NONOSTANTE TANTI PROCLAMI GREEN, IMPEGNI SUL CLIMA E SULLO SVILUPPO DI FONTI RINNOVABILI, E NONOSTANTE L’AVER PUNTATO SPESSO IL DITO CONTRO L’AMMAZZA-AMBIENTE DONALD TRUMP, “TU QUOQUE…”, ANCHE TU, BIDEN…
Il presidente USA Joe Biden ha approvato il progetto “Willow” per trivellare in Alaska l’ultimo grande territorio non ancora “sfregiato” dall’uomo. Una regione di 4mila kmq, casa di uccelli migratori, orsi, caribù e altre specie che vivono solo qui. Il più grande pezzo di territorio USA non ancora contaminato dall’uomo.
Il progetto “Willow”, per pompare petrolio in Alaska, però, sta facendo arrabbiare i sostenitori del clima e preparando le basi per una sfida giudiziaria.
Da un lato, la delegazione congressuale bipartisan dell’Alaska e una coalizione di tribù e gruppi nativi che salutano l’impresa come una nuova fonte di entrate e tanti posti di lavoro, remoti.
Dall’altro, associazioni ambientaliste, giovanissimi e altre tribù di nativi che invece non ne vogliono sapere di trivelle nere in mezzo alle loro distese bianche e indisturbate.
E poi c’è Biden che ha paura di perdere le elezioni nel 2024.
Semplice.
Alla fine vince, come sempre, la realpolitik e Willow sarà trivellata.
La lezione è non fidarsi mai dei politici e di stargli addosso, sempre. Tante ne promettono, tante ne ingannano. E questo vale a maggior ragione per gli attivisti. Sempre all’erta, non credere mai a niente finché non è mai stato tutto messo nero su bianco.
Il progetto Willow Master Development Plan
Willow Project (Willow, salice in inglese) è il progetto di perforazione petrolifera, di proprietà del governo federale, per il quale la ConocoPhillips prevede investimenti fino a 6miliardi di dollari per trivellare all’interno del cosiddetto “National Petroleum Reserve”.
La stima è di estrarre 600milioni di barili di petrolio, circa 100miliardi di litri, con un ritorno economico di 17milardi di dollari per enti statali e federali e la creazione di 2.800 posti di lavoro. Tuttavia ci vorranno ancora anni finché il progetto sarà operativo.
La “manna scesa dal…” Polo Nord, dunque. Assieme a circa 9.2milioni di metri cubi l’anno di anidride carbonica emessa in atmosfera. L’equivalente di 2milioni di automobili l’anno. Ma che importa della lotta ai cambiamenti climatici!
L’amministrazione Trump aveva già approvato il tutto nel 2020, prima di perdere le elezioni.
L’Amministrazione Biden ha, poi, rimesso in gioco Willow perché all’epoca non sono state prese in considerazione misure adeguate per proteggere gli orsi polari. Sarebbe stato un ottimo pretesto per Biden di fare la cosa giusta. Invece no.
E invece, semplicemente il Piano di Sviluppo di Impatto Ambientale – Willow Master Development Plan Supplemental Environmental Impact Statemen – di ConocoPhillips propone di trivellare qualche pozzo in meno e costruire meno strade e meno oleodotti, affermando che questo sarebbe stato un ottimo compromesso.
Si, per loro!
La cosa interessante è che colei che ha messo la firma finale per conto dell’Amministrazione Biden è il segretario dell’Interno Deb Haaland, per la prima volta una discendente delle tribù native d’America. Si pensava che lei avrebbe difeso di più i diritti dell’ambiente e delle comunità indigene, invece la realpolitik è stata più forte anche per lei.
Quelli che… le trivelle in Alaska
Tutti, ormai, conosciamo i copioni secondo cui tutti gli industriali, gli speculatori e quelli che le trivelle in Alaska faranno abbassare i prezzi alla pompa, aumenteranno la sicurezza nazionale e i soldi delle tasse porteranno a finanziamenti per scuole e polizia.
Molto di tutto questo è falso. Perché, semmai i prezzi alla pompa si abbasseranno, ci vorranno almeno dieci anni, considerate le lunghissime tempistiche di costruzione e di ottimizzazione dei progetti. E poi non succede mai, ma proprio mai che nuove trivelle fanno abbassare i prezzi. È tutto un gioco di mercato, di speculazione. Mai davvero di domanda e offerta basata su numeri reali.
E a fronte di finanziamenti di scuole, di quanto aumenterà la mortalità per inquinamento dell’aria? Come detto milioni di volte, le trivelle porteranno a enormi danni ambientali e stravolgeranno ancora di più un pianeta già stravolto dai cambiamenti climatici.
I più contrari alle trivelle, come sempre, sono coloro condannati a viverci vicino. Infatti, le comunità della cittadina di Nuiqsut hanno mandato fortissime lettere di opposizione.
Nella foto di copertina, un impianto di perforazione di petrolio e gas vicino al villaggio di Nuiqsut, in Alaska, visto dal fiume Colville (Foto di Keri Oberly).
Non è servito a niente
La maggior parte dell’opposizione sui social media arriva dalla Gen-Z. Quelli di 20 anni che sono scatenati su TikTok. E che trovano molto contraddittorio ciò che Biden fa e ciò che Biden dice.
Ci sono decine di hashtag: #willowproject, #stopwillow e #stopthewillowproject che sono arrivati fra le Top Ten delle liste su Tik Tok con quasi 100milioni di visite negli USA. E poi ci sono le petizioni con oltre 3milioni di firme su change.org. Oltre 1milione di lettere a Biden e alla segretaria Haaland, da singoli su Protect the Arctic.
Non è servito a niente.
“Tu quoque, Brute, fili mi!”. Anche tu Bruto figlio mio! Avrebbe pronunciato Giulio Cesare mentre veniva trafitto da Bruto e dai congiurati.
Tu quoque… Biden!