Il turismo è un fenomeno mondiale e un elemento importante per lo sviluppo socio-economico di molti Paesi ma può, anche, allo stesso tempo, essere causa di degrado ambientale.
Un turismo ecologicamente sostenibile che tutela la comunità locale
Secondo la “Carta di Lanzarote per un turismo sostenibile”, redatta nel corso della Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile che si è tenuta a Lanzarote, Isole Canarie, Spagna, il 27 e 28 aprile del 1995, lo sviluppo di questo settore deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali.
Il turismo, come potente strumento di sviluppo, può e dovrebbe partecipare attivamente alla strategia di sviluppo sostenibile.
In decenni di turismo di massa c’è stata, però, scarsa attenzione alla qualità dello sviluppo di questo distretto. Che cosa fare, quindi, per costruire un turismo a misura d’uomo e sostenibile?
Di seguito alcuni esempi di come alcune regioni hanno affrontato il tema del turismo sostenibile nel nostro Paese.
Per la Toscana, per esempio, il 2017 è stato un anno record per le presenze, con quasi 100milioni di viaggiatori – fonte Alia, gestore dei servizi ambientali della Toscana Centrale -, che hanno prodotto una pressione ambientale notevole. Sono state prodotte, infatti, circa 234mila tonnellate di rifiuti urbani, di cui 45mila tonnellate solo nei 4 kmq del centro di Firenze, area dichiarata “patrimonio dell’umanità” dall’UNESCO.
La questione dell’impatto dei rifiuti nelle città turistiche è stata affrontata dalla Regione Toscana con il progetto URBAN-WASTE (#UrbanWasteEU), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020. Programma che vede come partner undici città europee pilota: Firenze (IT), Nizza (FR), Lisbona (PT), Siracusa (IT), Copenhagen (DK), Kavala (GR), Santander (ES), Nicosia (CY), Ponte Delgada (PT), Dubrovnik – Neretva (HR), Tenerife (ES).
Contrariamente a quanto avviene per i flussi turistici, che vedono, per esempio, il Veneto come la regione più attrattiva d’Italia, con dati quattro volte quelli della Sicilia, la Trinacria, invece, è la seconda regione del Paese per “sviluppo turistico e tutela dell’ambiente”, con 29 strutture in possesso del Marchio Ecolabel UE (la Commissione Europea è impegnata da tempo a promuovere lo sviluppo sostenibile: leggi l’articolo) del turismo in Europa ; e orienta sempre di più la scelta di chi vuole coniugare sviluppo turistico e uso ottimale delle risorse naturali.
Da un’indagine presso gli operatori economici siciliani che hanno aderito al marchio di qualità ecologica Ecolabel UE, promossa da ARPA Sicilia al fine di valutare i vantaggi che derivano dall’applicazione del marchio, i due terzi delle strutture isolane hanno risposto che il primo tra i motivi è “la consapevolezza di incidere positivamente nell’attuazione di buone pratiche di salvaguardia ambientale”.
L’Emilia-Romagna e la gestione degli impatti del turismo sull’ambiente
Altra regione dalla forte vocazione turistica è l’Emilia-Romagna, con quasi 57milioni di presenze nel 2017, per cui, a detta della stessa Arpae, è necessario un forte e costante impegno dell’Agenzia emiliana nella tutela ambientale di ecosistemi sottoposti a flussi turistici così importanti; funzione cui l’ente si dedica come parte del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente (Snpa), istituito con la Legge 132/2016. La gestione degli impatti del turismo sull’ambiente è stata affrontata da Arpae dal 2002 con applicazioni dell’Ecolabel UE alla ricettività turistica, che nel 2005 hanno portato al primo hotel a marchio in Italia. Studi successivi sui cambiamenti dello stato dell’ambiente in relazione al turismo, sono stati pubblicati nel 2015 nel “Report turistico ambientale della provincia di Rimini”.
Dopo i luoghi d’arte della Toscana e le spiagge romagnole, vediamo, infine cosa si è fatto per gli ecosistemi di altitudine, in particolare in Valle d’Aosta. A ottobre 2017 si è concluso il progetto INTERREG ALCOTRA Tourscience “ Sviluppo di un ecoturismo sostenibile in Valle d’Aosta e intorno al Monte Bianco”. La ricerca ha visto la partecipazione di Arpa Valle d’Aosta e Centro di ricerca sugli ecosistemi di altitudine di Chamonix (CREA) e il Comune di Torgnon. La sinergia tra un ente di ricerca ambientale e un ente territoriale ha avviato lo sviluppo di una forma di turismo doppiamente sostenibile, grazie anche alla realizzazione di pacchetti turistici per famiglie, gruppi e villeggianti di ogni età.
Tuttavia, la media nazionale di adesioni delle strutture ricettive al marchio ECOLABEL UE è alquanto scarsa: infatti, da un’indagine condotta da ISPRA, risulta che nell’ 84% dei casi analizzati, esse lamentano un’eccessiva mole di documenti da presentare, tempi lunghi di attesa del marchio, mancanza di benefici, incentivi e agevolazioni in cambio degli sforzi effettuati dalle stesse a favore dell’ambiente.