Un altro modo di dare una mano all’Ambiente è mettere in circolo gli oggetti già esistenti: il modello è quello della cosiddetta Second Hand Economy, l’economia dell’usato.
Se acquisti un articolo di seconda mano aiuti l’ambiente
Comprando articoli di seconda mano e vendendo quelli che non ci servono più, contribuiamo a limitare la produzione dello stesso oggetto, a far risparmiare materiale e a non provocare altre emissioni inquinanti di CO2.
Oltre a generare, in termini economici, un risparmio per noi che acquistiamo un oggetto di seconda mano e un guadagno per chi vende.
È l’ultimo stadio dell’Economia circolare, un modello di economia che consente di allungare la vita degli oggetti e di ottenere, in questa maniera, benefici anche dal punto di vista dell’ecosostenibilità.

Secondo una ricerca che la norvegese Schibsted Media Group ha condotto insieme con l’Istituto Svedese di Ricerca Ambientale (IVL), il Second Hand Effect è una “boccata di ossigeno” per tutto il pianeta. Per esempio, la compravendita di un’auto evita l’emissione in atmosfera di 5,6 tonnellate di anidride carbonica.
Per il calcolo dei chilogrammi equivalenti di CO2 l’Istituto scandinavo adotta il metodo, riconosciuto, dell’analisi del ciclo di vita di un oggetto e l’impatto ambientale che ne deriva dal momento dell’estrazione della materia prima, alla lavorazione del materiale, al trasporto, al consumo di energia.
Nei dieci Paesi in cui operano le piattaforme di Schibsted Media Group, Italia, Francia, Spagna, Norvegia, Finlandia, Ungheria e Svezia, Marocco, Brasile e Messico, i risultati dello studio mostrano un risparmio complessivo di 21,5milioni di tonnellate di CO2, pari a 43 anni senz’auto a Oslo o a 22miliardi di bottiglie Pet (abbreviazione di Polietilentereftalato) da 2 litri.
Solo nel nostro Paese, lo studio ha rivelato che nel 2017 la Second Hand Economy ha fatto accantonare 245mila 927 tonnellate di plastica, con cui si potrebbero produrre 4,6 miliardi di bottiglie Pet da 2 litri oppure 34,7 miliardi di buste di plastica e accumulare 153mila 830 tonnellate di alluminio, pari a 10,3 miliardi di lattine.

Un ramo di azienda della multinazionale norvegese Schibsted in Italia è Subito.it. Dalla ricerca commissionata dalla piattaforma online di compravendita dell’usato, lo scorso anno, la Second Hand Economy sul web ha evitato che 21,5milioni di tonnellate di CO2 fossero immesse nell’atmosfera. Un risparmio pari a 4,4milioni di voli andata e ritorno da Roma a New York, a un anno senza traffico a Roma o alla produzione di 329milioni di sneakers. Acquistare un computer portatile usato, per esempio, farebbe risparmiare 270 kg di anidride carbonica, mentre uno smartphone 75 kg.
Alla pagina online di Subito.it si può curiosare quanta CO2 faccia risparmiare l’oggetto usato che si acquista o si vende.
La regione più virtuosa d’Italia è la Campania, con 709.279 tonnellate di CO2 risparmiate, seguita da Lombardia e Lazio; in testa alla classifica di Subito.it la provincia di Napoli, che precede Roma e Milano.
L’analisi sulla Second Hand Economy dell’Osservatorio Doxa, rivela, inoltre, che dai mercatini dell’usato alla piattaforma online di compravendita, in Italia si è sviluppato un vero e proprio sistema economico e sociale – lo scorso anno sono stati registrati 18milioni di scambi, adoperati dal 50percento della popolazione al di sotto dei 45 anni – per un volume d’affari di 21 miliardi di euro, pari all’1,2% del PIL. Di questi, 9,3miliardi di euro corrispondono alla compravendita online.