SOSTENIBILITÀ E CITTÀ VIVIBILI NELL’ULTIMO RAPPORTO SNPA
SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) ha presentato il primo Rapporto che analizza i trend ambientali nell’arco di cinque anni.
Molte le città in corsa verso la sostenibilità, si “fa strada” la mobilità dolce e aumentano gli orti urbani. Ma le perdite idriche, l’uso del suolo e la fragilità del territorio rimangono ancora un problema.
Sono queste le tendenze descritte nel Rapporto SNPA “Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la sostenibilità ambientale”.
Per la prima volta, il Rapporto presenta una lettura dei trend ambientali delle venti città capoluogo e Bolzano nell’arco temporale di cinque anni.
Ciò attraverso tre chiavi di lettura: vivibilità, circolarità e resilienza ai cambiamenti climatici, fotografando la transizione dei capoluoghi italiani verso la sostenibilità urbana.
I numeri del Rapporto tra mobilità, orti urbani e differenziata
Una mobilità più sostenibile, con chilometri di piste ciclabili cittadine che raggiungono valori record, è stata riscontrata a Torino, Milano e Bolzano. Uno stile di vita più attento all’ambiente, con l’aumento degli orti urbani, è stato registrato in particolare a Napoli. Qui, dal 2011 al 2019, gli orti urbani crescono del 1230%, da meno di un ettaro a circa 12.
Significativi, inoltre, i progressi nel cambio di mentalità sul concetto di rifiuto, che da scarto è sempre di più concepito come una risorsa. Tra tutti i capoluoghi è Trento a raggiungere la percentuale più alta di raccolta differenziata.
Anche se gli aumenti più importanti nel periodo 2015-2019 si registrano a Catanzaro (+577,1%), Potenza (+214,7%) e Palermo. Queste città, pur rimanendo ancora su valori al di sotto del 20% (17,4%), segnano un aumento di circa il 115%.
Sostenibilità, cosa resta da fare
La fragilità del territorio e l’uso poco sostenibile del suolo rimangono i veri talloni d’Achille. C’è ancora molto da fare in termini di sostenibilità in merito al dissesto idrogeologico e all’uso corretto del suolo. La popolazione residente in aree a rischio idraulico medio varia significativamente dalle 191 persone di Potenza a quasi 183mila di Firenze.
Tutto ciò mentre il consumo di suolo avanza senza sosta in quasi tutti i capoluoghi e le infrastrutture verdi non segnalano incrementi significativi.
A questi problemi si aggiunge anche il rischio sinkholes (o sprofondamenti) ormai presente in quasi tutte le città italiane. Roma, con un totale di 1088 eventi dal 2010 al primo semestre del 2021, si conferma la capitale italiana ed europea delle voragini.
Il problema più grave: le perdite idriche
Tra le note dolenti soprattutto quella delle perdite idriche. Nel 2018 restano sempre elevate nella maggior parte delle città campione, con alcuni casi in cui i valori superano il 50%. Anche se con valori altalenanti, sono solo otto le città che riducono le proprie perdite, con in testa Napoli.
Il capoluogo campano passa dal 41,2% del 2012 al 31,6% del 2018. Si conferma, quindi, alto lo spreco di una risorsa naturale che, specialmente in questo 2022, vediamo sempre più minacciata dal cambiamento climatico e dagli sprechi.