È STATO TRASFERITO L’EX IMPIANTO DI MACELLAZIONE-CASEIFICIO SITUATO NELL’ISOLA-CARCERE DI GORGONA, NELL’ARCIPELAGO TOSCANO. LAV HA ACQUISTATO I MACCHINARI PER RENDERLI DEFINITIVAMENTE INOFFENSIVI
C’è una sensibilità diversa oggi nei riguardi degli animali. Sono tante le associazioni, i cittadini e a volte anche le istituzioni che si schierano dalla loro parte.
Esemplare quanto deciso recentemente per l’impianto di macellazione e lavorazione della carne e del latte a Gorgona, ultima isola-carcere italiana dell’arcipelago toscano.
Fino al gennaio 2020, qui era attivo un impianto di macellazione che ora è stato definitivamente smantellato. Una lunga operazione di trasporto ha impegnato diversi mezzi ed energie e ha permesso il trasferimento dei macchinari del macello dall’isola alla terraferma.
Il carcere ha messo in vendita i macchinari all’asta. Ora si trovano in Maremma, a Semproniano, presso il Centro di Recupero LAV. Saranno esposti come monito sull’importanza del riconoscimento dei diritti di ogni singolo essere vivente. E anche come la vittoria della libertà e della vita sulla sofferenza e sulla morte.
Il macello di Gorgona e il modello rieducativo del 1989
Nel macello di Gorgona, centinaia di animali ogni anno perdevano la vita tra vitelli, maiali, conigli, galline, pecore, cavalli e capre. Nel 1989, Carlo Mazzerbo, all’epoca direttore del carcere, e Marco Verdone, medico veterinario, iniziarono a salvare i primi animali.
In seguito, attuarono un modello rieducativo per i detenuti. Ciò permise loro di instaurare una relazione d’affetto e accudimento degli animali che, fino ad allora, erano meri strumenti di produzione.
L’isola di Gorgona fu un progetto unico nel suo genere, uno straordinario esperimento di relazione nonviolenta tra uomo e animale, interrotto nel 2015.
E fu proprio grazie a LAV che, nel 2020, dopo anni di battaglie, manifestazioni e petizioni, l’iniziativa riprese vita. Con la firma del Protocollo d’intesa tra il Comune di Livorno, la Casa circondariale e LAV, Gorgona divenne ufficialmente l’isola dei diritti umani e animali. Da quel momento, nessun animale fu più utilizzato per la produzione e macellato.
Salvati centinaia di animali
Il Protocollo ha salvato circa 600 animali dalla macellazione, ha smantellato il mattatoio e il caseificio all’interno del carcere. È stata avviata la ricerca di una nuova casa per circa 450 animali, che man mano lasceranno l’isola verso rifugi sicuri.
Gli animali che rimarranno a Gorgona saranno affidati alle cure dei detenuti del carcere, nell’ambito di un programma di relazione. Un’opportunità di rinascita, quindi, sia per gli uomini che per gli animali.
«Un gesto anche simbolico che chiude una stagione mortale per gli animali. Ora Gorgona sia esempio di vita e futuro», dichiara LAV.
Il contributo di LAV
LAV acquisterà cibo per gli animali ex zootecnici presenti sull’isola, per un totale di 21.500 euro annui. Inoltre, pagherà visite e interventi veterinari che sollevano così l’Amministrazione penitenziaria da questi costi.
Proseguirà con il versamento di un contributo mensile, in atto dal mese di ottobre 2021. Questo è destinato – tramite la Cooperativa Sociale Collecoop – alla retribuzione dei detenuti per l’accudimento degli animali.
A partire dal 12 marzo prossimo, riprenderanno le attività dell’associazione Do.Re.Miao di Livorno. In accordo con la Casa Circondariale, con il contributo economico della LAV, Do.Re.Miao realizzerà visite guidate sull’isola. Ciò per valorizzare gli aspetti etici, educativi e ambientali dell’iniziativa.