Portacontainer affonda davanti alla costa dello Sri Lanka
Un cargo portacontainer è affondato davanti alla costa dello Sri Lanka, mettendo a rischio la biodiversità. La causa è un incendio a bordo. Trasportava acido nitrico e altre sostanze chimiche pericolose.
Un cargo portacontainer è affondato davanti alla costa dello Sri Lanka, l’antica Ceylon, non lontano dalla capitale Colombo. La X-Press Pearl, che batteva bandiera di Singapore trasportava sostanze chimiche pericolose.
Il 21 maggio scorso ha preso fuoco mentre era ancorata al largo della costa occidentale del Paese asiatico. Squadre di operatori congiunti della marina cingalese e di quella indiana sono riusciti a spegnere le fiamme a bordo solo dopo dodici giorni.
Plastica e petrolio inquinano la costa dello Sri Lanka
Nel frattempo tonnellate di granuli di materiale plastico trasportato, hanno inondato la costa cingalese. Centinaia di squadre anche di volontari sono intervenute per ripulire le spiagge. 300 tonnellate di olio combustibile sono fuoriuscite dai serbatoi e si sono disperse in mare, con grave rischio per la biodiversità e grave danno per la pesca. Il petrolio e i detriti causati dall’incendio e, quindi, dall’affondamento della X-Press Pearl, hanno inquinato alcune delle spiagge più incontaminate del Paese.
Una perdita di acido nitrico dai container causa l’incendio
La causa dell’incidente è forse legata a una perdita di acido nitrico. L’affondamento della X-Press Pearl rappresenta «il peggiore scenario ambientale», ha riferito alla Bbc la dottoressa Ajantha Perera, attivista ambientalista cingalese. «Con tutte le merci pericolose, l’acido nitrico e il carburante nella nave, affondando la nave distruggerà l’intero fondale marino».
La nave, costruita solo pochi mesi fa, trasportava 1.486 container. Di questi, un’ottantina contenevano merci pericolose, incluse 25 tonnellate di acido nitrico, idrossido di sodio e altre sostanze chimiche pericolose. Si presume che almeno il contenuto di un container con l’acido nitrico si sia riversato in mare.
Timori per la biodiversità dello Sri Lanka
Lo Sri Lanka è uno dei 25 hot spot di biodiversità del mondo, riconosciuto da Conservation International. La capitale commerciale Colombo, il 5 e 6 novembre 2015, ha ospitato la prima Conferenza Internazionale sulla Biodiversità sul tema: “Futuro della Conservazione della Biodiversità nell’ambito di obiettivi di sviluppo sostenibile”.
A organizzare l’evento, l’International Institute of Knowledge Management (TIIKM). Sull’isola soprannominata “Lacrima dell’India”,la conservazione delle aree umide è stata regolata fin dal 1938 dalla Fauna and Flora Protection Ordinance. L’antica Ceylon, immersa nell’Oceano Indiano, vanta un’elevata proporzione di specie endemiche. Le sue foreste tropicali sono ricche di specie vegetali e animali, in parte ancora sconosciute. Infatti, il 23% della flora e il 16% dei mammiferi sono specifici dell’isola (fonte WBA – World Biodiversity Association).
Le attività antropiche danneggiano la “Lacrima dell’India”
Tuttavia le attività antropiche hanno ridotto di molto la copertura forestale dell’isola. Le aree umide, invece, rappresentano un serbatoio importante della biodiversità. Infatti, la protezione di questa è fondamentale per la sopravvivenza degli ecosistemi del posto. Il disastro della X-Press Pearl ha danneggiato sia l’habitat marino sia le piante delle zone lagunari. Pesci e tartarughe marine sono morti avvelenati dall’acido nitrico.