LA CANZONE “THE EARTH” DEL GRUPPO UNDERFRAME È UN APPELLO RIVOLTO ALLE NOSTRE COSCIENZE CHE CI SPINGE AD AVERE MAGGIORE CURA DELLA NATURA CHE CI CIRCONDA
“An SOS has been yelled by the Earth”, la Terra ha lanciato un SOS. Così canta la band milanese Underframe nel loro nuovo brano “The Earth”.
È un mix tra new wave, post-punk, indie-pop, rock alternativo e sonorità anni ’80, la canzone scritta dal vocalist del gruppo, Carlo Botti. Cerca di richiamare l’attenzione sui danni che le azioni umane stanno causando alla Terra.
Inquinamento, deforestazione, continua cementificazione, sfruttamento indiscriminato di risorse naturali sono tutti fattori che stanno mettendo in pericolo la nostra stessa sopravvivenza.
Anche l’esortazione della batteria di Enrico Giglio, la nota vintage della tastiera di Carlo Botti, l’espressività della chitarra di Gabriele Marinoni e del basso di Emanuele Bernasconi, e le voci di Emanuele Bartolomeo e Daniele Lattanzi creano un’atmosfera sonora unica, in linea con il messaggio che la canzone vuole trasmettere.
È l’umanità la colpevole del degrado dell’ambiente, svenduto per la ricerca del profitto, per colpa di miopi governance politiche e per la mancanza di maggiore coscienza ambientalista dei cittadini.
Il mondo post-apocalittico del video “The Earth”
Per l’importanza di questo messaggio, proprio il brano “The Earth”, presentato in anteprima lo scorso 31 gennaio a Casa Sanremo, è stato scelto come brano di apertura della vetrina sanremese. Adesso è disponibile anche il video ufficiale.
Ambientato in un mondo post-apocalittico, i sopravvissuti si ritrovano su vagoni abbandonati in una stazione (presenti nella realtà nel museo delle Ferrovie Nord Milano di Saronno). Alla ricerca della salvezza, intraprendono un viaggio che li porterà al Cem Ambiente, Centro di raccolta e smistamento rifiuti di Mezzago. La location scelta non è causale.
«Sommersi dall’immondizia. Ecco la fine che faremo se non cambiamo subito rotta», dichiara il cantante Botti.
Qui, però, tra le montagne di rifiuti, i superstiti trovano una porta che li conduce al nuovo eden. È il Parco del Rio Vallone di Bellusco a rappresentare l’unico angolo di mondo che si è salvato dalla distruzione.
Le note della speranza: occorre agire subito
Le immagini quindi lanciano un messaggio di speranza: siamo ancora in tempo per cambiare le cose, ma non c’è un istante da perdere. Occorre intervenire subito con azioni efficaci per invertire la rotta che inconsciamente stiamo ancora tracciano in direzione della fine di tutto.
Questa canzone vuole perciò condurre a una presa di coscienza collettiva, esortando a una maggiore cura e rispetto per la natura. Sono necessari interventi, sia a livello individuale sia a livello sociopolitico, scelte economiche, politiche energetiche e cambiamenti di stili di vita per tutelare l’ambiente, il clima e il nostro pianeta.
«La metamorfosi ci riguarda tutti da vicino – sottolinea Alberto Fulgione, presidente del Cem –. Ciascuno di noi ogni giorno può compiere scelte che fanno la differenza. Ovviamente servono politiche a tutti i livelli, ma nessuno è escluso dalla trasformazione. Questo è un processo che si mescola con la nostra vita quotidiana. Non è lontano, è vicino, ci coinvolge direttamente».
E la musica è sicuramente lo strumento migliore da usare per trasmettere questo intento, perché riesce ad arrivare dove altri mezzi non arrivano: al cuore di ognuno di noi.