giovedì, Ottobre 3, 2024

Il vulcano Tonga e gli effetti sul clima globale

Ultime News

LA SMISURATA ERUZIONE DEL VULCANO ALLE ISOLE TONGA, POTRÀ AVERE EFFETTI RILEVANTI SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI?

Sabato 15 gennaio 2022 il vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai ha sprigionato la propria energia.

L’eruzione equivalente a un terremoto di magnitudo 5.8, ha provocato uno tsunami nell’oceano Pacifico meridionale.

L’evento ha avuto luogo a circa 65 chilometri a nord della capitale di Tonga, Nuku’alofaha.

I barometri di Agenzie ambientali hanno registrato la variazione dei valori di pressione atmosferica, provocata dall’onda d’urto generata nell’atmosfera dall’eruzione – e quindi al conseguente tsunami – su tutto il globo terrestre. Il fenomeno è stato registrato anche dalla rete meteorologica in Italia.

L’eruzione del vulcano Tonga-Hunga, potrà avere conseguenze rilevanti sui cambiamenti climatici?

Alla domanda risponde Filippo Thiery, previsore meteo istituzionale e divulgatore scientifico sui cambiamenti climatici in corso, anche della trasmissione Geo&Geo.

Per avere dati concreti, scrive Thiery sulla sua pagina Facebook, aspettiamo i contributi che saranno pubblicati sulle riviste specialistiche di settore.

L’eruzione del Pinatubo alle Filippine

Per formulare ipotesi, comunque attendibili, l’esperto riassume l’evento del 15 giugno 1991. Quel giorno, infatti, avvenne la seconda più grande eruzione vulcanica di tutto il XX secolo. Quella del monte Pinatubo alle Filippine.

La colonna eruttiva di ceneri e altre particelle immise nell’atmosfera 17milioni di tonnellate di anidride solforosa, raggiungendo la stratosfera a 35 km di altezza.

L’anidride solforosa reagendo con l’umidità formò una smisurata quantità di goccioline di acido solforico, che andò a variare in maniera evidente, anche se momentanea, la concentrazione di particelle sospese, nel fluido atmosferico.

La Terra avvolta dallo strato di aerosol di acido solforico

Questa immensa “nuvola di aerosol”, nelle settimane e nei mesi successivi, per azione delle correnti stratosferiche, avvolse tutto il pianeta. Un anno dopo l’eruzione, la Terra era ancora avvolta da uno strato di fluido in grado di ridurre la quantità di radiazione solare netta che raggiungeva la superficie terrestre.

Lo spessore di particelle sospese in aria aumentò finanche a 100 volte, rispetto ai livelli precedenti l’eruzione. E questo, ovviamente, causò una modifica della temperatura sulla superficie del globo terrestre.

Tuttavia, spiega Thiery aiutandosi con un grafico, la riduzione anomala della temperatura fu di soli 0.2°C. Nel biennio 1992-93 di relativo “raffreddamento”, la temperatura comunque rimase, a livello globale, più calda del normale. Ci vollero altri due anni, poi, perché in conseguenza dei processi chimici e della circolazione atmosferica l’eccesso di aerosol solforico dovuto all’evento vulcanico si dissolvesse del tutto.

Inoltre, gli effetti di quell’eruzione vulcanica non sono stati «in nessun modo capaci di fermare il riscaldamento globale dovuto all’uomo».

Le conclusioni del divulgatore scientifico Filippo Thiery

Tonga - Filippo Thiery
Filippo Thiery a Geo&Geo su RAI3

«L’imponente eruzione del 15 gennaio 2022 alle isole Tonga, potrà avere apprezzabili effetti sul clima globale. Ma si tratterebbe solo di una momentanea e marginale fluttuazione interannuale, nell’ambito del trend complessivo».

La quantità di anidride solforosa emessa da questa eruzione è circa un quarantesimo inferiore a quella misurata nel caso del Pinatubo. Quindi, «il contributo alla fluttuazione climatica del prossimo biennio dovrebbe essere talmente irrisoria, dell’ordine del 2-3% rispetto all’evento del 1991, da non essere neanche misurabile».

Nella eventualità di un’eruzione alle Tonga, gli effetti momentanei sul clima che questa causerebbe, a livello generale, sarebbero minimi. Solo di qualche decimo o centesimo di grado in meno di temperatura ma sempre col segno più. E questa variazione neppure sarebbe uniforme su tutto il globo.

Il vulcano Tonga può fermare il surriscaldamento globale?

E a chi spera che una situazione simile posssa in qualche modo compensare o attenuare il riscaldamento globale causato dalle attività umane, Thiery risponde no.

Come per l’eruzione del Pinatubo di trent’anni fa, «si tratterà di una fluttuazione momentanea che verrà presto riassorbita, e non cambierà il trend di aumento della temperatura globale», risponde il climatologo.

Con tutto ciò che ne consegue: fusione dei ghiacciai artici e montani, innalzamento del livello degli oceani, acidificazione di questi ultimi eccetera.

L’unico modo per arginare il surriscaldamento globale è «attuare, in modo ormai immediato e drastico le politiche di mitigazione del cambiamento climatico che la comunità scientifica internazionale invoca da (almeno) mezzo secolo», conclude Filippo Thiery.

«A partire dall’abbattimento delle emissioni di gas serra con la rinuncia ai combustibili fossili, puntando sulle energie rinnovabili e dalla parallela lotta alla deforestazione».

Numero verde ONA

spot_img
spot_img
spot_img

Consulenza gratuita

    Articoli simili