Uranio impoverito assistenza ONA. La Commissione Parlamentare di Inchiesta sull’Uranio Impoverito ha approvato lo scorso 7 febbraio la sua relazione definitiva.
Tutte le condizioni di rischio cui i militari sono esposti
In questa seconda relazione, le indagini della Commissione hanno spaziato anche su altre condizioni di rischio cui sono stati esposti i nostri militari. “…sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all’estero … e somministrazione di vaccini … utilizzo di proiettili all’uranio impoverito …”.
La condizione di rischio è legata all’esposizione “a particolari fattori chimici, tossici e radiologici … somministrazione vaccini” e alla presenza di amianto. I documenti sono stati trasmessi all’Autorità Giudiziaria, in particolare agli uffici “della Procura competenti e, in due circostanze, per conoscenza anche alla Procura generale militare”.
Gli atti di indagine della commissione fanno riferimento anche alle dichiarazioni dell’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. In particolare, al “filone di indagine relativo agli arsenali e alle connesse problematiche di sicurezza e di tutele previdenziali del personale rispetto al rischio della presenza di amianto”, negli arsenali di Taranto, La Spezia e Augusta.
La Commissione d’Inchiesta è riuscita a portare alla luce anche “molteplici e temibili potenziali rischi cui sono esposti lavoratori nelle attività svolte dalle Forze Armate“. Anche dalla Polizia di Stato e dai Vigili del Fuoco”. L’esposizione ad amianto, uranio impoverito, vaccini ma non solo. Inoltre, anche quel killer silenzioso che è la seconda causa di tumore polmonare, il radon.
“Rischi minacciosi gravano persino su caserme, depositi, stabilimenti militari. Sia deficienze strutturali (particolarmente critiche nelle zone a maggior sismicità), sia carenze di manutenzione, sia materiali pericolosi come l’amianto. Amianto, d’altra parte, la cui presenza ha purtroppo caratterizzato navi, aerei, elicotteri. Tanto è vero che la Procura della Repubblica di Padova è giunta ad accertare che solo nell’ambito della Marina Militare 1101 persone sono decedute. Inoltre, sono circa 570 i militari ad essersi ammalati per patologie asbesto-correlate”.
La deposizione del direttore del RENAM
Il Registro Nazionale Amianto Alessandro Marinaccio è allarmante. Infatti, “il picco dei casi di mesotelioma, il numero di casi e il numero di tassi, è presumibile nel periodo tra il 2015 e il 2020”. Quanto al presidente dell’INAIL Massimo De Felice, nell’ambito dei corpi militari, “sono stati identificati 830 casi di mesotelioma maligno”.
L’esposizione all’amianto, però, si è insinuata anche nelle case dei militari, coinvolgendo anche i congiunti. Infatti, il RENAM denuncia anche 9 casi di mesotelioma maligno: “con codice di esposizione «familiare»”. Questi casi sono “insorti in soggetti esposti per ragioni di convivenza con familiari professionalmente esposti nel settore della «Difesa nazionale»”.
L’Osservatorio Nazionale Amianto, a questo proposito, ha istituito il numero verde gratuito 800 034 294. A questo numero, si possono rivolgere tutti coloro che necessitano assistenza per l’eventuale diagnosi di malattia professionale. L’associazione offre assistenza a tutti coloro che ne fanno richiesta per il risarcimento dei danni, anche quelli subiti dai familiari (uranio impoverito assistenza ONA).
L’ONA chiede al Ministro della Difesa l’immediata rimozione degli agenti di rischio. Tra questi, ovviamente, è compreso l’amianto. Inoltre, chiede l’istituzione di una più efficace sorveglianza sanitaria e annuncia che si costituirà parte civile nell’eventuale procedimento penale.
“L’Osservatorio – conclude l’avvocato Bonanni – insiste per il riconoscimento della qualità di Vittima del Dovere per tutti coloro che si sono ammalati di patologie asbesto correlate. Tra le tante: mesotelioma, tumore polmonare, asbestosi, placche pleuriche, ispessimenti pleurici. Inoltre, anche il cancro delle ovaie, laringe, faringe e del colon retto. Così come tutte le altre malattie professionali legate ad altri cancerogeni ed agenti tossici nocivi”.