ENEA HA PRESENTATO ALLA COP28 L’ATLANTE DEGLI HABITAT MARINI E COSTIERI. FINALITÀ DEL PROGETTO È SOSTENERE I PAESI IN VIA DI SVILUPPO IN ATTIVITÀ E PROGETTI FINALIZZATI A CONTRASTARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E TUTELARE LA BIODIVERSITÀ
L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, nota come ENEA ha presentato alla COP28 l’Atlante degli habitat marini e costieri.
Questo è un innovativo strumento finalizzato alla salvaguardia degli habitat marini dagli impatti del cambiamento climatico, alla mitigazione dei fattori di rischio e alla promozione di un utilizzo più sostenibile delle aree marine, compresi i Piccoli Stati Insulari in via di sviluppo (conosciuti come SIDS – Small Island Developing States).
La conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC) è in corso a Dubai negli Emirati Arabi Uniti, fino al 12 dicembre 2023. Rappresentanti di governi, imprese e cittadini di 198 Stati vi si riuniscono per discutere strategie per affrontare la crisi climatica.
L’Atlante si inserisce nel quadro di una collaborazione avviata nel 2015 tra l’ente pubblico di ricerca italiano e il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). La finalità del progetto è di sostenere i Paesi in Via di Sviluppo (PVS) in attività e progetti finalizzati a contrastare il cambiamento climatico e tutelare la biodiversità.
ENEA: Fondamentale dotare i decisori pubblici di strumenti facilmente utilizzabili
L’approccio metodologico innovativo della ricerca si basa sull’utilizzo di dati raccolti dai satelliti Sentinel-2 e Landsat. Questi dati sono stati poi integrati con piattaforme di elaborazione e cartografia di libero accesso (SNAP, QGiS).
L’obiettivo è fornire strumenti di lavoro facilmente utilizzabili e aggiornabili direttamente dalle realtà locali ai decisori pubblici. In seguito, le tecnologie del Sistema di Osservazione della Terra (EOS) e le mappe tematiche derivanti dai dati satellitari multispettrali vengono validate sul territorio attraverso rilievi, immersioni, droni aerei e subacquei, oltre a strumenti hardware e software per la georeferenziazione degli ambienti ispezionati.
«In tutto il mondo il riscaldamento globale, l’acidificazione e l’innalzamento degli oceani, la proliferazione di specie aliene ma anche gli eventi estremi e le crescenti pressioni antropiche stanno minacciando gli habitat marino-costieri –, sottolinea Andrea Peirano del Laboratorio ENEA di Biodiversità e servizi ecosistemici -. Barriere coralline, fanerogame marine, mangrovieti e i loro ecosistemi associati sono sempre più vulnerabili. Per questo è fondamentale dotare i decisori pubblici di strumenti che consentano di individuare le aree da preservare, da adibire alla pesca sostenibile, pianificando gli spazi marini anche di grandi aree remote e di isole disabitate e incontaminate».
Gli habitat marino costieri più importanti dell’Oceano Pacifico occidentale
Questo approccio innovativo è stato già applicato con successo in due arcipelaghi SIDS nell’Oceano Pacifico occidentale. Sono i progetti “Tonga: Strengthening Protected Area Management” e “Vanuatu: A National Marine Spatial Plan”, concordati tra il MASE e i ministeri dei Paesi coinvolti.
ENEA ha supportato i policy makers, ossia i responsabili delle decisioni, attraverso la realizzazione di Atlanti digitali degli habitat marini costieri. Questi sono dinamici, interrogabili e aggiornabili su piattaforma QGiS.
Gli Atlanti sono stati creati tramite l’elaborazione di immagini satellitari del Progetto Copernicus dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Dotati di indici di qualità ecologica (EQI), forniscono una classificazione degli habitat per identificare facilmente i biosistemi di maggiore pregio in ogni area di interesse.
«I risultati ottenuti hanno dimostrato una coerenza tra dati telerilevati e dati di campo superiore all’88% e dunque la validità della tecnica». Ce lo spiega Mattia Barsanti del Laboratorio ENEA di Biodiversità e servizi ecosistemici.
«Nell’arcipelago di Vanuatu, costituito da novanta isole, il 51% degli oltre 730 km2 di habitat marini costieri possiede il valore massimo dell’Indice di qualità ecologica. Tra i più importanti habitat marino costieri, soprattutto per le loro funzioni ecosistemiche, sono risultati gli habitat delle fanerogame e dei mangrovieti, con un’estensione di 11 e 33 km2 rispettivamente».
Nello stesso modo, per l’arcipelago del Regno di Tonga sono stati mappati oltre 998 Km2 di habitat marino-costieri. Di questi, oltre 404 km2 (circa il 40%) di habitat marino-costieri di pregio, con valore massimo di Indice di qualità ecologica.
Il supporto di ENEA ai policy makers
- Interpretazione di immagini satellitari per la mappatura digitale dell’habitat marino costiero e la pianificazione territoriale marina
- Sviluppo di soluzioni digitali peer la gestione degli spazi marini costieri
- Monitoraggio della biodiversità e degli effetti dei cambiamenti climatici sull’ambiente marino
- Stima del valore degli ambienti marini tramite l’Indice di Qualità Ecologica
- Valutazione dei servizi ecosistemici svolti da mangrovie, coralli e fanerogame marine e dei benefici associali (pesca sostenibile, turismo e Aree Marine Protette)
- Supporto alla definizione di nuove Aree Marine Protette come misure urgenti per la salvaguardia della biodiversità e per fronteggiare il cambiamento climatico
- Individuazione dei possibili cambiamenti negli utilizzi nelle aree marine costiere
- Sviluppo di dati geospaziali relativi all’idoneità dei sitI energetici oceanici (onde, correnti, maree) Formazione e trasferimento di know-how sulle tecnologie del Remote Sensing e GIS (Geographic Information System