UN’AZIENDA AGRICOLA PUGLIESE HA ELABORATO “WEDAP”, UN PROGETTO PER IL POMPAGGIO DELL’ACQUA A TRAZIONE ANIMALE. IL SISTEMA PUÒ DIVENTARE UN’IMPORTANTE FONTE DI ENERGIA PER AZIENDE AGRICOLE MOLTO PICCOLE
La difficoltà di approvvigionamento di risorse idriche costituisce, per alcune zone aride del Pianeta, un gravissimo problema.
La , situata nei comuni di Grottaglie e Crispiano (TA), ha elaborato un progetto denominato “Wedap” per il pompaggio dell’acqua a trazione animale.
Wedap è l’acronimo di Water and Electricity from Draught Animal Power, ossia Acqua ed Elettricità prodotta da trazione animale.
È un’iniziativa di responsabilità sociale d’impresa promossa dall’azienda agricola pugliese. Questa concorda con l’ultimo rapporto della FAO sulla situazione dell’agricoltura e della disponibilità di cibo nel mondo.
Il rapporto evidenzia che: “La trazione animale è un’importante fonte di energia per aziende agricole molto piccole e frammentate. Per molti produttori è anche la migliore strategia immediata per superare la scarsa disponibilità di energia prima di passare alla meccanizzazione. Per la maggioranza dei produttori africani la transizione verso la trazione animale potrebbe significare un reale progresso”.
Il progetto Wedap nei dettagli
Nel corso degli ultimi anni, sono stati realizzati diversi prototipi di pompe a trazione animale. A questi è stato accordato il Brevetto italiano rilasciato dal ministero delle Attività Produttive (oggi ministero delle Imprese e del Made in Italy).
Il prototipo pugliese prevede che un animale, girando in tondo in un sistema di pompaggio, aziona un generatore di corrente elettrica che alimenta una pompa.
Un animale di taglia media, nel rispetto degli standard internazionali previsti per loro, può sollevare, in quattro ore, circa 60mila litri d’acqua, a 4-6 metri.
Con un’apposita torre di distribuzione, attraverso una rete di tubi, l’acqua può arrivare a centinaia di abitazioni in un raggio di diversi chilometri. Può soddisfare, così, un villaggio di circa un migliaio di persone. L’innovativo progetto è stato certificato anche dal World Intellectual Property Organization (WIPO).
Il responsabile del progetto
Responsabile del progetto è Antonio Perrone, già visiting scholar per conto del Consiglio Nazionale delle Ricerche alla New York University. Qui Perrone ha approfondito i temi relativi al trasferimento delle tecnologie nei Paesi in via di sviluppo.
È stato anche, per molti anni, dirigente alla divisione ricerca del Servizio Sviluppo Sostenibile del Ministero dell’Ambiente.
«La particolarità del progetto – dichiara Perrone – sta nel fatto che, contrariamente a quanto fatto finora, non si è cercato di adattare le tecnologie occidentali, quali i motori, l’eolico e il fotovoltaico, alle esigenze dei villaggi isolati con costi enormi per gli stessi. Il lavoro è partito da un’analisi socioeconomica e agronomica e ha individuato le fonti di energia primaria realmente presenti nei villaggi e cioè il lavoro manuale e la trazione animale».
Nel 2017 è stata firmata una convenzione con la Regione Puglia che ha concesso l’utilizzo di due esemplari di razza asinina per lo sviluppo del progetto.
Wedap partecipa alla competizione che premia i migliori progetti
L’Empower Billion Lives (EBL) è una competizione a livello mondiale, organizzata dal 2018 dalla IEEE, la più grande organizzazione professionale al mondo. Questa comprende oltre 400mila esperti del settore elettrico ed elettronico.
La competizione premia le idee che garantiscono un miglior collegamento alla rete elettrica.
L’IEEE ha realizzato un’iniziativa di crowdfunding, creando una pagina web con cui chiunque può sostenere, con un contributo volontario, i progetti che l’Istituto ritiene meritevoli.
WEDAP, unico candidato italiano, ha superato le prime fasi del concorso e ora sta preparando il collaudo finale. «Una stima molto prudente – precisa Perrone – ci dice che gli animali da lavoro sono oggi oltre 200milioni. Se, per ipotesi, tutto il lavoro svolto di questi animali fosse sostituito da motori a scoppio, le emissioni di CO₂ e il consumo di carburanti fossili aumenterebbe nel mondo dell’1,5 per mille».