giovedì, Novembre 13, 2025

Tutela degli animali: il Parlamento approva nuove norme penali

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CON L’APPROVAZIONE DEFINITIVA DA PARTE DEL SENATO, DIVENTA LEGGE LA PROPOSTA DI MODIFICA AL CODICE PENALE E AL CODICE DI PROCEDURA PENALE IN MATERIA DI REATI CONTRO GLI ANIMALI

Il provvedimento ha ricevuto il voto favorevole dei gruppi Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati e Gruppo delle Autonomie. Si sono astenuti Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra.

La nuova normativa introduce importanti aggiornamenti nell’ordinamento giuridico italiano in materia di tutela degli animali, riconoscendo una maggiore rilevanza penale a comportamenti violenti o abusivi nei loro confronti.

Tra i principali contenuti del testo figurano l’inasprimento delle sanzioni per reati come maltrattamento, abbandono e uccisione, la previsione di aggravanti per l’uso di sostanze illecite e nuove regole sulla gestione degli animali sequestrati durante procedimenti giudiziari.

Secondo Walter Caporale, presidente dell’Associazione Animalisti Italiani Onlus, si tratta di un “passo avanti necessario dopo anni di mobilitazione della società civile e delle associazioni animaliste”, anche se, sottolinea, “permangono alcune lacune significative che indeboliscono il potenziale deterrente della legge”.

I punti di forza della nuova normativa per gli animali

La riforma segna un’evoluzione concreta nel trattamento penale dei reati contro gli animali. Tra le innovazioni più significative:

  • Pena pecuniaria e detentiva congiunte per chi maltratta o uccide animali, rafforzando il quadro sanzionatorio e limitando il ricorso esclusivo a pene alternative.
  • Aggravanti per reati commessi con uso di stupefacenti o sostanze vietate, che riconoscono la maggiore pericolosità sociale di tali condotte.
  • Divieto di uccisione o cessione degli animali sequestrati, anche in assenza di un sequestro formale, a garanzia del loro benessere durante l’iter processuale.
  • Affidamento anticipato e definitivo degli animali sequestrati – compresi i cuccioli nati nel frattempo – alle associazioni riconosciute, in modo da tutelarne subito la vita e le condizioni di detenzione.
  • Modifiche alla legge sul traffico illecito di cuccioli, che semplificano la contestazione del reato in caso di assenza di microchip o documentazione sanitaria.

Questi interventi vanno nella direzione di un rafforzamento della giustizia animale, recependo parte delle richieste presentate nel tempo da numerose realtà del terzo settore. Basti ricordare che l’Associazione Animalisti Italiani, insieme con altri gruppi, ha raccolto oltre 400mila firme a sostegno di una normativa più severa.

Una legge che si avvicina al riconoscimento antispecista

Criticità e nodi irrisolti

Nonostante gli avanzamenti, restano nel testo legislativo alcune disposizioni controverse. Tra queste, la possibilità ancora prevista di tenere animali d’affezione legati alla catena, a condizione che ciò non ne impedisca i movimenti. Si tratta di una scelta normativa che si pone in contrasto con le normative regionali già in vigore in diverse parti del Paese – come Calabria, Umbria, Campania e Marche – e con regolamenti comunali che vietano tale pratica in modo assoluto.

Altra criticità segnalata dalle associazioni è la deroga all’identificazione immediata di cani e gatti da parte di allevatori e commercianti. Secondo Caporale, questa scelta “rischia di vanificare gli strumenti di contrasto al traffico illecito di animali”, rendendo più difficile tracciare l’origine degli esemplari venduti e favorendo così l’illegalità.

Infine, la legge non prevede ancora un divieto assoluto di nuova detenzione per coloro che si sono resi responsabili di reati gravi contro gli animali, compresi casi di impiego in combattimenti o organizzazione di traffici. Una lacuna che, secondo gli operatori del settore, potrebbe creare un pericoloso cortocircuito, specie nei casi in cui tali condotte si inseriscono in dinamiche criminali più ampie.

Un primo passo ma c‘è ancora troppo da fare

La nuova legge rappresenta un’evoluzione importante del diritto penale italiano nella direzione della protezione animale. Tuttavia, come segnalano anche le organizzazioni del settore, si tratta di un primo passo che necessita ulteriori sviluppi per assicurare una tutela effettiva e coerente.

Come ricordato dal presidente degli Animalisti Italiani, Walter Caporale, “la giustizia verso gli animali non è solo una questione etica, ma un indicatore della civiltà giuridica di un Paese”. Spetterà ora all’attuazione pratica e all’impegno delle istituzioni legislative, giudiziarie e amministrative, tradurre questi principi in una reale efficacia sul campo.

Etica, civiltà e dignità per tutti gli animali (Ph Pixabay)

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