venerdì, Aprile 25, 2025

Vannacci: l’ammiraglio Cavo Dragone ha mentito

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Vannacci: perché Cavo Dragone ha mentito?

«Di fatto si evidenzia una menzogna raccontata alla “Commissione parlamentare d’inchiesta sull’Uranio Impoverito”, di cui facevo parte», sostiene Domenico Leggiero dell’Osservatorio Militare. «Ho chiesto pubblicamente le dimissioni dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, il quale, invece, continua a mantenere l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Marina».

Oggetto delle querelle le affermazioni del vertice della Marina Militare che tra il 2017 e il 2018 è stato responsabile del COI (Comando Operativo Interforze) in Iraq.

L’ammiraglio, infatti, ha affermato davanti alla Commissione parlamentare che l’uso dell’armamento all’Uranio Impoverito in quel teatro di guerra non costituiva alcun pericolo per la salute e la sicurezza dei soldati impiegati nella missione. 

Il generale Roberto Vannacci accusa

Di parere contrario il generale Roberto Vannacci comandante del contingente italiano a Baghdad e numero due della coalizione  anti-ISIS.

Il generale della Folgore, ha più volte denunciato al COI l’uso su larga scala di uranio impoverito in Iraq… dalle 300 alle 450 tonnellate, quantità 30 volte superiore a quella impiegata nei Balcani.

Svolta nella controversia ministero della Difesa – militari vittime della Sindrome dei Balcani

L’iniziativa del generale Vannacci segna una svolta nella ormai ventennale battaglia di militari colpiti dalla cosiddetta Sindrome del Golfo e poi Sindrome dei Balcani, o famigliari, contro il muro di gomma dietro il quale si nascondono i vertici militari. Venti anni durante i quali, secondo l’Osservatorio Militare, sono morti 372 militari e altri 7.693 lottano contro gravi patologie.

Il caso è esploso quando, dopo le innumerevoli volte in cui «il Comandante – ci tiene a sottolineare Leggiero – si è messo a rapporto e non è mai stato preso in considerazione, anzi…», il generale si è rivolto alla magistratura. Infatti l’alto ufficiale ha denunciato “gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute e della sicurezza del contingente italiano costituito da migliaia di militari impiegati in Iraq e sottoposti all’esposizione all’uranio impoverito senza che alcuna informazione fosse fornita al riguardo e senza che alcuna mitigazione dei rischi fosse attuata”.

A riferire del duplice esposto-denuncia alla Procura della Capitale e alla Procura Militare, è stato “Il Fatto”, attraverso anche il suo telegiornale “Sono le 20”.

Nei suoi esposti, il generale Vannacci accusa l’ammiraglio Cavo Dragone di aver mentito davanti alla Commissione parlamentare Scanu, anche in merito alla durata delle missioni. Queste, infatti, secondo il generale paracadutista, duravano anche nove mesi e non 4/6 mesi, aumentando così, i rischi per la salute dei soldati.

A questo proposito, come “datore di lavoro”, poi, Vannacci correva il rischio di rispondere in prima persona delle eventuali conseguenze a causa dell’uso del Depleted Uranium nel teatro di operazioni.

Vannacci. Sulla vicenda la politica tace

«La cosa è gravissima», afferma Leggiero. «Stiamo attraversando un momento delicatissimo in cui è in discussione la stessa democrazia». Il Capo di Stato Maggiore di una intera Forza Armata, che mente alle istituzioni, in un altro Paese sarebbe stato sospeso; sarebbe stata avviata una procedura disciplinare nei suoi confronti. «Ma in Italia tutto tace».

Da trent’anni, in Italia, – sostiene Rifondazione Comunista – la politica estera e della difesa è governata da un partito trasversale che ha solo uno scopo: servire fedelmente la NATO e garantire i fatturati dell’industria bellica nazionale. Vedi il caso Regeni, che sembra destinato all’oblio, perché Fincantieri ha in corso la vendita all’Egitto del dittatore Al Sisi di due fregate classe Fremm (Fregate europee multi-missione).

Un “Nuovo modello di Difesa”

Questo è il risultato del così detto “Nuovo modello di Difesa” – continua Rifondazione -, “un modello vecchio di trent’anni, che ha voluto trasformare i soldati in volontari per poterli mandare all’estero senza dichiarare la guerra, a servire non certo gli interessi della “patria”, ma interessi molto particolari”.

La tutela delle vittime del dovere

L’Osservatorio Nazionale Amianto ha creato un apposito dipartimento “cura e difesa vittime uranio impoverito”, coordinato da Lorenzo Motta. Attraverso questa sezione dell’ONA è possibile richiedere la tutela legale offerta dallo studio legale dell’avv. Ezio Bonanni.

Dell’argomento si è discusso anche durante il quarto appuntamento del notiziario ONA.

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