La Corte di Appello di Firenze Sezione Lavoro ha “respinto l’appello principale e in accoglimento parziale dell’appello incidentale avverso la sentenza di primo grado” promosso da SOLVAYS.A. contro Massimiliano Posarelli, erede del padre Romano Posarelli e della madre Maria Luisa Filippi.
«Confermata la sentenza storica di condanna per la presenza di amianto nello stabilimento di Rosignano», afferma soddisfatto l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
Romano Posarelli ha lavorato come operaio tubista calderaio nello stabilimento Solvay di Rosignano. È stato stroncato da un cancro del polmone fulminante, provocato dall’amianto utilizzato nello stabilimento di Rosignano, in Toscana. Massimiliano, anche lui dipendente della Solvay, è esposto all’amianto.
La Corte, presidente dott.ssa Maria Lorena Papait, giudice relatore, dott.ssa Nicoletta Taiti, ha rigettato l’appello della Solvay S.A. che mirava a negare la responsabilità della società per la morte di Romano Posarelli.
I giudici hanno accolto richieste dell’avv. Ezio Bonanni, legale della famiglia. Hanno, quindi, liquidato una ulteriore somma di circa 120mila euro che si va ad aggiungere ai circa 570mila “a titolo di danno iure proprio, di € 200.000,00 (in favore del figlio) e di € 270.000,00 (in favore del coniuge)”, già ottenuti con la prima sentenza del Tribunale di Livorno.
Il Tribunale, inoltre, “condanna SOLVAY S.A. al pagamento degli interessi dal di del fatto illecito su tali somme via via rivalutate anno per anno sino al saldo; conferma nel resto la sentenza di primo grado… oltre 15% per spese generali, oltre Iva e Cap come per legge, da distrarsi in favore del procuratore antìstatario…”
“Speriamo che la società non ricorra in Cassazione, ora”
«Ricordo la sua morte – spiega l’avv. Bonanni -, preceduta da un’agonia straziante, e la sofferenza della moglie Maria Luisa Filippi, e del figlio Massimiliano, anche lui dipendente della Solvay ed esposto all’amianto. E l’azione controcorrente, le tante battaglie per avere giustizia. Prima in sede penale, con il rinvio a giudizio del direttore, ing. De Gaudenzi, per il reato di omicidio colposo. E poi, dopo la sua morte, che ha estinto il reato, con la prosecuzione della causa in sede civile. Ora, finalmente, anche il secondo grado conferma le condanne».
«Abbiamo avuto giustizia e speriamo che la società non ricorra in Cassazione, ora», ha dichiarato Massimiliano. Coordinatore dell’ONA a Rosignano, Posarelli, segnato già dal sacrificio del padre, ha sofferto anche della perdita della madre, stroncata poco dopo il processo da un male incurabile.


