IL CONFRONTO TRA SCIENZA E MAGIA HA SEMPRE AFFASCINATO L’UMANITÀ, RAPPRESENTANDO DUE APPROCCI PROFONDAMENTE DIVERSI ALLA COMPRENSIONE DELLA REALTÀ. L’EVENTO “SCIENZA VS MAGIA”, UN’OCCASIONE STRAORDINARIA PER ESPLORARE I CONFINI TRA IL RAZIONALE E L’IRRAZIONALE, TRA IL NATURALE E IL SOVRANNATURALE
Il Museo Universitario di Chieti: un luogo simbolico per l’incontro tra scienza e magia
Organizzato dal WWF Chieti-Pescara in collaborazione con il Museo Universitario, l’evento ha offerto un’occasione unica di confronto tra scienza e magia, attirando un pubblico numeroso e partecipe. La serata, moderata da Luciano Di Tizio, presidente del WWF Italia, ha visto dialogare il professor Aristide Saggino, esperto di psicometria (disciplina della psicologia che si occupa della misurazione quantitativa dei fenomeni psicologici) e il mentalista Luca Menichelli. Il che, ha dato vita a un incontro che ha saputo unire rigore accademico e suggestioni artistiche.
La cornice del meeting, cioè il Museo Universitario di Chieti, ha giocato un ruolo centrale nel conferire prestigio e profondità al dibattito. Questa istituzione rappresenta un faro della ricerca e della divulgazione scientifica. L’edificio, un raffinato esempio di architettura razionalista del Novecento, offre un contesto solenne e suggestivo, perfetto per ospitare incontri culturali di rilievo.
All’interno delle sue sale, l’istituto conserva un ricco patrimonio di testimonianze storiche, tra cui scheletri di grandi mammiferi preistorici e fedeli ricostruzioni di ambienti naturali. Questo prezioso scrigno di conoscenza e natura ha creato l’atmosfera ideale per indagare il delicato confine tra la razionalità scientifica e il fascino misterioso della magia.
Il dibattito: ragione e scienza contro suggestione e false credenze
L’incontro si è aperto con i saluti istituzionali del professor Ruggero D’Anastasio, direttore del Museo, e di Nicoletta Di Francesco, presidente del WWF Chieti-Pescara. Dopo l’introduzione, il dibattito è entrato nel vivo.
Il professor Saggino, con il suo approccio metodico e scientifico, ha analizzato in modo critico alcune delle convinzioni più diffuse legate alla magia e al paranormale, mettendo in discussione fenomeni come la telecinesi, la preveggenza e la chiaroveggenza. Ha evidenziato come queste pratiche, spesso avvolte da un’aura di mistero, non abbiano alcun fondamento empirico.
Attraverso l’analisi di studi e dati, il professore ha dimostrato che molti eventi apparentemente inspiegabili possono essere ricondotti ai meccanismi della mente umana. Tra questi, ha sottolineato l’importanza del bias di conferma, cioè la tendenza delle persone a cercare, interpretare e ricordare informazioni che confermano le proprie convinzioni, ignorando o sottovalutando quelle che le contraddicono.
L’effetto Barnum
Ha inoltre affrontato il tema dell’effetto Barnum, una spiegazione psicologica secondo cui gli individui tendono a riconoscersi in descrizioni generiche e vaghe che potrebbero adattarsi a chiunque, spesso utilizzate in ambiti come l’astrologia o le letture dei tarocchi. Questi meccanismi, secondo Saggino, non solo alimentano il fascino per il paranormale, ma ne rafforzano anche la credibilità agli occhi di chi vi crede.
Sul fronte opposto, Luca Menichelli, con le sue affascinanti dimostrazioni, ha catturato l’attenzione e la curiosità del pubblico. Le sue performance, tra cui il celebre esperimento dei cucchiai piegati, hanno saputo incantare gli spettatori, ponendoli di fronte a un interrogativo fondamentale: fino a che punto la nostra percezione della realtà è manipolabile? Menichelli, pur giocando con illusioni e trucchi, ha invitato il pubblico a riflettere sui limiti della mente umana e sul sottile confine tra ciò che è reale e ciò che è frutto della suggestione.
Questa contrapposizione tra l’approccio scientifico del professor Saggino e le abilità sceniche del mentalista ha creato un dibattito vivace e stimolante, dimostrando che la magia e la scienza, sebbene apparentemente distanti, possono incontrarsi per svelare i misteri della mente e del comportamento umano.
Un pubblico coinvolto e protagonista
Uno degli elementi distintivi dell’evento è stato il coinvolgimento diretto del pubblico. Durante la serata, gli spettatori sono stati chiamati a partecipare a esperimenti e giochi di prestigio, diventando parte attiva del dibattito. Questo approccio ha reso la conferenza più di un semplice scambio intellettuale: l’ha trasformata in una vera esperienza immersiva.
Molti partecipanti hanno riportato di essersi sentiti divisi tra il fascino della magia e la solidità delle spiegazioni scientifiche. «È stato illuminante e al contempo divertente – ha commentato una spettatrice -. Mi sono resa conto di quanto sia facile cadere preda delle illusioni».
Il ruolo del WWF: scienza e natura contro le superstizioni
La scelta del WWF come promotore dell’evento, seppur insolita a una prima analisi, rivela un impegno profondo e mirato: contrastare le superstizioni e le credenze errate che minano la biodiversità globale. Questo approccio innovativo sottolinea l’importanza di affrontare non solo le minacce dirette agli ecosistemi, ma anche quelle indirette, spesso originate da disinformazione e pregiudizi radicati nella cultura umana.
Durante la serata, è stato posto l’accento su come credenze infondate possano avere conseguenze disastrose per la fauna e gli ecosistemi. Un esempio eclatante è la caccia indiscriminata ai rinoceronti, alimentata dalla convinzione che i loro corni abbiano proprietà curative nella medicina tradizionale asiatica, nonostante l’assenza di riscontri scientifici.
Questa pratica, radicata in secoli di tradizione, trae origine da antichi testi e credenze che attribuiscono virtù miracolose a materiali provenienti da specie selvatiche, ignorando il devastante impatto ecologico e il dolore animale che tali attività comportano.
Analogamente, in Europa, la demonizzazione del lupo, alimentata da racconti folkloristici e leggende medievali, ha consolidato l’immagine di questo predatore come simbolo di paura e minaccia. Tali narrazioni hanno giustificato secoli di persecuzioni, con abbattimenti sistematici che hanno ridotto drasticamente la popolazione di lupi in molte aree, alterando delicati equilibri ecologici.
Le superstizioni non si limitano a queste due specie, ma permeano anche altre culture e continenti. In Africa, ad esempio, i pangolini (piccoli mammiferi noti principalmente per le loro caratteristiche scaglie cornee) sono cacciati per credenze magiche che li associano a poteri sovrannaturali. Altre popolazioni credono invece che i rapaci siano portatori di presagi funesti.
Sfatando i falsi miti
L’incontro si è rivelato un’occasione preziosa per sensibilizzare il pubblico sull’importanza di una conoscenza scientifica solida, quale strumento per smantellare miti e pregiudizi che ostacolano la tutela ambientale. Attraverso interventi di esperti e testimonianze dirette, è stata evidenziata la necessità di un cambiamento culturale profondo, che integri la scienza con l’educazione e il rispetto per la natura.
Ovviamente, contrastare queste credenze richiede non solo informazione, ma anche un approccio che tenga conto delle radici storiche e culturali di tali superstizioni. Il WWF, in collaborazione con altre organizzazioni, lavora per reinterpretare simbolismi negativi, trasformando antichi miti in strumenti di consapevolezza ecologica. Ad esempio, leggende che dipingono il lupo come una creatura malvagia possono essere rielaborate per mostrarlo come un simbolo di resilienza e armonia ecologica.
Il patrocinio del CICAP
Il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), che ha patrocinato l’evento, rappresenta un punto di riferimento nel panorama della verifica scientifica di affermazioni pseudoscientifiche e paranormali. Fondato da personalità di spicco come Piero Angela e altri illustri scienziati, il Comitato si dedica alla promozione del pensiero critico e alla divulgazione scientifica, smascherando truffe, credenze infondate e mistificazioni legate a fenomeni soprannaturali.
La partecipazione del CICAP ha arricchito l’iniziativa di una credibilità ancora maggiore, assicurando che il dialogo tra scienza e magia si svolgesse con un rigoroso rispetto delle evidenze empiriche e della metodologia scientifica. La sua presenza ha sottolineato l’importanza di affrontare temi complessi come questi con uno spirito aperto ma al contempo fondato sulla razionalità e sull’analisi obiettiva dei fatti.