Deppwater Horizon: consulta tutte le notizie
Il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon è stato un massiccio sversamento di petrolio nelle acque del Golfo del Messico.
Deve la sua fama all’incidente del 20 aprile 2010, quando durante le fasi finali di realizzazione di un pozzo nelle acque profonde del Golfo del Messico (28.736667°N 88.386944°W), si è verificata un’esplosione che ha provocato un incendio ed innescato un’immensa fuoriuscita di idrocarburi dal fondale marino, che ha portato a gravissime conseguenze ambientali nel Golfo del Messico, particolarmente per le coste della Louisiana.
In seguito all’esplosione, 115 dei 126 uomini a bordo sono riusciti ad evacuare l’impianto (17 di loro hanno riportato ferite), mentre 11 (contati come dispersi e non più ritrovati, nonostante tre giorni di pattugliamento dell’area, da parte della guardia costiera) sono deceduti. Nonostante gli sforzi profusi dai soccorritori per spegnere l’incendio, è risultato impossibile domare le fiamme e il 22 aprile 2010 la struttura della Deepwater Horizon è collassata, mentre una seconda esplosione[4] ne ha causato l’affondamento. La piattaforma giace ora a circa 1500 m di profondità.
Lo sversamento è iniziato il 20 aprile 2010 ed è terminato 106 giorni più tardi, il 4 agosto 2010, con milioni di barili di petrolio sulle acque di fronte a Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida, oltre alla frazione più pesante del petrolio che ha formato grossi ammassi sul fondale marino. Si è trattato del disastro ambientale più grave della storia americana, avendo superato di oltre dieci volte per entità quello della petroliera Exxon Valdez nel 1989.