LA VALLE DEL DRAA, LA PIÙ VASTA OASI DEL MAROCCO, SI TROVA OGGI SOTTO UNA MINACCIA CRESCENTE A CAUSA DEGLI EFFETTI COMBINATI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO E DELL’IMPATTO UMANO
La Valle del Draa, la più vasta oasi marocchina, si trova oggi sotto una minaccia crescente a causa degli effetti combinati del cambiamento climatico e dell’impatto umano. L’urbanizzazione accelerata e l’espansione agricola intensiva nella Valle del Medio Draa (VMD) stanno esaurendo le risorse idriche di questa regione arida e fragile.
Con un’estensione di 15mila km² e una lunghezza di 200 km, la VMD dipende interamente dal fiume Draa e dalla diga di Mansour Eddahbi per l’acqua, rendendo vitale una gestione sostenibile di tali risorse per la sopravvivenza delle comunità locali e dell’ambiente.
Il Draa, un fiume a intermittenza
Il clima caldo e arido e le rare precipitazioni intense caratterizzano la Valle del Draa; le oasi, qui presenti occupano circa 26mila ettari di superficie. Grazie alla vegetazione stratificata, dominata dalle palme da dattero, queste oasi creano microclimi che permettono la diversificazione delle colture.
Tuttavia, dalla costruzione della diga di Mansour Eddahbi nel 1972, il Draa è diventato un fiume intermittente. In questo frangente, si riducono progressivamente le risorse idriche di superficie e aumenta il prelievo di acque sotterranee. Questo eccessivo sfruttamento, però, minaccia le riserve sotterranee, aumenta la salinità dell’acqua rendendola progressivamente meno adatta all’uso agricolo.
Inoltre, riduce la capacità della diga, già diminuita del 25% nel 1998 per via dell’insabbiamento, problema comune anche ad altre dighe della regione.
Le colture idro-esigenti intensificano la crisi idrica
Le colture idro-esigenti, come l’anguria, intensificano la crisi idrica. Dal 2012 al 2014, la superficie destinata a questa coltura nella valle è quadruplicata, ponendo ulteriore pressione sull’acqua disponibile. La dipendenza economica dell’area dall’agricoltura risulta evidente: Il 96,66% delle risorse idriche è impiegato nell’agricoltura, contro solo il 2,7% destinato all’uso domestico.
Valle del Draa a rischio crisi ambientale irreversibile
Gli esperti avvertono che la combinazione di urbanizzazione rapida, crescita demografica e pratiche agricole insostenibili potrebbe portare a una crisi ambientale irreversibile nella Valle del Draa. Per garantire un futuro alla valle, è necessario un equilibrio tra sviluppo economico e conservazione delle risorse naturali, proteggendo l’ambiente e le generazioni future.
L’oasi della valle, riconosciuta come riserva della biosfera, affronta oggi una crescente vulnerabilità a causa di cambiamenti climatici e impatti antropici. Secondo l’Indice di Vulnerabilità Ambientale (EVI), tre indicatori principali delineano la gravità del degrado: scarsità idrica, desertificazione e perdita di biodiversità.
Una ricerca del Prof. Ahmed Karmaoui – docente presso l’Università Moulay Ismail e presidente del Southern Center for Culture and Science in Marocco – e di suoi collaboratori nel 2015 ha sottolineato l’urgenza di interventi mirati per ridurre l’impatto umano e mitigare gli effetti climatici, salvaguardando l’equilibrio ecologico della valle.
I suoi studi includono l’analisi della domanda-offerta di acqua in ambienti aridi come la Valle del Draa e il ruolo delle zone umide nella resilienza ecologica, temi centrali nel contesto della crisi climatica.
Ecosistemi dell’oasi sotto pressione
La disponibilità d’acqua è sempre più limitata e soggetta a salinizzazione, mentre le onde di calore più frequenti e intense aggravano la desertificazione e ostacolano le coltivazioni. Le attività umane, come l’agricoltura intensiva e il turismo, esercitano una pressione insostenibile sugli ecosistemi dell’oasi, accelerando il degrado del suolo e la riduzione della biodiversità.
Valle del Draa, Marocco: le conseguenze dei cambiamenti climatici
Eventi climatici estremi hanno recentemente messo a nudo la vulnerabilità della valle. A partire dal 6 settembre 2024, piogge eccezionali hanno causato inondazioni devastanti. Solo in dodici ore, sono caduti oltre 50 mm di pioggia, riportando il fiume Draa a straripare, provocando distruzione e vittime nelle province di Tata, Zagora, Ouarzazate e altre.
Questo evento catastrofico ha sottolineato la precarietà di un’area già afflitta da siccità e variabilità climatica. Durante le piogge torrenziali tra il 19 e il 21 settembre, il Draa ha percorso 650 km da Ouarzazate a Tan Tan, interrotto il traffico in 44 tratti stradali e provocato decine di vittime.
Nel cuore del deserto, vicino alla duna di Erg Chegaga, a Mhamid el Ghizlan, il lago Iriqi ha mostrato un evento straordinario: dopo quarant’anni di prosciugamento, le piogge recenti lo hanno riempito rapidamente, trasformando temporaneamente il paesaggio.
Le immagini satellitari della costellazione Sentinel-2 hanno, invece, documentato la progressiva desertificazione di una valle che un tempo era rigogliosa. Questi dati mostrano un drastico calo della vegetazione, la crescita delle terre aride e la diminuzione delle risorse idriche, segnalando un peggioramento accelerato dalla presenza umana.
Urgente adottare interventi sostenibili
Pertanto, le immagini del satellite Sentinel-2/Copernicus costituiscono un chiaro avvertimento. Esse sottolineano l’urgenza di adottare interventi sostenibili per preservare l’ecosistema della valle, proteggendo una risorsa naturale cruciale per il Marocco e il suo patrimonio ambientale.
Fonte
Valeria Rossi, PHD in Transizione Ecologica presso il CSTE (Centro Di Sostenibilità e Transizione Ecologica) dell’Università di Palermo