.
- Attuare pienamente e dare impulso al Green Deal europeo per ri-convertire l’economia, in modo da riportare il benessere al centro del progetto europeo. Per proteggere le persone da crisi come quella del COVID-19 e affrontare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità su scala europea, nazionale e internazionale. Rafforzare e dare seguito all’attuazione degli obiettivi, delle strategie e delle normative previste nell’ambito del Green Deal europeo, dedicando una particolare attenzione alla dimensione sociale.
- Subordinare il sostegno alle aziende dei settori ad alto contenuto di carbonio e di altri settori potenzialmente inquinanti (come l’agricoltura intensiva) al loro allineamento con gli obiettivi ambientali e climatici: non favorire salvataggi di industrie non redditizie o inquinanti che non hanno futuro nell’economia di domani.
- Istituire un fondo dotato di risorse adeguate, finalizzato a una ripresa dell’economia che sia sostenibile ed equa. Questo, grazie all’uso di tutti gli strumenti finanziari europei ricompresi nel Quadro Finanziario Pluriennale. Opportunamente adeguato e con programmi di spesa dedicati a destinare almeno il 50% a clima e biodiversità. Anche prevedendo nuovi fondi, l’uso virtuoso del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) e i cosiddetti “eurobond”.
- Guidare gli investimenti pubblici e privati durante tutta la fase di ripresa delle nostre economie, utilizzando la tassonomia dell’UE per accelerare la trasformazione dai settori inquinanti a quelli verdi e, analogamente, chiedere che la Banca europea per gli investimenti allinei le sue politiche di prestito agli obiettivi dell’European Green Deal entro la fine del 2020.
Le più importanti associazioni hanno promosso una petizione europea a sostegno di questa azione comune sulla piattaforma WeMove.eu.
“Noi – si legge nella petizione – sosteniamo le ragioni dei molti appelli che sono circolati in Europa a sostegno del green recovery promossi da: governi di diciassette Paesi della UE, membri del Parlamento europeo, il Club di Roma, scienziati, organizzazioni non governative, esponenti del mondo delle imprese, della politica, delle aziende del settore energetico e molti altri. Anche il Consiglio Europeo ha richiamato l’esigenza di un economic recovery plan che ricomprenda la transizione verde”.
Si può sottoscrivere l’appello al seguente link
L’Appello è promosso dalla coalizione europea di Associazioni Green Seven, che vede in prima fila ilWWFe ricomprende anche: Transport & Environment (T&E); BirdLife Europe; Greenpeace European Unit; Friends of the Earth Europe; Climate Action Network (CAN) Europe; European Environmental Bureau (EEB).
Coronavirus: quattro punti per una ripresa sostenibile dalla crisi
Green New Deal for Europe scrive al primo ministro, Giuseppe Conte
Il Focus Group informale del Green New Deal for Europe lancia un appello al primo ministro Giuseppe Conte, per accompagnare la Fase 2 del Covid-19. Dando un segnale ai cittadini ripartendo dalle piccole cose, con azioni semplici e concrete e con una ricaduta nella vita quotidiana delle persone, di miglioramento.
Quattro punti per dare una “impronta verde” alla ripresa post coronavirus
- La nomina di un commissario straordinario – sul modello del Ponte di Genova – dotato dei necessari poteri anche derogatori, per accelerare la realizzazione delle ciclabili nazionali.
- Il censimento di tutti gli abbattimenti di alberi occorsi nell’ultimo anno, proseguiti anche nel periodo del lock-down e la relativa ri-piantumazione di un numero doppio o triplo di alberi.
- Il monitoraggio per il “retrofit” degli edifici a cominciare da quelli pubblici, molti dei quali ora sono vuoti, migliorando nettamente l’efficienza energetica e creando migliaia di posti di lavoro “verdi”.
- L’introduzione d’incentivi all’acquisto e al consumo di prodotti a km 0, come forma di sussidio a realtà economicamente e finanziariamente fragili, ecologicamente virtuose, socialmente inclusive e che promuovono la legalità e la dignità del lavoro.
Alberi e piantumazioni, piste ciclabili e collegamenti, spesa a chilometro zero e cibo contadino, riparazione degli edifici e rigenerazione sono quattro punti per dare una “impronta verde” alla ripresa post coronavirus.
Clicca qui per leggere la lettera inviata a al primo ministro Giuseppe Conte