La prima tartaruga con il tag satellitare
Una tartaruga caretta caretta torna in mare grazie al centro WWF di Policoro.
È stata recuperata da un mitilicoltore lo scorso 7 gennaio nel Mar Piccolo di Taranto perché in seria difficoltà: galleggiava in modo anomalo e non riusciva ad immergersi.
Ora, grazie ai biologi del Centro recupero Tartarughe Marine di Policoro, prontamente intervenuti, la tartaruga caretta caretta, è sana e salva.
Erasmus, come è stata chiamata, è diventata la prima tartaruga marina rilasciata nel Golfo di Taranto a partecipare al progetto di tracking satellitare portato avanti dal WWF Italia.
La tartaruga è stata dotata di trasmettitore satellitare applicato sul carapace. Grazie a questo, i biologi potranno seguire i suoi spostamenti e implementare lo studio della biologia di questi straordinari rettili marini, campioni in fatto di lunghe migrazioni.
L’adozione della tartaruga caretta caretta Erasmus
Erasmus è una femmina adulta di circa 30 kg. con carapace lungo 65 cm. Nonostante una menomazione all’arto posteriore destro, riesce a nuotare con sufficiente disinvoltura.
Il suo nome è stato scelto dai bambini dell’Istituto Comprensivo di Gemona del Friuli, che hanno partecipato al progetto Erasmus + Kid Conquering Castles, realizzato da alunni delle scuole primarie di Austria, Catalogna (Spagna), Germania, Grecia, Italia e Galles.
Sono stati raccolti circa 1000 euro, grazie alla vendita di alcuni oggetti nei mercatini, poi donati al centro e destinati alle cure della tartaruga adottata dalla scolaresca friulana.
Dopo le dovute indagini diagnostiche e le costanti cure del medico veterinario del Centro, Erika Ottone e dei biologi Gianluca Cirelli e Annachiara Pisto, Erasmus è stata reintrodotta in natura questa mattina di fronte ad amministratori, operatori coinvolti e semplici appassionati nella spiaggia antistante il CRTM dell’Oasi WWF di Policoro Herackleia.
Le tartarughe: una specie in estinzione
La tartaruga caretta caretta è una delle specie a rischio di estinzione a causa della pesca accidentale nel Mediterraneo (si stima che ogni anno circa 150mila tartarughe finiscano nelle reti dei pescatori e che ne muoiano, di queste, oltre 40mila).
Proprio ieri, una caretta, è stata ritrovata morta all’interno di una rete al largo di Miramare. La scoperta è avvenuta nel golfo di Trieste.
Lo stesso giorno, altre due sono state trovate morte a Molfetta (Bari).
Un’altra, è stata ritrovata il 19 gennaio, in gravi condizioni, da un pescatore sul litorale di Nicotera, portata poi al centro recupero di Brancaleone.
Plastica nei fondali marini: Grave pericolo
Oltre alla pesca, un grave pericolo per questa specie, è la presenza di plastica nei fondali marini. A causa dell’ingerimento, molte rimangono soffocate.
Come riporta il WWF, una tartaruga marina su due ha ingerito plastica, uno studio di 10 anni sulla caretta caretta ha dimostrato che il 35 % degli esemplari analizzati ha inghiottito rifiuti di questo tipo.