lunedì, Ottobre 7, 2024

Talco all’amianto, Johnson&Johnson risarcisce le vittime con 6,5 miliardi di dollari per il cancro ovarico

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IL COLOSSO FARMACEUTICO JOHNSON & JOHNSON HA ACCETTATO DI PAGARE UNA SOMMA DI 6,5 MILIARDI DI DOLLARI, IN 25 ANNI, PER CHIUDERE LA MAGGIOR PARTE DELLE CAUSE LEGALI RELATIVE AL CANCRO OVARICO PROVOCATO DALL’ICONICO TALCO PER BAMBINI “BABY POWDER”. QUESTA MOSSA È STATA ACCOMPAGNATA DA UNA TERZA DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO DELLA SOCIETÀ CONTROLLATA, LTL MANGEMENT. NONOSTANTE L’ACCORDO, J&J HA SPECIFICTO CHE LE CAUSE LEGALI RIMANENTI SARANNO GESTITE AL DI FUORI DELLA NUUOVA RISOLUZIONE

L’accordo su J&J e il talco: chiarezza su risarcimenti e controversie legali

Johnson & Johnson è da tempo nell’occhio del ciclone per via delle cause legali correlate all’uso dei suoi prodotti a base di talco. Molte donne si sono infatti ammalate di cancro ovarico e altre patologie tumorali, incluso il mesotelioma, dopo aver utilizzato l’iconica “Baby Podwer”. Oggi, un nuovo accordo potrebbe mettere fine all’annosa questione.

Per chiudere i giochi, il 75% delle ricorrenti che sostengono di aver subito un danno dai prodotti della J&J dovrà approvare l’accordo, con il voto che si terrà entro tre mesi.

Se si raggiungerà il consenso, J&J risolverà tutte le richieste di risarcimento attuali e future, per il cancro ovarico, che costituiscono circa il 99% delle cause legali relative al talco contro l’azienda. Questo comprende circa 54mila casi racchiusi in un procedimento federale nel New Jersey. 

Per inciso, il colosso dei prodotti farmaceutici confida nell’esito positivo.

Un pactum sceleris?

Quanto al “patto”, si basa su precedenti accordi di J&J.

Essi erano stati raggiunti con circa il 95% delle persone che avevano citato in giudizio la società per lo sviluppo di mesotelioma, una forma rara di cancro associata all’amianto, e con vari Stati USA.

Stando alle accuse, la società non avrebbe avvertito i consumatori circa i rischi dei suoi prodotti a base di talco contaminato.

J&J non ha divulgato il valore degli accordi relativi al mesotelioma, ma ha registrato un addebito aggiuntivo di 2,7 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2024.

Utile precisare che l’azienda aveva già tentato due volte di risolvere le controversie attraverso il fallimento controllato di LTL Management, una “società satellite” creata appositamente per assumersi la responsabilità delle azioni legali legate al talco. Tuttavia, i tribunali avevano respinto entrambi i tentativi. Questo ha portato alla ripresa dei processi legali contro la multinazionale, con un giudice federale che aveva ordinato l’archiviazione dell’ultimo caso di fallimento nel luglio 2023. Cerchiamo di capire le dinamiche attraverso cui il brand avrebbe cercato di “sfanfgarsela”.

L’escamotage del Capitolo 11

Nel 2021, l’unità di J&J, LTL Management LLC, aveva dichiarato fallimento per risolvere le accuse contro i prodotti a base di talco. 

Per farlo, aveva fatto appello alla legge federale sulle istanze di fallimento negli Stati Uniti, nota come Capitolo 11.

Una scelta che aveva sollevato un polverone. Le querelanti sostenevano infatti che non si dovrebbe usare la bancarotta per evitare responsabilità legali, senza dover affrontare direttamente i costi e le implicazioni di una dichiarazione di fallimento.

Johnson & Johnson ovviamente aveva rivendicato la legittimità del processo di ristrutturazione. 

La lotta continua 

Nel corso degli anni, J&J ha continuato a difendere la propria posizione e i propri prodotti, sostenendo che non ci siano prove scientifiche valide che dimostrino il legame tra il talco e il cancro. 

Tuttavia, i tribunali hanno emesso verdetti a favore delle querelanti in diversi casi significativi, come nel caso di ventidue donne che nel 2018 hanno ottenuto un risarcimento di 2,12 miliardi di dollari per il cancro ovarico attribuito all’amianto nel talco J&J.

In ogni caso, nel 2020, “per non sapere né legger, né scrivere”, dopo lo scoppio dello “tsunami legale”, legato al talco contaminato, la società aveva interrotto la vendita negli Stati Uniti e in Canada. Dal 2022 è vietato il commercio anche nel resto del mondo.

A richiedere lo stop, anche la Food and Drug Administration, che aveva effettivamente scoperto piccole tracce di amianto crisotilo, in campioni di polvere per bambini prelevati nel 2019.

Oggi, l’amido di mais ha sostituito il talco, quale ingrediente principale.

Nonostante le sfide legali e i verdetti sfavorevoli, J&J continua a perseguire soluzioni per porre fine alle controversie legali. Allo stesso tempo, è determinata a continuare la sua difesa legale mentre cerca di ottenere il consenso sull’accordo proposto. Questo suggerisce che la saga legale del talco è lontana dall’essere conclusa e continuerà a essere oggetto di attenzione e dibattito. Ma c’è di più. 

Il Progetto Plato 

Lo scorso anno, Johnson & Johnson aveva creato un piano per limitare l’emorragia finanziaria derivante dai risarcimenti. Il colosso aveva pertanto assegnato più di trenta dipendenti al “Progetto Plato”. In una nota interna esaminata dalla Reuters (la prima agenzia giornalistica ad avere avviato un’inchiesta nel 2018 n.d.r) Chris Andrew, avvocato dell’azienda aveva scritto: «È fondamentale che qualsiasi attività correlata al Progetto Plato, incluso il semplice fatto che il progetto esista, sia mantenuta strettamente confidenziale».

Ma quali azioni stava pianificando il colosso americano attraverso il team?

Ebbene, secondo Reuters, il conglomerato farmaceutico avrebbe lanciato segretamente il “Progetto Plato” per spostare la responsabilità legale di circa 38mila cause legali pendenti sul talco per bambini a una nuova filiale, che avrebbe poi dichiarato fallimento. Questo avrebbe permesso a J&J di limitare la propria esposizione finanziaria alle cause legali. Tuttavia, dopo che l’agenzia di stampa britannica ha riportato questa storia, J&J ha cercato di bloccare la pubblicazione dei documenti riservati, sostenendo che violasse il loro diritto alla riservatezza.

L’agenzia giornalistica ha negato di possedere informazioni riservate e ha respinto le accuse di J&J come prive di fondamento. La questione è quindi finita in tribunale, con gli avvocati della Reuters che hanno definito la richiesta di bloccare la pubblicazione, una restrizione preventiva della libertà di stampa su una questione di interesse pubblico.

Prima di concludere, utile capire come mai il talco contenga tracce di amianto.

Talco e amianto: una contaminazione inevitabile 

Una cava di talco; la contaminazione è quasi inevitabile dal omento che nella stessa cava ci può essere la presenza di rocce di crisotilo

Il talco naturale, una sostanza minerale composta principalmente da silicato di magnesio, può occasionalmente contenere tracce di amianto, che è una famiglia di minerali fibrosi nocivi per la salute umana. Questo è dovuto alla sua formazione geologica e alla sua origine naturale. Si estrae infatti da depositi minerali che possono essere situati nelle vicinanze di giacimenti di amianto o possono contenere tracce di amianto stesso.

Durante il processo di estrazione e lavorazione, possono dunque verificarsi contaminazioni incrociate con l’asbesto presente nelle rocce vicine o negli stessi giacimenti di talco. Anche se il questo, poi, viene sottoposto a processi di purificazione e raffinazione, non è sempre possibile eliminare completamente tutte le tracce del “killer silente”.

Questo è particolarmente importante perché l’amianto è noto per essere cancerogeno e può causare gravi problemi di salute, tra cui il mesotelioma, il cancro polmonare e appunto il cancro ovarico. Quest’ultimo è una delle forme più letali di cancro femminile, spesso diagnosticato in fase avanzata a causa della mancanza di sintomi evidenti nelle fasi iniziali della malattia.

Fonte

ReutersArgomenti Cause legali USA Texas New York rivendica Georgia New JerseyJ ha eseguito il piano fallimentare a partire dall’11 ottobre.

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