Assolti i comandanti del Poligono militare. Dalla sentenza, “sembrerebbe che il fatto non sussiste. Aspettiamo la deposizione del giudice”
La posizione della Procura di Lanusei nell’intervista al PM Biagio Mazzeo
Processo “Veleni di Quirra”: assolti gli otto comandanti che hanno guidato dal 2002 al 2010 il Poligono Sperimentale di Addestramento Interforze di Salto di Quirra, a Perdasdefogu (Sardegna).
Nel corso di quegli anni, migliaia di chilometri quadrati di terra e mare che delimitano il Poligono militare sono stati gravemente inquinati da ordigni bellici di materiale cancerogeno come il Torio e l’Uranio Impoverito.
Decine di persone risultano ammalate e morte di tumore. Centinaia di animali sono stati infettati da pascoli contaminati: sono nati anche agnellini con due teste.
Per la giudice monocratica del Tribunale di Lanusei, Nicole Serra, questo disastro ambientale non ha nessun colpevole.

L’accusa era di omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri per non aver interdetto le aree dove si svolgevano brillamenti e lanci di missili e non aver dotato il personale delle necessarie protezioni.
Per commentare la decisione della Corte abbiamo sentito il Procuratore capo di Lanusei Biagio Mazzeo
Procuratore Mazzeo, cosa pensa della decisione della Corte?
Purtroppo sono abituato a commentare solo dopo aver letto la sentenza perché non si può fare un discorso al buio. Avendo chiesto la condanna volevo che venissero accolte le mie richieste. Ora voglio capire esattamente qual è il processo logico che ha portato il giudice ad assolvere i comandanti. A farlo in modo tombale, nel senso che non ha neanche riconosciuto l’ipotesi di reato base che era stato contestato (articolo 437) che si compone di due commi. Nel primo si parla di rimozione, omissione, utilizzo di segnali, sistemi o mezzi di sicurezza; mentre nel secondo comma, invece, di disastro o di malattia. Ero consapevole che sarebbe stato difficile dimostrare l’aggravante e, quindi, poteva esserci una sentenza un po’ salomonica che avrebbe potuto riconoscere la violazione del primo comma ed escludere il secondo. Invece il giudice ci ha dato torto su tutta la linea, dicendo che non c’era nessuna prova. Anche il dispositivo è un po’ criptico perché non ci dice se ha ritenuto il reato oppure no ma che gli imputati non lo abbiano commesso. Il dispositivo dice: “…assolve tutti gli imputati dal reato perché non vi è idonea prova circa la sussistenza del fatto”. Sembrerebbe che abbia proprio escluso il reato, non solo la responsabilità dei comandanti. Se avesse detto perché non hanno commesso il fatto magari poteva aver valutato che questi ufficiali non avessero commesso il reato ma che qualcuno lo avesse fatto.

Un dibattimento che dura da molto tempo
Nel corso del dibattimento durato cinque anni abbiamo sentito ex militari, pastori, molte persone. Sono emerse cose interessanti circa l’andazzo che c’era nel poligono. Queste lunghe campagne di brillamenti duravano giorni e giorni, venivano distrutte diverse tonnellate di materiali esplosivi, ordigni obsoleti ecc.… è venuto fuori che si sollevavano queste nubi e investivano alche il comune di Escalaplano lì vicino. Spesso i militari e anche altre persone che vivevano nei pressi del poligono venivano messi in condizioni di potervi accedere prima che queste polveri si fossero del tutto dissipate.
Infatti, non c’era una recinzione con divieto di accesso ma tutti potevano entrare e uscire liberamente dal poligono. Dagli studi effettuati sono state inalate e ingerite polveri di materiali dannosi sia per l’uomo sia per gli animali

Nello studio fatto dalla ASL, hanno esaminato gli organi di diversi animali e hanno riscontrato una presenza enorme di metalli pesanti negli organi, nel fegato e nei polmoni. Sicuramente derivati da inalazione. Attraverso l’apparato respiratorio queste particelle si depositano prima nei polmoni e da lì passano ad altri organi: fegato, cervello. Il fatto che una serie di persone si sia ammalata proprio in quel periodo è un dato allarmante ci fa capire che la salute di civili e di militari è stata messa in pericolo in un arco di tempo molto lungo. Forse già dagli anni’80 ma sicuramente dagli anni ’90 fino al 2010 quando c’è stata da richiesta di sequestro da parte del dott. Domenico Fiordalisi, mio predecessore, che ha paralizzato l’attività del poligono per un certo periodo di tempo e poi comunque anche quando hanno ripreso hanno svolto attività molto limitate.
Come mai le prove dell’accusa non sono state sufficienti?
Assolti perché non c’è prova idonea che abbiano commesso il fatto contestato.
Addirittura, sembrerebbe che il fatto non sussista – continua Mazzeo – non riesco a capire; perché normalmente le formule utilizzate a livello giudiziario sono: “non aver commesso il fatto”, “il fatto non sussiste”, “il fatto non costituisce reato”.
Questa formula sembrerebbe, a mio avviso, più vicina a quella “il fatto non sussiste”. Quindi, a mio avviso, il giudice ha negato qualsiasi elemento di reato che noi abbiamo contestato.
Adesso impugnerete la causa?
Questo non lo so ancora, è tutto da valutare. Intanto il giudice si è preso novanta giorni ma può darsi che non rispetti questo termine. Potrebbe depositarla anche in seguito. Aspettiamo di leggere la sentenza completa con le motivazioni e poi decideremo.

Secondo lei i comandanti del poligono hanno eseguito ordini dall’alto?
I comandanti dei poligoni non avevano molta autonomia. Ho chiesto la condanna perché ho fatto delle valutazioni in ordine di una prospettiva di accusa. Ci ho riflettuto molto.
Mi rendo conto che i comandanti, come ho detto anche nella requisitoria, hanno eseguito degli ordini. Loro avevano a monte altri ufficiali più in alto che hanno preso delle decisioni e – loro – li hanno eseguiti.
Su questa cosa i difensori non hanno battuto perché, evidentemente, hanno avuto un occhio di riguardo per i superiori dei loro assistiti. Quindi, non li hanno difesi dicendo che gli imputati erano dei semplici esecutori.
Un poligono d’eccellenza è diventato un pericolo per l’uomo e per l’ambiente
Le forze armate decisero di usare il poligono per farne un polo di eccellenza ed in un certo senso lo è perché hanno molte attrezzature, una sala di controllo e possibilità di fare simulazioni di guerra. Però, a un certo punto, è stato declassato a fare un lavoro sporco che era quello di smaltire bombe d’aereo, munizionamento convenzionale. Hanno fatto delle campagne di brillamenti di distruzione. E duravano molto tempo e questo ha causato un danno colossale per l’ambiente.

Si è parlato molto dell’uso di proiettili all’Uranio Impoverito ma dall’ultima relazione tecnica non è risultata la presenza di UI
Sull’uranio impoverito non abbiamo nessuna certezza. Non escludo che sia stato utilizzato, sappiamo che le Forze Armate italiane non hanno mai avuto in dotazione munizioni all’uranio impoverito, almeno ufficialmente non risulta. Poi, se hanno fatto delle sperimentazioni, allora il discorso cambia. Potrebbero anche averlo testato perché quello che non viene adottato può essere sperimentato. Però ci sono forze armate della NATO che hanno utilizzato il poligono.
La dott.ssa Gatti fece analizzare i corpi dei cadaveri e degli animali e trovò sostanze inquinanti. Pensa che le cose siano cambiate in base alla perizia effettuata adesso?
Le perizie sono state fatte tutte tra il 2010 e il 2014. Il problema è che ognuno dei periti aveva un profilo diverso. Queste perizie hanno detto tutto il contrario di tutto, quindi, non è facile farsi un’idea.
Per quanto riguarda il danno ambientale c’è stato e tutt’ora c’è? Mi riferisco alle persone che si sono ammalate e alla “Sindrome di Quirra”. Questo è stato dimostrato?
Noi pensiamo di averlo dimostrato poi vedremo cosa dirà il giudice nella sentenza.

Al poligono sono stati utilizzati missili MILAN e NIKE, come risultava dai documenti del CISAM (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari)
È stata utilizzata una quantità enorme di missili e ordigni. Noi abbiamo scoperto che sono stati utilizzati questi missili MILAN – non è un acronimo ma una parola francese, tradotta in italiano nibbio che è un uccello rapace -. Questi missili contenevano torio. È una cosa strana perché il torio presente nei MILAN era più o meno della quantità di quello contenuto nelle lampade da campeggio. Quindi, in quantità modeste e non è compatibile con le dosi di torio che sono state trovate nelle zone delle esercitazioni. Quindi o questo torio c’era già e faceva parte del fondo naturale oppure hanno utilizzato anche altri missili oltre ai MILAN.
Ad un certo punto c’è stata una presa di coscienza: si sono resi conto che questa base militare non era solo un posto in cui si svolgevano attività addestrative ma si distruggevano quantità incredibili, spropositate di materiali esplodenti. Sicuramente c’è un impatto sull’ambiente.
Avrebbero dovuto fare uno studio epidemiologico per un certo periodo di tempo per valutare se, effettivamente, queste persone si sono ammalate di tumore, linfoma, a causa dell’esposizione a queste sostanze inquinanti. Si doveva fare quando i brillamenti erano in corso.
Il poligono è ancora attivo?
Sì, ma ora stanno facendo solo esercitazioni in bianco, simulazione, cose molto limitate. Al momento hanno sospeso le attività a fuoco.
Grazie Procuratore
P.S. Si ringrazia il sig. Mario Stochino per la gentile concessione delle fotografie del Procuratore Biagio Mazzeo, dell’aula del Tribunale di Lanusei, dell’esplosione di munizionamento