L’AVVOCATESSA E ATTIVISTA IRANIANA SHIRIN EBADI HA VINTO IL PREMIO HEMINGWAY TESTIMONE DEL NOSTRO TEMPO. LA SUA È UNA STORIA DI CORAGGIO CONTRO IL POTERE VIOLENTO
È Shirin Ebadi la vincitrice della 39ª edizione del Premio Hemingway Testimone del nostro tempo. Avvocatessa e attivista iraniana, Ebadi fu la prima donna musulmana a ottenere il Premio Nobel per la Pace, nel 2003.
Shirin Ebadi ha ispirato milioni di persone nel mondo grazie al suo impegno di avvocato per i diritti umani. La motivazione del Premio Hemingway 2023 è la seguente. “Animata dalla convinzione che ci possa essere un futuro positivo per l’Iran, Shirin Ebadi è riuscita a dare voce a chi, soprattutto donne e bambini, è sempre stato costretto a tacere e a subire soprusi dalla teocrazia che governa il suo Paese. La sua è una storia di grandi convinzioni morali e di coraggio personale contro un potere che ha tentato di portarle via tutto, che ha minacciato lei e i suoi cari con metodi violenti, ma non è riuscito a intaccare il suo bisogno di giustizia e l’amore per il suo popolo”.
Il Premio Hemingway è promosso dal Comune di Lignano Sabbiadoro con il sostegno degli assessorati alla Cultura e alle Attività Produttive e Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia.
Shirin Ebadi incontra il pubblico: appuntamento 23 giugno
Shirin Ebadi incontrerà il pubblico del Premio Hemingway venerdì 23 giugno 2023. L’appuntamento è alle 18.30 sulla Terrazza a Mare. A intervistarla, lo scrittore Alberto Garlini, presidente di giuria del Premio Hemingway.
Il libro “Finché non saremo liberi“ racconta l’impegno di Ebadi come avvocatessa per i diritti umani. Sempre “in prima linea nella difesa soprattutto delle donne e dei bambini dal brutale regime iraniano. Shirin Ebadi ha veicolato l’amore per la legalità e la consapevolezza che questa non è egualmente distribuita in tutto il mondo. Il governo del suo Paese ha cercato di ostacolarla in tutti i modi: ha intercettato le sue telefonate, ha messo sotto sorveglianza il suo ufficio, l’ha fatta pedinare, ha minacciato lei e i suoi cari con metodi violenti e indicibili” – si legge in una nota.
“Un giorno gli iraniani troveranno la libertà”
Racconta Shirin Ebadi che “è per amore dell’Iran e del suo popolo, delle sue potenzialità e della sua grandezza, che ho intrapreso ogni singolo passo di questo viaggio. E so che un giorno gli iraniani troveranno la loro strada per la libertà e la giustizia che meritano”.
Ebadi era un giudice in Iran: fino al 1979, anno della Rivoluzione islamica. Poi non ha più potuto lavorare come giudice perché le è stato negato. Nel 1994 ha co-fondato la Società per la protezione dei diritti dell’infanzia.
Nel 2002, insieme ad altri avvocati, ha fondato il Centro per i Difensori dei Diritti Umani, DHRC, per assistere coloro che lavorano per la promozione della democrazia.
Dopo il Premio Nobel del 2003, ha co-fondato l’Iniziativa Nobel per le Donne nel 2006 e ha utilizzato parte del suo premio per sostenere il centro DHRC. Nel 2008 il governo iraniano ha chiuso il centro DHRC facendo irruzione nel suo ufficio, dove lavoravano 30 avvocati. Mentre si trovava in viaggio all’estero, i suoi archivi professionali e i suoi effetti personali sono stati oggetto di confisca. Sua sorella invece ha subìto un arresto con false accuse. Shirin Ebadi dal 2009 vive in esilio a Londra.
Il Premio Nobel per la Pace 2003, l’iraniana Shirin Ebadi