È ENTRATO IN VIGORE IL DIVIETO DI IMPORTAZIONE DI ANIMALI SELVATICI ESOTICI CATTURATI IN NATURA. SECONDO LA LAV, SI SALVERANNO COSÌ 1.200.000 ANIMALI L’ANNO. SOLO SEI PESCI POTRANNO ESSERE COMMERCIATI ANCHE SE “WILD“. ORA URGONO MAGGIORI CONTROLLI E SANZIONI CONTRO ILLEGALITÀ
È diventato operativo il divieto di importare animali selvatici esotici catturati in natura. È quanto prevede la recente Legge 135/22. Sono, così, salvi oltre un milione e duecentomila animali.
Questo è il numero di vite che ogni anno sono state forzatamente prelevate dalle foreste tropicali e dagli ambienti naturali africani. Gli animali sono stati portati in Italia in gabbie, vaschette e teche per essere trasformati in innaturali “animali da compagnia”.
Con la nuova legge, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, solo sei pesci, a fronte delle oltre 250mila specie esistenti, potranno essere commerciati anche se “wild“. Ciò secondo le indicazioni dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale.
Stop all’importazione degli animali selvatici esotici, esulta la LAV
Il senso di questa nuova normativa, che incoraggerà l’emanazione di un Regolamento europeo, è anche culturale ed educativo. Si cercherà di evitare la prigionia di animali che non sono domestici e quindi non dovrebbero vivere nelle case.
«È questa la prima concreta applicazione di un altro nostro recente traguardo», ha commentato Gianluca Felicetti, presidente dell’associazione animalista LAV. L’associazione si è battuta con la campagna chiamata #acasaloro per l’integrazione della Costituzione con i principi fondamentali della tutela della biodiversità e degli ecosistemi.
Ma anche a protezione della salute pubblica contro la diffusione di virus pericolosissimi. «Chiediamo alle Forze di Polizia, all’Agenzia delle Dogane e ai medici veterinari dei Posti di Controllo Frontalieri di aumentare i controlli», ha detto Felicetti.
Aumentate le sanzioni per chi commercia animali selvaggi esotici
Con la nuova legge le sanzioni sono state aumentate. È previsto, infatti, per il commercio di animali selvaggi esotici l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda fino a 150mila euro con confisca degli animali.
Per il commercio di specie protette è previsto, invece, l’arresto fino a otto mesi e l’ammenda fino a 10mila euro. Prossima importante tappa è quella di marzo 2023. Per questa data si dovrà aumentare, invece, il numero delle specie previste dalla cosiddetta “lista negativa”.
Si tratta di quegli animali, dalle tigri ai coccodrilli, per cui deve essere vietata la riproduzione e la detenzione anche se nate in cattività. Milioni di animali che ogni anno sono trattati come morbosi oggetti da collezione.