LA LEGGENDARIA TIGRE DI GIAVA, RITENUTA DA TUTTI ESTINTA, POTREBBE IN REALTÀ AGGIRARSI ANCORA TRA LA FITTA GIUNGLA INDONESIANA. A SVELARLO, L’ANALISI DEL DNA DI ALCUNE CIOCCHE DI PELO TROVATE TRA LA VEGETAZIONE
Tigre contro tigre
L’isola di Giava, in Indonesia, terra di meraviglie naturali e antichi misteri, è stata il regno della maestosa tigre che porta il nome.
Nel 1980 questa nobile creatura era considerata estinta ma è stata dichiarata ufficialmente tale solo nel 2008, insieme alla tigre di Bali.
Tuttavia, nel 2019, l’ambientalista Ripi Yanur Fajar, un residente locale, disse di avere avvistato il grosso felino nei pressi del suo villaggio, nella provincia di Sukabumi (Giava occidentale). Neanche a dirlo, la notizia destò scompiglio tra gli abitanti, risvegliando leggende dimenticate e incubi sepolti.
A caccia di prove
Nel 2021, il ricercatore Kalih Raksasewu e l’impiegato governativo Bambang Adryanto si misero a caccia delle presunte tracce lasciate dalla tigre.
Ebbene, trovarono delle ciocche di pelo impigliate in una staccionata, riconducibili alla “beata estinta”.
Nel marzo del 2022, il reperto venne sottoposto all’analisi genetica al Centro di ricerca biologica per la ricerca nazionale e l’innovazione (BRIN) dell’Indonesia.
Confrontando il DNA della tigre di Giava con quella di Sumatra (P. tigris sumatrae – l’unica sottospecie presente attualmente nell’arcipelago indonesiano) e persino con un esemplare museale del 1930 di una tigre di Giava, l’analisi svelò una somiglianza del 97% con la prima.
Poi si scoprì che la distanza genetica con la tigre di Giava del museo era pari allo 0,3%.
Una stretta parentela
«Da questa analisi completa del mtDNA concludiamo che il campione di peli del Sukabumi meridionale appartiene alla tigre di Giava e che rientra nello stesso gruppo dell’esemplare del museo della tigre di Giava raccolto nel 1930 ». A dichiararlo, gli autori della ricerca, tra cui Raksasewu e Adryanto.
«Se la tigre di Giava sia effettivamente ancora presente allo stato selvatico deve essere confermato con ulteriori studi genetici e sul campo».
Ma che animale era la tigre di Giava?
Secoli fa Giava era un paradiso per queste creature. Qui, regnavano sovrane tra le foreste e i boschetti, ma oggi tutto è cambiato.
La corsa sfrenata verso il progresso, che come diceva Ungaretti, “è un atto di prepotenza verso la natura”, ha inciso profonde cicatrici nel tessuto delle foreste pluviali, savane e zone paludose.
Gli uomini hanno abbattuto le foreste e il territorio selvaggio è stato ridotto al minimo (il 2%).
Di conseguenza, i felini si sono trovati ad affrontare una lotta disperata per la sopravvivenza. Oltre alla deforestazione su vasta scala per fare spazio all’agricoltura e all’espansione urbana, la caccia illegale per il commercio di parti del corpo delle tigri e il conflitto con gli esseri umani hanno causato la riduzione dell’habitat naturale del felino.
Negli anni ’70, si potevano contare solo pochi esemplari di tigre di Giava (Panthera tigris sondaica), sparsi tra riserve naturali e parchi nazionali. Come detto, nel 1980 la specie fu dichiarata estinta.
Da quel momento, numerose leggende popolari hanno raccontato di bestie misteriose che si aggiravano tra i campi, ma nessun incontro è stato mai confermato.
Utile precisare che l’animale era tanto temuto quanto venerato.
La recente scoperta lascia tuttavia sperare in un ritorno dell’esemplare. Ma che animale era la tigre di Giava?
Conosciamo il felino
Questa magnifica creatura era caratterizzata da un manto dai colori intensi, con striature nere su una pelliccia arancione dorata.
Quanto alle dimensioni, era leggermente più piccola rispetto ad altre sottospecie di tigri, con un peso che solitamente variava tra i 100 e i 140 kg per i maschi e tra i 75 e i 115 kg per le femmine.
Come tutti i membri della famiglia dei felini, la tigre di Giava era un carnivoro solitario e notturno, che utilizzava il senso dell’udito e della vista per individuare le prede nel buio della notte. Fra i bocconcini preferiti: cervi, maiali selvatici, bufali e altri mammiferi presenti nel suo habitat.
Felini a rischio estinzione
Attualmente, nell’arcipelago indonesiano sopravvive solo la tigre di Sumatra. Il felino tuttavia rischia l’estinzione. Una volta parte di un fiorente ecosistema asiatico, la specie è stata ridotta a circa 500 individui, con una drammatica diminuzione rispetto ai circa 100mila esemplari che popolavano l’Asia all’inizio del XX secolo.
Come nel caso della “cugina” di Giava, la deforestazione e la perdita dell’habitat, stanno decimando i magnifici animali.
La tigre di Sumatra è altresì vittima del brutale commercio illegale che ne fa oggetto di desiderio per la sua pregiata pelliccia e altre parti del corpo, spesso utilizzate nella medicina tradizionale orientale per le presunte proprietà terapeutiche e afrodisiache.
Ma le minacce non finiscono qui: la caccia eccessiva delle prede naturali della tigre, come cervi e cinghiali, unita alla competizione per il territorio e alla crescente pressione antropica, ha portato questi felini ad avvicinarsi sempre più alle aree abitate e al bestiame domestico, innescando conflitti con gli allevatori.
Dal 2008, la tigre di Sumatra è stata inserita nella Lista Rossa delle Specie Minacciate di Estinzione della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), un documento fondamentale che valuta il rischio di estinzione delle specie in base a criteri scientificamente rigorosi.
Fonte
Lo studio è stato pubblicato su Oryx.