LA NOTIZIA DELL’UCCISIONE DELL’ORSO M90, CHIAMATO AFFETTUOSAMENTE “SONNY”, HA SCOSSO PROFONDAMENTE L’OPINIONE PUBBLICA. L’ASSOCIAZIONE EARTH ODV, IMPEGNATA NELLA PROTEZIONE AMBIENTALE E RICONOSCIUTA DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE, HA INVIATO UNA LETTERA URGENTE AL MINISTRO GILBERTO PICHETTO FRATIN, CHIEDENDO DI CONVOCARE UN TAVOLO TECNICO SUI GRANDI CARNIVORI. INTANTO L’ITALIA FINISCE NEL MIRINO DELL’EUROPA E RISCHIA SANZIONI PER AVER VIOLATO LE DIRETTIVE COMUNITARIE IN MERITO ALL’ATTIVITÀ VENATORIA
Dopo l’uccisione di Sonny, le associazioni animaliste ripartono all’attacco
L’uccisione dell’orso Sonny, lo scorso 6 febbraio 2024, in seguito all’ordinanza firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, ha dato il via a una serie di iniziative da parte degli animalisti.
In particolare, l’Associazione EARTH Odv, ha colto l’occasione per chiedere al ministro Gilberto Pichetto Fratin di convocare un nuovo incontro incentrato sul destino dei plantigradi: mammiferi preziosi per la biodiversità.
Una prima riunione si era svolta il 26 aprile 2023 al ministero dell’Ambiente. Per l’occasione, diverse associazioni avevano avanzato proposte concrete per una gestione etica e rispettosa degli orsi, in grado di conciliare il benessere degli animali con la sicurezza dei cittadini.
Poi… il nulla cosmico.
Nonostante le promesse di ulteriori incontri, di fatto nulla è stato più organizzato, lasciando un vuoto di azione e di dialogo.
La richiesta di EARTH Odv
«L’uccisione dell’orso M90 non è solo una perdita tragica per la specie e per la conservazione della biodiversità», spiega Valentina Coppola, presidente di EARTH.
«Rappresenta anche un segnale inequivocabile dell’urgenza di rivedere le strategie di gestione e protezione delle specie selvatiche. È fondamentale che le associazioni coinvolte continuino il loro lavoro con il ministro dell’Ambiente per individuare soluzioni concrete e sostenibili per proteggere gli orsi e gli altri grandi carnivori.
Nella Provincia di Trento si sta attuando una strategia che sembra ignorare le leggi e le garanzie della giustizia amministrativa», conclude EARTH.
Di conseguenza, «chiediamo al ministro Pichetto Fratin di convocare al più presto una nuova riunione del tavolo tecnico, al fine di continuare il lavoro avviato e di garantire che l’impegno delle associazioni non resti disatteso». Ma a indignarsi non sono solo gli attivisti. L’atteggiamento dell’Italia è finito nel mirino della Commissione Europea.
L’Europa accusa l’Italia: attività venatoria irrispettosa delle direttive europee
La Commissione Europea ha deciso di aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia, in materia di caccia e sull’uso di piombo nelle munizioni, sottolineando il non rispetto della Direttiva Uccelli e del Regolamento Reach nelle recenti modifiche apportate alla normativa venatoria italiana.
A renderlo noto, l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (OIPA), che da anni si batte per la tutela degli animali.
Il nostro Paese ha due mesi di tempo per rispondere alle accuse e porre rimedio alle lacune evidenziate. Tuttavia, se la risposta non sarà soddisfacente, l’UE potrebbe emettere un parere motivato che porterebbe a conseguenze legali e sanzioni salate.
L’Europa bandisce i trasgressori
La procedura d’infrazione prende le mosse dalle osservazioni fatte dalla Commissione sulla legislazione venatoria italiana, in particolare la legge di bilancio n. 197/2022, e dalle segnalazioni pervenute attraverso la procedura Pilot.
Parliamo di un meccanismo di cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione Europea, volto a esaminare questioni legate alla conformità della normativa nazionale con il diritto dell’Unione Europea o alla corretta applicazione di quest’ultimo.
Una procedura insomma che mira a garantire un’applicazione uniforme e coerente del diritto comunitario.
In particolare, l’attenzione si concentra sul divieto delle munizioni al piombo nelle zone umide, un provvedimento eluso dal decreto ministeriale congiunto Pichetto Fratin e Lollobrigida e dal Decreto Asset, che hanno permesso l’attività venatoria anche in aree dove essa è vietata.
Le contestazioni sollevate dall’Unione Europea non si limitano solo all’uso delle munizioni, ma coinvolgono anche altre pratiche venatorie, come la caccia in periodi vietati, nelle aree protette e in altri contesti sensibili dal punto di vista ambientale.
Italia attaccata su più punti
Oltre alle controversie sulle munizioni al piombo nelle zone umide, l’inchiesta dell’Europa si estende a vari altri aspetti, tra cui i calendari venatori, l’abbattimento di specie in stato di “conservazione negativo”, cioè in declino, la caccia durante la migrazione pre-riproduttiva e la lotta al bracconaggio. Tutti punti critici che richiedono un’attenzione urgente e un’immediata azione correttiva da parte delle autorità italiane.
«L’intero sistema venatorio italiano, irrispettoso delle direttive europee, è sotto accusa», sottolineano dall’OIPA con preoccupazione. «Occorre che governo e Parlamento fermino la proposta di legge Bruzzone (Lega), che peggiora le materie contestate, e metta in regola la normativa italiana sulla tutela di uccelli e fauna selvatica». «Auspichiamo che i ministri vogliano mettere mano alla materia quanto prima. Vanno riviste subito le norme che trasformano l’Italia in un Far West dove i cacciatori possono intervenire sempre e ovunque, anche nei parchi e nelle aree urbane».
OIPA esprime solidarietà alla giornalista Silvia di Tocco: dopo l’uccisione di Sonny dice no a interviste sulla mobilità sostenibile
Intanto OIPA si unisce alla causa della giornalista Rai, Silvia di Tocco, finita nell’occhio del ciclone per essersi rifiutata di promuovere interviste sulla mobilità sostenibile nel luogo in cui è avvenuta l’uccisione di Sonny.
L’Associazione ha esortato la Rai a rispettare il diritto di coscienza della sua dipendente.
«Apprezziamo il coraggio e la libertà intellettuale di Silvia Di Tocco e auspichiamo che il procedimento a suo carico venga immediatamente ritirato. Chi ama gli animali e li rispetta è con lei».