Dagli ambientalisti agli schieramenti dell’Unione Europea
Si parla molto in questi giorni di energia nucleare, in vista della decisione, che include tutti i Paesi dell’Unione Europea, di inserire all’interno della “tassonomia” centrali nucleari e gas come investimenti “sostenibili”.
Ma cos’è la tassonomia europea?
Tassonomia europea: è questo il termine coniato dall’UE per classificare un elenco di attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale.
Una vera e propria guida per raggiungere un traguardo posto al Green Deal. Questo prevede che i Paesi dell’UE adottino strategie e investimenti per rendere la società a impatto climatico zero entro il 2050.
La polemica è partita dalla pubblicazione di una bozza, il 31 dicembre 2021, di un atto delegato di tassonomia energetica della stessa Commissione Europea nel quale si vorrebbe inserire gas e nucleare. Quindi, come elementi Green e sostenibili. E non solo. Se questa decisione sarà confermata dai Paesi dell’UE i progetti nucleari, con permesso di costruzione rilasciato entro il 2045, sarebbero idonei ad attrarre anche investimenti privati purché rispettino le norme per la gestione delle scorie.
I fondi del Green Deal Europeo
Per conseguire gli obiettivi fissati dal Green Deal europeo, la Commissione si è impegnata a mobilitare almeno 1000miliardi di euro di investimenti sostenibili nel prossimo decennio.
Il 30% del bilancio pluriennale dell’UE (2021-2028) e dello strumento unico dell’UE NextGenerationEU (NGEU) per la ripresa dalla pandemia di COVID-19 è stato destinato agli investimenti verdi.
“I Paesi dell’UE devono destinare almeno il 37% dei finanziamenti ricevuti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza da 672,5 miliardi di euro a investimenti e riforme che sostengano gli obiettivi in materia di clima. Gli investimenti e le riforme da finanziare in questo modo non devono pregiudicare in modo significativo gli obiettivi ambientali dell’UE. La Commissione, a nome dell’UE, intende raccogliere il 30% dei fondi nell’ambito di NGEU attraverso l’emissione di obbligazioni verdi”. (Fonte Commissione Europea).
Quindi, tra schieramenti e astinenze dei Paesi dell’UE, ci saranno le sorti del nostro futuro e dell’ambiente
Quali sono i rischi del nucleare? E i prezzi sono veramente minori?
Dei rischi del nucleare ne parlano le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente e WWF, schierate contro l’inserimento del nucleare e del gas sulla nuova tassonomia verde europea.
Le scorie radioattive sono molto pericolose per la salute e per l’ambiente. Inoltre, tutt’ora, non è stata trovata una soluzione commercialmente valida per il loro smaltimento a lungo termine.
I reattori nucleari di quarta generazione sono considerati dai produttori più sicuri dei precedenti. Ma la storia insegna. Infatti le catastrofi provocate dalle centrali nucleari di Chernobyl e Fukushima, dicono il contrario.
Chiusa recentemente una centrale nucleare in Scozia
Una delle prove di quanto sia pericolosa e costosa questa tecnologia è stata recentemente portata alla luce dal governo scozzese. Così come ha sottolineato la Dottoressa Maria Rita d’Orsogna.
In Scozia, dopo 46 anni, è stata chiusa la stazione nucleare Hunterson perché i costi erano troppo alti e si temeva per la sicurezza. Questo perché, i blocchi di grafite intorno al reattore, usurati con il tempo, avrebbero potuto provocare l’emissione nell’aria di materiale radioattivo.
Questo è valido per qualsiasi centrale nucleare, quindi, sono processi lunghi e costosi e hanno un arco di vita per ben che vada di 50 anni. Inoltre, il governo ha deciso di puntare sulle rinnovabili.
Il gas
Per quanto riguarda il gas fossile, purtroppo, già da tempo questo è la principale fonte di emissioni di gas serra derivati dalla produzione di energia in Europa.
Il pensiero delle associazioni ambientaliste: puntare sull’energie rinnovabili e quello del governo italiano
“Invece di continuare ad alimentare un dibattito sterile sul nucleare – ribadiscono Greenpeace, Legambiente e WWWF – sarebbe auspicabile che il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e tutto il governo italiano si facessero portavoce, nella discussione europea sulla nuova tassonomia verde, di una posizione chiara e avanzata che non ceda alle lobby del gas fossile e del nucleare, così come hanno fatto altri governi”.
Per esempio, in Spagna eolico e solare insieme hanno generato il 45% del fabbisogno di energia del Paese, grazie a una forte programmazione e un vero intervento politico. Una questione completamente assente dall’agenda di Draghi- Cingolani.
Bisogna puntare sulle energie rinnovabili
L’energia eolica, ad esempio, è in forte ascesa, proprio il 98.6% dell’energia elettrica in Scozia è ricavato dalle rinnovabili.
“Si è discusso in modo vacuo dei rincari in bolletta, da alcuni paradossalmente addebitati alla transizione ecologica, senza puntare il dito sulla vera causa da ricercare nella eccessiva dipendenza del nostro Paese dall’uso del gas e nei ritardi nell’esecuzione del Green Deal, come ha fatto giustamente notare il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans. Ora sentiamo parlare – continuano Greenpeace, Legambiente e WWF – di un fantomatico referendum per tornare al nucleare e vale la pena ricordare che nel nostro Paese questo strumento serve solo per abrogare norme, come è stato fatto con grande successo nel 1987 e nel 2011 quando, per ben due volte, i cittadini del nostro Paese si sono espressi chiaramente contro la produzione elettrica dal nucleare”.
Occorre invece accelerare subito sul taglio delle emissioni: i nuovi obiettivi europei per il clima, cui l’Italia deve attenersi, prevedono un taglio del 55% delle emissioni di gas climalteranti (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2030, e la neutralità climatica entro il 2050.
Anche sui costi, il nucleare sarebbe ancora più dispendioso. Infatti, nei decenni i costi sono saliti sempre di più e, al contrario, quelli delle rinnovabili sono scesi a livelli sempre più bassi. Oggi il kWh di energia elettrica prodotto dal nucleare costa molto di più dell’energia prodotta dal fotovoltaico o dall’eolico: secondo il World Nuclear Industry Status Report, nel 2020 produrre 1 kilowattora (kWh) di elettricità con il fotovoltaico è costato in media nel mondo 3,7 centesimi di dollaro, con l’eolico 4, con nuovi impianti nucleari 16,3.
Gli schieramenti dei vari paesi dell’UE
La Germania sta dismettendo i reattori nucleari. Proprio in questi giorni ha dismesso sei delle centrali del Paese. infatti, la ministra tedesca per l’Ambiente Steffi Lemke ha recentemente dichiarato: «Ritengo che sia assolutamente improprio includere l’energia nucleare nella tassonomia europea per la sostenibilità».
Anche l’Austria e la Danimarca hanno deciso di puntare sulle rinnovabili, come anche Lussemburgo, Portogallo e la Spagna. Infatti, nella penisola iberica la principale fonte di energia elettrica per il 2021 è stata quella eolica. La Francia, invece, dice sì al nucleare per attrarre finanziamenti.