Venezia come riferimento dello sviluppo sostenibile

La città Venezia è pronta a diventare la Capitale della sostenibilità e un esempio per l’intero pianeta. La decisione è stata presa l’11 luglio scorso, nell’ambito della Conferenza Clima al G20 Economia.
«Venezia non è un museo, non è soltanto eredità. È un esempio di sostenibilità. È una sintesi unica di storia, ambiente, economia e tecnologia, che la rende un modello per il resto del mondo – ha dichiarato il ministro Brunetta -. Questo progetto la mette al centro della sfida del futuro: tenere insieme patrimonio culturale, sviluppo, ambiente e qualità della vita».
Venezia verso lo sviluppo sostenibile: stop alle grandi navi

Per rendere più sostenibile la città è stata anche presa la decisione di vietare, dal 1 agosto, il transito delle grandi navi davanti a San Marco e lungo il canale della Giudecca.
Questa decisione importante è da tempo «attesa dall’Unesco e da tutti coloro che sono stati a Venezia e sono rimasti stravolti dalla grandezza di queste navi passare nel luogo più fragile è bello del mondo» commenta il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
Il divieto di transito lungo le vie marittime di interesse culturale varrà per tutte le imbarcazioni che prevedono almeno una di queste caratteristiche:
- più di 25mila tonnellate di stazza lorda;
- oltre i 180 metri di lunghezza;
- più di 35 metri di altezza;
- produzione superiore allo 0,1% di zolfo.
Le navi di questo tipo dovranno, quindi, attraccare provvisoriamente a Marghera.
Venezia come capitale della sostenibilità: gli interventi
La scelta di Venezia come protagonista di un cambiamento verso la sostenibilità non è causale. Questo luogo, dove si intrecciano tradizione, mondo accademico e innovazione scientifica, è sempre più minacciato da fenomeni naturali. Essi mettono a rischio il patrimonio artistico, il sistema socio-economico e l’intero ecosistema lagunare. I protagonisti del progetto dovranno sviluppare azioni integrate e concrete per lo sviluppo sostenibile della città in diversi ambiti critici. Le principali linee di intervento saranno:
- la transizione energetica e la sostenibilità ambientale, volte alla creazione di un Polo dell’Idrogeno, alla decarbonizzazione, alla circolarità, alla promozione di “VeniSIA” (Venice enterpreneurial international Sustainability Innovation Accelerator), alla manutenzione e difesa della laguna;
- “education”, che prevede il rilancio dell’offerta formativa e dei servizi di residenzialità per studenti, facendo di Venezia una città Campus di livello internazionale;
- l’evoluzione verso un modello turistico sostenibile che, con l’ausilio di strumenti digitali, riesca a gestire i flussi e i servizi offerti;
- un piano per il commercio e il contrasto alle attività illegali;
- un programma di fiscalità agevolata e servizi per lavoratori, studenti e residenti nella Città Storica.
Venezia e i rischi ambientali da affrontare
Venezia, come lo stesso governatore della Regione Veneto ha affermato, è una città che sorge dal mare, con radici antiche e un patrimonio artistico unico. È un’importante meta turistica, un prestigioso centro universitario e un punto di riferimento per il settore artigianale e industriale. Inoltre è il cuore di una delle regioni più avanzate in Europa dal punto di vista dell’innovazione, della ricerca e dei servizi sanitari. Ma non bisogna dimenticare che Venezia è anche al centro di un ecosistema, di un patrimonio paesaggistico e naturalistico che, dalle cime delle Alpi alle acque dell’Adriatico, occorre tutelare, nonostante conviva da sempre con l’uomo, le sue opere e le necessità del progresso.

(fonte: Sky tg24)
La fragilità di questo delicato equilibrio fa sì che la città sia esposta a una serie di problemi che mettono a rischio il futuro di Venezia. In primo luogo le sfide ambientali da affrontare sono l’innalzamento del livello del mare e gli impatti del cambiamento climatico. A queste si aggiungono i costi previsti per la continua manutenzione del patrimonio architettonico, che sono più alti di quelli di tutte le città europee o mondiali. Inoltre l’economia della città, con la crisi dell’artigianato e il declino industriale e occupazionale nel Polo di Marghera, è sempre più legata al turismo.
Iniziative ambientali: Hydrogen Valley e decarbonizzazione
Questi problemi possono, però, trasformarsi in opportunità. Venezia può diventare un “laboratorio” per sperimentare soluzioni innovative, che riguardino la transizione ecologica, l’economia circolare e il cambiamento climatico e che possano essere imitate in tutto il mondo. Già le paratoie MOSE hanno dimostrato come la città stia lottando per la sua sopravvivenza, riuscendo a fermare persino le maree. Adesso, con la Fondazione “Venezia capitale mondiale della sostenibilità”, si vuole fare un ulteriore passo avanti.

Una delle iniziative più rilevanti riguarda l’ideazione di un Polo dell’Idrogeno ed energie alternative a Marghera. A partire da Venezia, si potrebbero poi individuare altri 3 o 4 distretti su cui realizzare le prime applicazioni, fino alla creazione di una vera e propria Hydrogen Valley. Così diminuirà la produzione di PM10, migliorerà la salute pubblica, si creeranno nuovi posti di lavoro e saranno recuperate aree dismesse.
Altri obiettivi importanti da perseguire sono la promozione di un’economia circolare e la decarbonizzazione, attuata soprattutto compiendo la transizione verso una motorizzazione green. Le flotte del trasporto pubblico di linea, costituite da motobattelli, motonavi e battelli foranei, diventeranno elettriche. Gli autobus saranno sostituiti con quelli a idrogeno. In più vi saranno incentivi per la motorizzazione ibrida del trasporto acqueo. La decarbonizzazione nel settore riscaldamento, invece, sarà perseguibile mediante efficientamento del sistema residenziale, con la sostituzione d’impianti esistenti con pompe di calore, l’utilizzo di biometano o di idrogeno.
Rinnovamento culturale: VeniSIA e il programma “education”
La rivoluzione ambientale della città si accompagna al rinnovamento culturale. Infatti “VeniSIA” sarà un centro d’innovazione e proliferazione per startup e centri di ricerca. Il fine è rilanciare l’offerta accademica, con corsi specifici sui temi della sostenibilità.
Grazie al programma “education”, Venezia avrà l’occasione di attrarre nuove generazioni. Inoltre potrà perseguire anche l’obiettivo di riqualificazione urbana, portando nuovi residenti e studenti nel centro storico della città.
La città lagunare punta, così, a diventare un centro di rilievo mondiale per il dibattito scientifico accademico e culturale sui temi della sostenibilità. Questo continuo impegno condurrà persino all’organizzazione di una “Biennale della Sostenibilità“.
Un progetto ambizioso ma degno di lode
Un progetto ambizioso ma degno di lode, quindi, quello di “Venezia capitale mondiale della sostenibilità”. Porterà con sé benefici da tutti i punti di vista, economico, sociale e, soprattutto, ambientale.
L’atto propedeutico alla costituzione della Fondazione “Venezia capitale mondiale della sostenibilità” è stato firmato alla presenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco.
Tra coloro che hanno preso parte all’incontro al Palazzo della Prefettura a Ca’ Corner ci sono i rappresentanti delle istituzioni pubbliche fondatrici del progetto, il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.
Fra i promotori ci sono anche le Università, tra cui Ca’ Foscari, Iuav, Conservatorio Benedetto Marcello, Accademia Belle Arti e l’Università di Padova, la Fondazione Giorgio Cini, Snam, Generali, Eni, Confindustria Veneto e Boston Consulting Group.
Il finanziamento pubblico e privato alla Fondazione, con l’intento di trasformare Venezia in un punto di riferimento planetario dello sviluppo sostenibile, va da 2,5 a 4miliardi di euro.